➤𝒞apitolo quattordici

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La testa mi pulsa ripetutamente e gli occhi mi bruciano dall' istante nella quale gli ho aperti, ma soprattutto mi trovo in una camera che non è la mia.
Giro la testa e scorgo il viso di Hector, subito mi riaffiorano alla mente alcune cose accadute la sera prima come il litigio con Marc e io che prendo un taxi per venire qui, dopo ciò vuoto totale, quello che so per adesso è che sono in una pessima condizione post sbornia, nel letto del migliore amico del mio ragazzo, nonché una delle persone che odio di più, con indosso la sua maglietta.
Quando mi rendo veramente conto della situazione in cui mi trovo prego tutti i santi in paradiso di non aver perso la mia verginità la sera precedente.

"Cazzo" impreco sotto voce, ma il ragazzo che ha dormito affianco a me tutta la notte sembra avere il sonno un po' troppo leggero e infatti si sveglia.

"Buongiorno eh" sembra così di buon umore, cosa più unica che rara, ma io in questo momento mi trovo in totale panico.

"Hector" dico sotto voce.

"Mh" è ancora più attraente con la voce impastata dal sonno.
No calma gli ormoni Lavinia.

"Ma ieri sera?" non concludo la frase perché mi sento già abbastanza in imbarazzo così.

"Ieri sera è da dimenticare" benissimo me la sono già dimenticata perché ero ubriaca come la merda, ma se dice questo allora veramente le mie preghiere non sono servite, non voglio crederci.

"Avevo bevuto un po' troppo e non ricordo già nulla però intendevo siamo andati oltre?" le mie guance si fanno rosse come un pomodoro, ho dovuto chiederlo abbastanza esplicitamente perché da solo non ci arriva evidentemente.

"No" alla sua risposta tiro un enorme sospiro di sollievo.

"E allora perché sarebbe da dimenticare?" la domanda mi sorge spontanea.

"Perché tu non eri in te e io non ero in me, detto ciò vuoi che ti porti a casa o vai da sola?" questa sua antipatia improvvisa mi ricorda quanto dentro di me vorrei ammazzarlo.

"Vado a casa da sola" raccolgo le mie cose ed esco da casa sua senza nemmeno salutarlo o ringraziarlo, fanculo a me, a lui e alle idee di merda che mi vengono quando sono ubriaca.
Accendo il telefono e noto che l'orologio segna le sei di mattina, questo significa ho solo due ore di sonno in corpo, e come se non bastasse è domenica e i bus quindi non passano così presto, in più indosso dei pantaloncini di Hector con la sua maglietta, e vestita così a dicembre  sto schiattando di freddo.
Se dico a mia zia di venirmi a prendere qua e mi trova così secondo me divento una senza tetto, l'unica soluzione è provare a chiamare un taxi che fortunatamente arriva e mi porta a casa sana e salva, la seconda botta di fortuna è che mia zia e mio zio dormono ancora perciò nessuno mi vedrà vestita così e nelle mie pessime condizioni.
Appena metto piede in casa volo in camera e mi butto sul mio letto per poi ricadere in un sonno profondo.




"Lavi" la voce di mia zia interrompe il mio lungo riposo.

"Che ora è?" domando frastornata, con ancora l'alcool che mi scorre nelle vene e  accusando il colpo di freddo che mi sono presa la mattina.

"Sono le quattro del pomeriggio"

"Cavolo"

"Stai tranquilla, non importa tanto l'orario ma più che altro la tua fronte scotta in una maniera terribile"

"Non dirmi che ho la febbre"  non mi viene la febbre da almeno due anni, che fortuna incredibile veramente.

"Direi proprio di sì tesoro" mia zia mi sorride dolcemente per poi porgermi un vassoio contenente dei biscotti al cioccolato e del té caldo, questo sarà il pasto che sostituirà la mia cena di ieri e il mio pranzo di oggi.

"Grazie zia" dico addentando un biscotto, tra tutto quello che è successo ho trascurato quanto la mia pancia brontolasse.

"Deva e Camila mi hanno telefonata prima, mi hanno detto che erano preoccupate perché non le rispondevi e non ti hanno praticamente mai vista ieri sera, eppure tu mi avevi detto che dormivi con loro a casa di Deva" apprezzo che le mie amiche si preoccupino per me ma a causa loro sarò costretta a rivelare a mia zia dove ho passato la notte.

"Beh sì, ho bevuto un po' troppo zia, giuro che non succederà più" per ora confesso solo questo, non voglio entrare nei dettagli.

"Hai dormito da Marc?" annuisco incapace di dire altro, per fortuna che pensa questo, glielo voglio lasciare pensare senza dirle che ci ho litigato e che ho dormito da tutt'altra parte.

"Promettimi di bere meno la prossima volta, sai che non sono veramente tua madre e che al minimo errore potresti essere tolta dalla mia tutela" se comporta a questo, anche se lo so benissimo, starò più attenta, farò di tutto pur di non tornare in Italia.

"Sì zia, te lo prometto".

➤ Secreto || Hector Fort Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora