Sogno d'una notte di mezza estate

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Sotto l'ombra d'una quercia sussurrante,
Quando le fronde al vento tremolavano,
Cullandomi maternamente,
La dolce incantatrice, di soppiatto,
Nelle profondità della mia mente mi gettò.

Sotto l'ombra d'una quercia assonnacchiata,
Quando le stelle risplendono danzando
E la natura a verdeggiar s'è già apprestata,
Si fa tenue e poi svanisce ogni barriera
Tra luce e buio, notte e giorno,
Tra la vita vera e un falso sogno.

Fui mosso da istinto e non da ragione,
Intrappolato in quella prigione onirica,
Da non domandarmi se fosse realtà o pura illusione,
Quando, dal richiamo di un lamento dolce e straziante,
Fui spinto a vagare per boschi pensierosi,
Rincorrendo quell'unica speranza evanescente.

Al mio cuore tutto fu già chiaro
Dal momento in cui la scorsi da lontano:
Un'anima tenera e solare, ma altrettanto tormentata,
Mi rubò il cuore e poi mi prese per mano
Per correre senza pensieri sopra il prato,
Per fuggire e non tornare mai più indietro.

Sdraiati su una spiaggia, mano nella mano,
Sotto la luce cupa, ma affettuosa, del crepuscolo,
Facemmo una promessa tanto solenne quanto istintiva:
Erano i suoi occhi penetranti come l'abisso a giurarmelo,
Che come le onde davanti ai nostri occhi sempre si ricongiungevano alla riva,
Così le nostre anime, un giorno, si sarebbero riunite.

Tuttavia, si sa, non si può dormire in eterno,
E quel castello di sogni, speranze ed effimere promesse
Cadde sul peso delle sue stesse menzogne,
Lasciandomi privo della mia amata guida,
La luna che aveva illuminato i sentieri più oscuri del mio subconscio,
E di quel suo sguardo nel quale avrei voluto perdermi un'ultima volta.

Fu sotto l'ombra d'una quercia
Che il sognatore, vittima di Morfeo,
Sognò di amare e di essere amato,
Di pensare e di agire tutto d'un fiato,
Ma nel suo cuore non c'erano né rabbia né rancore
Perché il sogno di una notte di mezza estate
La gioia di vivere gli aveva donato.

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