Parigi, XVIII secolo.
Le stanze del Palazzo di Versailles erano adornate di splendore e opulenza, ma per Reinette, Madame de Pompadour, c'era un vuoto che nessun lusso poteva colmare. Ogni sera, quando la frenesia del giorno cedeva il passo alla quiete della notte, il suo pensiero tornava sempre a lui: il Dottore, il suo angelo solitario.
Il caminetto nella sua stanza era diventato un simbolo di speranza e desiderio. Era attraverso quel caminetto che aveva visto per la prima volta il Dottore, con il suo sorriso enigmatico e gli occhi pieni di segreti e avventure. Ogni crepitio del fuoco la riportava a quei momenti, e ogni ombra danzante era un promemoria del loro breve, ma intenso legame.
Con il passare del tempo, Reinette sentiva il peso della solitudine crescere. Le sue responsabilità a corte non potevano distrarla dal pensiero del Dottore. Ogni giorno, il suo cuore batteva un po' più lentamente, come se sapesse che il tempo stava scivolando via, portando con sé le speranze di un futuro insieme.
Una sera, sopraffatta dall'emozione, Reinette si sedette alla sua scrivania. La penna tremava tra le sue dita mentre iniziava a scrivere una lettera, una lettera che non sapeva se sarebbe mai stata letta.
"Mio caro Dottore," iniziò, con le lacrime che le rigavano il volto, "Il cammino non è mai sembrato così lento e tuttavia temo che stia giungendo alla fine. La ragione mi dice che io e te difficilmente ci incontreremo di nuovo, ma penso che non ascolterò la ragione. Ho visto il mondo dentro la tua testa e so che tutto è possibile. Affrettati, amore mio, i miei giorni si accorciano e sono molto debole. Buon viaggio, mio angelo solitario."
Mentre posava la penna, il dolore e la speranza si mescolavano nel suo cuore. Si voltò verso il caminetto, le lacrime offuscavano la vista. Sperava, desiderava ardentemente, che il Dottore apparisse, che le sue promesse si realizzassero. Ma la stanza rimase vuota, e l'unico suono era il battito lento e malinconico del suo cuore.
Ogni giorno, Reinette cercava di vivere con dignità, ma la sua forza la stava abbandonando. La speranza, tuttavia, non l'abbandonò mai. Ogni soffio di vento, ogni stella nel cielo notturno le ricordava il Dottore e la promessa di un amore eterno.
Nell'ultima notte della sua vita, mentre giaceva nel suo letto, Reinette sentì un sussurro dolce e familiare. "Reinette..." La voce era come un abbraccio, una consolazione nei suoi ultimi momenti. Chiuse gli occhi e sorrise, immaginando il Dottore vicino a lei, come se le distanze e il tempo non contassero.
Quando il mattino giunse, Reinette se n'era andata, ma il suo spirito era in pace. Sul suo tavolo, la lettera giaceva pronta per essere scoperta, un testamento del suo amore senza fine.
Il Dottore tornò, solo per scoprire che era troppo tardi. Lesse la lettera, le lacrime gli rigavano il volto, e sentì il peso di un amore che trascendeva il tempo e lo spazio. Reinette non sarebbe mai stata dimenticata, il suo ricordo viveva nei cuori e nelle stelle.
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Reinette trovò la pace nell'amore che il Dottore le aveva donato, e il Dottore portò con sé il ricordo di una donna straordinaria, la cui vita e il cui amore avevano lasciato un segno indelebile nel suo cuore.
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Il Sogno Infranto di Reinette
FanfictionNel sontuoso Palazzo di Versailles del XVIII secolo, Reinette, Madame de Pompadour, vive una vita di lusso e responsabilità a corte. Tuttavia, nelle ore tranquille della notte, il suo pensiero è rivolto a un uomo straordinario che ha incontrato brev...