Ho già fatto la doccia e indosso solo un pantaloncino. Mi vestirò dopo la colazione, per evitare di sporcarmi.
Prendo il cartone con il succo d'ananas dal frigo e lo verso in due bicchieri di vetro, i quali sposto poi sul tavolo della cucina, uno di fronte all'altro, ognuno su una tovaglietta per la colazione.
Uno per me ed uno per Ozge, la mia ragazza.
Il resto della colazione è già a tavola.
Ripongo il cartone nel frigo e mi siedo davanti a lei.«Quindi... finalmente ti vedrò come protagonista in un film», esordisce lei.
«Eh già, finalmente»
«Sai già chi sarà lei? Così mi preparo ad essere gelosa»
«Beh, ecco, c'è una cosa che ancora non ti ho detto», replico.
«Non avevi detto che si tratta di una commedia romantica?», chiede, un po' confusa.
«Si, ma... non c'è nessuna ragazza. Voglio dire, è una storia d'amore tra due ragazzi»
«Mi stai dicendo che non solo ti dovrò vedere limonare con qualcuno che non sono io, ma addirittura sarà un ragazzo?»
«Ozge... è il mio lavoro. Faccio l'attore. Non è possibile che tu sia ancora gelosa nonostante siano 2 anni che stiamo insieme»
«Si, ma cosa penseranno i miei genitori quando vedranno il mio fidanzato che bacia un ragazzo sul grande schermo?»
«Non gli faremo vedere il film, se questo ti preoccupa. Semplice»
«Mhh, e se a me non andasse bene?»
«Che intendi?»
«Se a me non andasse bene che tu prenda parte a questo film? Accetteresti comunque la parte, Pierre?»
«Ascolta. Questo è il mio lavoro. Sono un attore, ed è tutta una vita che sogno che mi scelgano come protagonista di un film. Che io debba interpretare un personaggio etero o gay non mi interessa minimamente. Come ho già detto: è il mio lavoro. Lo capisci? E no, non rifiuterò solo perché a te non va bene. Tra l'altro, ho già accettato e oggi firmo il contratto»
«Ah... hai deciso tu, da solo, senza neanche consultarmi», si lamenta Ozge.
Io e Francesco, il mio agente, nonché migliore amico, non ci abbiamo pensato due volte ad accettare.
È la mia occasione, i treni passano una sola volta nella vita, e bisogna saperli prendere.
Un'occasione del genere quando mi ricapita?
«Sì, ho deciso da solo, con Franci. Perché è la mia vita ed il mio lavoro.
E non devo rendere conto a nessuno, chiaro? Facevo già l'attore quando ci siamo conosciuti, e se a te non andava bene, dovevi pensarci prima», le rispondo, già stanco delle sue lamentele.Odio quando qualcuno pensa di avere potere decisionale sulla mia vita.
La vita è la mia e le scelte le prendo io, buone o brutte che siano.Lascio la colazione a metà e mi alzo.
«Dove vai?», mi richiama Ozge.
«A preparami. Oggi firmo il contratto», dico, per poi sparire dalla cucina e recarmi in camera.Scelgo di indossare una canottiera bianca, con sopra una camicia beige, che tengo aperta. Opto per un jeans blu scuro, del quale rigiro i bordi alle caviglie, poi metto delle scarpe bianche.
Infine, da buon francese che sono, indosso un piccolo foulard blu abbinato ai jeans.
Stacco il cellulare dal caricabatterie, prendo le chiavi della macchina e di casa, e torno al piano di sotto.Ozge è ancora seduta al tavolo della cucina e sta guardando Instagram sul cellulare.
«Io vado, amore», dico.
Lei non risponde, mi ignora.Forse prima sono stato troppo duro con lei. Mi dispiace.
Mi avvicino e le lascio un bacio sulla guancia, così lei si volta verso di me.
«Mi dispiace per prima. Ti amo tanto, lo sai. È solo che devi capire che fare l'attore è il mio lavoro. Cerca di capirmi, io...»
«Anch'io ti amo. Scusami, sono solo gelosa. So bene quanto valga per te questa opportunità e sono felicissima , te lo meriti», mi interrompe Ozge.
Sorrido.
«Grazie per avermi capito»
Mi bacia, ed io ricambio.
«A dopo amore»
«A dopo Boo», mi saluta."Boo" solitamente è un soprannome carino che usano le coppie, è un po' come "baby".
Però io sono l'eccezione ed è diventato il mio soprannome.
Non so com'è iniziata... ma ormai spesso anzichè Pierre i miei amici mi chiamano Boo.
Ci sono abituato, e poi non mi dispiace. È il mio soprannome ormai.Esco di casa, entro in macchina, in direzione casa di Franci.
Non sono ancora arrivato quando mi chiama al cellulare.
Siccome sono alla guida, ho il cellulare collegato alla macchina, così rispondo cliccando il tasto sul volante.«Franci, dimmi, sto venendo da te»
«No, non venire. Ci vediamo ad un bar»
«Perchè ad un bar?»
«Così facciamo colazione»
«Ho già fatto colazione, Franci»
«Eh vabbè, andiamo ad un bar, ti mando l'indirizzo»
«Ma Franci ma perchè-», non finisco la frase che Francesco chiude la telefonata.Che gli è preso?
Intanto una notifica compare sullo schermo dell'auto: "Bar-Caffetteria Daydreamer, Via Ciliegi, N⁰12"
Non ci siamo mai andati, e non capisco come mai Francesco abbia deciso di vederci proprio qui.
Mi darà sicuramente delle spiegazioni una volta che saremo lì.Accosto in un parcheggio e metto le indicazioni sul navigatore perché non ho idea di dove si trovi questo bar.
Dopo, rimetto in moto, destinazione Daydreamer.
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Are we just pretending?
RomanceNicholas, un modello e attore, gay e single, accetta un'offerta di lavoro che lo vede protagonista di una commedia romantica. Pierre, un attore, attualmente fidanzato con una ragazza, accetta a sua volta un'offerta di lavoro che lo vede protagonista...