ennesima festa, ennesimo buco nel mio braccio, ennesima pasticca. non so se mamma notava le condizioni in cui tornavo a casa, se riusciva a capire il motivo per cui non le mostravo mai le braccia, smascellavo e correvo sempre in bagno a vomitare per poi collassare sul letto. mi dicevo sempre che mi sarei ripresa, forse lo pensava anche lei.
ero anche riuscita a passare i test d'ingresso dell'università, e mamma era così felice, e lo ero anche io, ma non ho consegnato mai un singolo esame, non ce la facevo. sentivo che non fosse la mia realtà, che volessi scappare da essa e da questa città di merda. ma non c'era modo di farlo, se non riempiendomi di acidi. ma d'altronde il problema dei ragazzi è la droga per l'Italia, non ciò che li porta ad abusarne, vero?
vomitavo per strada e vedevo riflessa nella pozza di vomito che lasciavo la mia vita di merda, dalla mia nascita fino ad ora, incluso l'inferno che mi fece passare mio padre. Da bambina avevo una bambola a cui tenevo tanto, era l'unica che mi dava affetto, come se fosse la mia mamma; è stata l'unica ad avermi mai dato affetto.
qualche tempo fa un ragazzo aveva iniziato a trattarmi tanto bene, ero felice quando stavo con lui e mi offriva anche la roba. pensavo fosse gentile, invece si approfittava di me e voleva solo il mio corpo, l'ho scoperto quando mi ha lasciata sola su una panchina alle 7 di mattina mentre stavo per morire di overdose, ma purtroppo sono sopravvissuta. anche quella volta a nessuna fregava un cazzo di me. Quella mattina avevo anche un esame di medicina, che dovetti rimandare per la terza volta, sempre per lo stesso motivo.
dopo le feste tornavo sempre a casa da sola in macchina ubriaca o strafatta, e quando mi risvegliavo il giorno dopo mi guardavo allo specchio e scoppiavo a piangere, urlavo: odiavo sempre di più me e la mia vita di merda. l'incontro con quel ragazzo, mi pare si chiamasse Giuda, mi ricordò che a tutti gli uomini interessava solo abusare di me, come facevano anche i miei parenti quando ero piccola. forse sono questi traumi che mi hanno fatto iniziare a drogarmi? o forse è perche a scuola mi chiavano troia, puttana e sbandata? prima avevo un cervello e un'anima colorata, ero piena di vita e amore, ma ora tutto è sbiadito. incontrai un altro ragazzo nel parco, Maghreb si chiamava, mi aveva regalato una dose e ce la stavamo sparando in vena. conoscevo Maghreb da quando eravamo bambini, ma non lo vedevo da tempo, mi era sempre sembrato un ragazzo perbene e avevo iniziato a pensare che lui forse tenesse a me davvero, avevo dato a lui il mio primo bacio da piccola, forse era davvero il mio uomo. tutto svanì quando il giorno dopo ero a sputare sangue sulle lenzuola, sentivo tanto tanto freddo mentre piangevo, mentre con quelle lenzuola volevo impiccarmi, senza interessarmi di dove sarei finita. tutto fortunatamente finì presto, e capii che anche Maghreb voleva solo una cosa da me, ma continuava a riempirmi di complimenti e io non riuscivo a staccarmi da lui e dal suo bilancino, e quando non avevo abbastanza soldi mi dava comunque le mie dosi, ma io dovevo dargli il mio corpo e la mia anima, di cui ormai non mi fregava più un cazzo. ho conosciuto tanti orchi nella mia vita che hanno contribuito al suo declino, sia alle feste che in mezzo ai parchi. tutta impasticcata piangevo e ridevo insieme, a volte pensavo che alcuni ragazzi che mi offrivano la roba si innamorassero di me ma nulla finiva mai con amore. dopo tanto tempo conobbi un ragazzo carino e simpatico mi regalò una rosa, sembrava mi amasse davvero, stavo anche smettendo di bucarmi grazie a lui, mi stavo innamorando di qualcuno che davvero ci teneva a me, non era come gli altri. ma ormai era troppo tardi.
con la sua rosa sono andata a fare una passeggiata sopra al ponte della citta, e non gli ho risposto per giorni. ero terrorizzata dall'idea che qualcuno mi amasse davvero e mi volesse dare affetto. lui ancora provava a contattarmi, poverino. prima di spiccare il volo insieme alla sua rosa, lasciai per lui che mi avrebbe amata davvero, un bigliettino, con scritto "è colpa mia", come lo è sempre stato e sempre lo sarà, colpa di un anima dannata.
Oh, dimenticavo, aspettavo anche un figlio, lo ha rivelato l'autopsia.