parte1

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È cominciato tutto una sera come un'altra, sono nel mio giardino a fumare l'ennesima sigaretta e credevo che la mia vita sarebbe stata sempre la stessa per il resto dei miei giorni.
Sveglia alle quattro del mattino, andare a lavorare alle sei e tornare alle quattro e mezza del pomeriggio e questo in un infinito loop di stanchezza e tristezza. Nessuno con cui condividere le proprie ansie, la propria vita scarna di eventi e ricca di fatica. Giorno dopo giorno sempre più stanco, più triste, più solo. Senza neanche la voglia di cambiare le cose, senza la forza di evolvere in una persona migliore.
Sempre sul filo del rasoio tra un peso e l'altro.
Giorni passati tra pericoli e il caldo sole della Sicilia che ti punisce per essere venuto al mondo in una regione senza aria, senza lavoro e senza una famiglia che ti dia una mano ad emergere.
Così dopo un bicchiere di vino ho cominciato a scrivere di me, cercando di capire come fare a scrutare il mio animo, ad aprire quella porta di metallo che ho nel petto, ma ancora non si è aperta ed io solo in questo giardino penso e ripenso alla mia vita insulsa passata dietro ad uno schermo o dietro la fatica di essere semplicemente un ragazzo cresciuto troppo in fretta rispetto ai miei coetanei.
Strappato da un futuro da studioso per poter portare il pane in casa, casa che crolla giorno dopo giorno sotto il sole della Sicilia e pressata dalla depressione che esce fuori dalle mura sotto forma di muffa nera e bianco salnitro cancerogeno.

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