Three

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~Lia

Uscimmo dal negozio e andammo in auto, Alex non disse niente, rimase in silenzio durante il tragitto.
Arrivammo all'appartamento, non volli dire altro riguardo l'accaduto e nemmeno ricordarmi che c'era anche quel idiota del amico di Angelina.
Parcheggiò e ci dirigemmo verso le scale, lui era ancora in silenzio.
I suoi capelli biondi erano scompigliati, e lo sguardo gelido.
Quei occhi azzurri erano ormai spenti dalle le sostanze che assume.
Non so cosa fa, e cosa assume, non me ne parla mai.

«Ti sei divertita, puttana?» Disse quando aprì la porta d'ingresso.
«Ho visto come quel uomo ti sorrideva.» continua ma io non voglio parlarne.
Mi allontani e andai dritta a posare le cose in cucina.

«Con te sto parlando.» Mi seguii ma io rimasi in silenzio.
«Mi ha solo aiutata, davvero non c'è bisogno che ti scandalizzi.» Gli risposi con tono calmo sperando di farlo calmare.

«Tu non hai capito che sei mia? Troietta.»
Provai a ignorarlo e posai dei pacchetti di patatine nella dispensa.
Non era una cucina molto grande, aveva un tavolo per il pranzo, un frigorifero, un lavello, e qualche armadietto ormai consumato.

«Puoi guardarmi quando ti parlo?» Mi prende di scatto dal collo voltandomi verso di lui.

I suoi occhi azzurri incrociano i miei.
Non provai niente.
I suoi sguardi non riuscivano a incantarmi.

«Sei mia, capito?» Continuò togliendomi la maglietta di dosso senza aspettare la mia risposta.
«Sono tua.» Annuii sperando di farlo smettere.

«Inginocchiati.» Ordinò senza guardarmi.
Ero perplessa.
Mi iginocchai piano, lui abbassò i pantaloni e successivamente i boxer.

«Muoviti.» La voce gelida penetrò dentro di me come un taglio.
Presi il suo cazzo tra le mani, la strusciai piano e infine, me lo infilai in bocca.
Lui prese il mio viso tra le mani, e andò fino in gola.
Iniziò a muoversi velocemente nella mia bocca senza darmi tempo di prendere fiato.

«Succhia bene.» Sentiva piacere mentre pronunciava quelle parole.
Dopo qualche secondo lui andò più veloce fino a venirmi dentro.
Non mi diede temo di sputare lo sperma e per sbaglio lo ingoiai.
Faceva schifo.
Di scatto mi tira per i capelli alzandomi, mi fece sedere sul tavolo, tolse con forza i pantaloni e avevo addosso.
Non mi guardava negli occhi.
Nessun bacio.
Allargò le mie gambe, successivamente spostò le mie mutandine e infilò due dita, muovendole velocemente dentro di me.
Prima che io potessi far uscire un gemito, le sfilo, infilando a secco il suo cazzo dentro di me.
Iniziò a muoversi velocemente mentre mi tirava per i capelli.
Sentivo dolore al posto del piacere
Fortunatamente sentii il suo cellulare squillare e lui mi lasciò.
Mentre parlava, io corsi a vestirmi e andarmene con la scusa del lavoro.
Per un paio d'ore non lo vedrò.
Indossai la mia solita divisa bianca a strisce rosse, e delle semplici sneakers bianche.
Essendo già in ritardo non feci un tempo a legare i capelli, uscì subito dall'appartamento senza manco salutarlo.

Erano quasi le otto di sera quando arrivai al bar, parcheggiai l'auto e mi diressi a passo svelto nel locale.
«Oh, Lia, ciao.» Mi salutò Angelina appena entrai.
Aveva i suoi lunghi capelli scuri sciolti, indossava un vestito rosso, e dei tacchi neri.

«Che ci fai qui?» Gli chiesi sorpresa di vederla qui.

«Oh, niente, sono qui con il mio fidanzato e Rayes per un aperitivo.»
«Mi fa piacere rivederti.» Le sorrisi abbracciandola.
Andai dietro al bancone, misi il mio grembiule bianco.
Angelina si sedette su uno sgabello rimanendo a parlare con me.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 21 ⏰

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