Odorai il mio profumo, spruzzandolo, la sua voce che ingombrò la mia mente, di preciso il momento in cui m'aveva chiamato "melina".
Cominciavo a odiare quel nomignolo, od il fatto che la mia percezione di lui stava divenendo sempre più mozzafiato. Lo incontravo ovunque... come, ad esempio, ora. Imprecai, quando, giunto a scuola, identificai il corvino, quest'ultimo che fumava, in compagnia dei suoi amici.
Chiaramente, li ignorai. Ma, non potei far a meno d'indirizzare un'ulteriore sbirciata, per contemplare i suoi occhioni tenebrosi, i quali mi fissavano, con scherno.
Mi rimproverai, per esser stato il primo ad infrangere la mia regola di non andare dietro a lui. Eppure, m'ostinavo a far l'opposto, sempre.
Mi sforzai, dunque, di non pensare al corvino. E, questa volta, risultò esser fulmineo, poiché Jimin aveva cominciato a parlarmi della sua festa di compleanno. Avrei dovuto comperare un dono. L'anno precedente, avevo regalato lui una felpa, con la stampa del suo gruppo del cuore. Il povero capo d'abbigliamento, a furia d'indossarlo e lavarlo, s'era sbiadito, dettaglio che, a Jimin, era piaciuto ancor di più.
«Sembri emozionato.»
«Un po', sì. Ho voglia di far tante cose.»
«Cioè?»
«Bere alcol.» lo guardai, Jimin che ridacchiò, in imbarazzo «È da stupidi, ne sono consapevole. Ma, desidero assaporarlo. Secondo me, la maggior parte s'è già ubriacata. Non è mio proposito finire come loro, però─»
«Hai bisogno di sperimentare, sì.» lo bloccai, Jimin che annuì, sorridendo.
«Esatto... gradirei capire cosa vi trovano di divertente.»
Non ritenevo superfluo l'abbracciare novità. Anche se, non avevo idea di cos'avrei potuto far io, per i miei diciotto anni. Optai, comunque, per l'accantonare le mie riflessioni.
«Ad ogni modo, la Chiesa ci porge del vino.» le nostre iridi s'incastonarono, entrambi che scoppiammo a ridere.
«Non è lo stesso, Taehyung.»
A prescindere da tutto, io non avrei bevuto. Avevo, ancora, diciassette anni. E, purtroppo, in famiglia, v'era un problema, con l'alcol. Mio zio incarnava un ubriacone... un disonore, per il nostro cognome. O, perlomeno, questo affermavano i miei genitori. Non l'avevo mai conosciuto. Dunque, il tema dell'alcol simboleggiava un indecente marchio di fabbrica, per i Kim.
D'un tratto, però, un dubbio m'assalì.
«In quale modo procurerai l'alcol?»
Jimin sgranò le orbite, le sue gote che si colorarono.
«Oh, i-io─ Conosco... qualcuno. In verità, si tratta d'un compagno che non mi garba molto... ma, si è offerto.»
«Chi è?»
«Nessuno. Andiamo a lezione.» ghermì il mio polso, senza formular replica.
Era palese mi nascondesse qualcosa. Ma, preferii non domandare altro, poiché sapevo che non m'avrebbe risposto.
Durante Biologia, sospirai, sconfitto, stabilendo non fosse la mia materia prediletta. Sin da piccolo, ero solito confondere l'omogeneo e l'eterogeneo. E, a quanto pareva, al giorno d'oggi, determinata complessità seguitava a tormentarmi, frustrandomi. Spesso, Jimin m'aiutava, prendendomi in giro, ogni volta che domandavo lui quale fosse la differenza. Poi, però, il suo sorriso si sfumava, quando contrattaccavo, ribadendogli di aver una media più alta della sua.
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Judas [KookTae]
Fanfiction[TRADUZIONE ITALIANA] IN PAUSA «Senza Giuda, il cristianesimo non sarebbe presente, Taehyung.» Ed entrambi parevano non esser consapevoli del reale peso di determinati vocaboli. 🍎 Kim Taehyung si riteneva, sin da piccino, 𝒑𝒓𝒊𝒈𝒊𝒐𝒏𝒊𝒆𝒓𝒐 d...