31 Dicembre 1899 • ​ᴛè, ʀᴀɴᴄᴏʀᴇ ᴇ ꜰᴀʟꜱᴀ ᴄᴏʀᴛᴇꜱɪᴀ

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Fiocchi candidi cadono, simili a vernice ultimo tocco del gelido pittore. Tante piccole gocce cristalline imperlano le secche ramificazioni degli alberi, costeggianti le ampie strade illuminate dai lampioni, la cui luce, diventata più simile a quella di una candela morente, accarezza il profilo degli incauti cittadini intenti a levare il carico di merci dal carro, ne delinea un abbozzo approssimativo con, tuttavia, particolare attenzione su quanto le mani inguantate tengono stretto. L'orlo del cappotto ondeggia assecondando il forte vento, che arrossa la pelle scoperta del viso benché cercassero di coprirsi issando la squadrata cassetta un po' più in alto, sorretta a malapena da braccia tremanti spossate dal peso divenuto crudele complice del freddo, rendendo le ormai insensibili dita impossibilitate dal tastare il rilievo delle assi di legno, sovrapposte e unite assieme da spessi chiodi. La silenziosa danza, della semplice quotidianità, venne interrotta dal rumore secco di un ramo che si spezza, pressato dal peso della neve accumulata sopra, seguita dall'involontaria immobilità suscitata dal timore, a fissare la fonte di quello schiocco improvviso, additato distrattamente, che fece imbizzarrire i cavalli imbrigliati a esso. Una delle figure si precipitò a calmarli, mentre l'altra iniziò a spostare la rinsecchita frasca, caduta bloccando l'accesso al cancello, poco più distante, accanto all'inferriata di un'altra casa dalle mura di un pallido marroncino, seguente lo stesso schema che caratterizza il quartiere, dalle colonne corinzie situate in mezzo alle finestre al marcapiano, che presenta, come i pilastri intagliati, decorazioni floreali, sporgente sopra il portone d'ingresso per fornire riparo. La sottile lastra vetrata isola il caldo interno dall'esterno, decorata da minuti cristalli di ghiaccio divenuti stalattiti, pendenti dalla recinzione affacciata al giardinetto imbiancato. Lo stesso motivo raffigurato, seppur minimamente, nella sfera trasparente raffigurante New York natalizia, divenuta giocoso intrattenimento per portare della titubante allegria e allontanare la noia - sentimento ritenuto proibito, secondo lui, durante una serata così speciale. L'ultima del milleottocentonovantanove.

Renderebbe insapore il piacere dell'attesa; unica e senza dubbio irrepetibile, vantando di aver vissuto il tramonto di un secolo con una trepidazione che dovrebbe essergli estranea, avvezzo all'ineluttabile trascorrere del tempo gravante sulle ancora giovani spalle. La sfera cristallina gli sfugge via dalle dita, una sgradevole sensazione, il timore e l'idea di vedere i cocci di vetro sparpagliati a terra, lo attraversa da parte a parte, diventata un ostacolo che rese il gesto goffo, facendolo sdrucciolare sui suoi stessi piedi. Tenuta stretta con entrambe le mani, serrò gli occhi non appena l'aspro rimprovero lo investi, le guance rosse per i sensi di colpa e la vergogna.

«Alfred, ti conviene metterla giù!» riceve un'occhiata rabbiosa da parte del temporaneo coinquilino - essendosi trovato, con non poca scocciatura, nel bel mezzo di una tormenta e con un oceano che lo separa da casa - seduto composto sulla poltroncina, la più lontana dal camino acceso, eccetto il capo mosso quel che basta per guardarlo bene in volto, liberando il cuore dallo sdegno provato dall'istante in cui lo vide prendere la decorazione natalizia dalla mensola, situata sopra il focolare, per farne infantile diletto. Trova inaccettabile il passatempo escogitato fino a pochi istanti prima, andando contro il valore affettivo del regalo, ben sapendo che non può fare altro se non abbandonarsi all'incredula, disperata, rassegnazione dinnanzi a quell'esecrabile immaturità, che logora il loro rapporto in lenta guarigione dall'ormai passata incrinatura. Continua a fissarlo torvo, arricciando leggermente il bordo frastagliato – privi della frivolezza che rovinava la formalità - della lettera contente auspici per l'imminente anno nuovo, enunciati dalla scrittura elegante stesa con una penna stilografica contente inchiostro nero, nella speranza di alleviare il fastidio provato.

«Mi annoiavo» si scusa rimettendola al rispettivo posto, le mani alzate a sottolineare le sue parole, colme della consapevolezza di aver ceduto all'umano desiderio di trovare una distrazione durante un momento ozioso. Non gli è mai piaciuto rimanere fermo, tant'è che preferì non prendere posto nelle sedute rimanendo in piedi, nemmeno quando la situazione glielo richiede, andando contro l'invisibile comando, esigente assoluto rispetto, di mostrare una parvenza raffinata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 03 ⏰

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