Prologo

3 0 0
                                    


Sono passati anni da quando sono uscita per l'ultima volta dalle porte di questo hotel.

Sono passati anni da quando ho attraversato per l'ultima volta la lunga scalinata all'ingresso, coperta da uno spesso tappeto rosso.
Un via vai di macchine riempiono il vialetto ed il parcheggio dell'albergo, rendendo difficile per me passare tra tutti i nuovi arrivati e le loro ingombranti valige.

Il Mallorca Hotel è situato sulla costa adriatica dell'Italia a 15 metri esatti dal mare nella città turistica di Monteazzurro.
Provvisto di piscina, palestra, spa ed animazione, il Mallorca hotel è punto di arrivo di bus pieni di anziani in cerca di un'ultima vacanza e famigliole felici con almeno 5 figli urlanti.
Entrambi non il mio caso, almeno non per quest'anno.
L'ultima volta che ho soggiornato in una delle 200 camere, divise tra i 7 piani, dell'hotel avevo solo 12 anni, insieme ai miei genitori. L'unico ricordo che ho a riguardo, oltre il mare e le conchiglie, è la serata a tema Bella e la Bestia organizzata dagli animatori, in cui sono stata nominata: "la bella della festa", che onore. Alquanto imbarazzante, ma uso la scusa dell'età per prenderla sul ridere.
Mia madre ammira fiera quelle foto di tanto in tanto, a suo dire ero la bambina più carina del mondo. Con quel cappellino rosa imbarazzante e dei pantaloncini jeans troppo stretti per il mio corpo che cresceva.
A mio parere ero piuttosto bruttina.
<Non dire così! Tra poco tornerai in quell'hotel e ti ricorderai di tutti i bei momenti che hai trascorso lì, insieme a me e...a tuo padre. Mi dispiace di non poterci essere per farti compagnia>
Le parole di mia madre qualche giorno fa.

Da quando era incinta di me fino ai miei 12 anni, abbiamo trascorso ogni estate in questo albergo, ogni anno, sempre lo stesso. Questa volta però è la prima da quando non siamo più tornati dalla morte di mio padre. Ed è anche la prima volta che attraverso questa porta da sola. Non sono venuta qui per rilassarmi come il 99% delle persone presenti, ma sono qui per lavoro, dato che il mio primissimo libro verrà annunciato e pubblicato in una delle sale congressi di questo albergo tra una settimana.
Mia madre mi ha convinto ad andare con largo anticipo così da rilassarmi durante l'ultima fase di controllo, e per farmi venire qualche idea per il discorso.

Sono passati 10 anni e la mia memoria fa cilecca mentre tento invano di ricordarmi la disposizione dei corridoi e delle sale. Trasporto la mia valigia grigia fino a mettermi in fila per la reception, sventolandomi il viso con il foglio della prenotazione della stanza da parte della mia casa editrice.
Mi guardo attorno. Un enorme parete vetrata davanti a me lascia intravedere la spiaggia, ricca di ombrelloni azzurri e bianchi ed il mare calmo e celeste.
Un gruppetto di bambini sta giocando ad acchiapparella sulla sabbia, mentre i genitori si rilassano bevendo uno spritz sulla veranda.
<Prego>
Arriva il mio turno ed una ragazza dai capelli neri raccolti in una coda tende la mano verso di me senza neanche guardarmi, in attesa. Le offro il documento e la carta della prenotazione.
<Sono Ella Polveri>
Dico alzandomi in punta di piedi e sorridendo goffamente
<Lo vedo...>
La signora non smuove lo sguardo dal computer mentre inserisce i miei dati.
<Bene, è già tutto nel sistema. Camera 510, quinto piano, a voi le chiavi. Le scale sono a destra e gli ascensori a sinistra. Qui a fianco potete trovare gli orari di colazione, pranzo e cena e gli orari di spiaggia e piscina. Le auguriamo un buon soggiorno al Mallorca hotel>
La sua voce è priva di ogni emozione, meccanica, come se avesse ripetuto quelle cose almeno un centinaio di volte, e probabilmente era proprio così.
<Ma per il congresso per...beh, il libro?>
Dico sorridendo imbarazzata
<Il che?>
Chiede confusa, per poi sbuffare.
<Oh certo...siete voi, la scrittrice. Le faremo sapere non appena sarà concluso l'allestimento della sala, per ora si goda il soggiorno>
Un veloce sorriso tirato per poi far passare avanti la persona successiva.

Mi allontano osservando la chiave meccanica dello spessore di una carta di credito. Trovo una lunghissima fila per gli ascensori, decido quindi di affrontare i cinque piani di scale dell'albergo con il peso della mia valigia. Fortunatamente mi sono portata il minimo indispensabile, nonostante resterò per la prossima intera settimana.
"Giusto il tempo di completare gli ultimi ritocchi del libro e annunciarlo al pubblico" mi dico nella mente cercando di placare la mia ansia.
Il quinto piano si divide in due corridoi, uno a destra e uno a sinistra, provvisto al centro di una graziosa zona relax con divani colorati e finestre che danno sul mare. prendo il corridoio di sinistra e arrivo alla porta con il fiatone.
<510, finalmente>
Accompagnata dal cigolio del legno entro nella camera.
L'odore di lenzuola pulite e lavanda mi inonda le narici. La stanza è piccolina e accogliente, abbastanza spaziosa per una persona sola. Il letto posto al centro è di una piazza e mezza, con delle coperte celesti e l'alta testata in pelle bianca. Le pareti azzurrine sono decorate qua e là da fotografie della spiaggia o di conchiglie di ogni tipo. Mi dirigo verso il bagno. Un'enorme doccia di vetro occupa quasi tutta la stanza, lasciando un piccolo spazio per il lavandino in ceramica, gli altri sanitari ed una finestrella che dà su un piccolo balconcino, munito di stendino.

<Andrà bene>
Mi porto le mani sui fianchi e prendo un respiro profondo.
Andrà più che bene.

~Prima di tornare sconosciuti~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora