Capitolo 16: La Rosa Nera: Un Cuore in Ombra

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Mentre Markus la portava verso il suo luogo preferito, una panchina solitaria con una vista straordinaria sul villaggio di Prometeo, il cuore gli batteva forte nel petto. Timorato dalla paura che potesse essere lasciato o giudicato, sapeva che era giunto il momento di aprirsi. Il sentiero era familiare, ma quella volta aveva un peso diverso. La paura di essere frainteso o, peggio, respinto, lo paralizzava.

Odissea, camminando al suo fianco, osservava Markus silenziosamente. Non era il ragazzo sempre sorridente e spensierato che tutti credevano. Lei lo sapeva, lo aveva intuito da tempo. Sentiva che dietro quel sorriso c'era un cuore triste che non trovava pace. Anche lei aveva le sue paure e le sue insicurezze. Pensava a quanto sarebbe stato più semplice se avesse saputo tutto prima. La mente di Odissea era un turbinio di pensieri e sentimenti contrastanti. Si chiedeva se sarebbe stata capace di comprendere e accettare tutto ciò che Markus era pronto a rivelarle.

Arrivarono alla panchina. Markus si fermò un attimo per prendere fiato, non tanto per la salita, quanto per il peso delle parole che doveva dire. Si sedettero, e la vista panoramica del villaggio sembrava quasi fare da cornice al momento che stava per accadere. Markus prese un profondo respiro, fissando il villaggio di Prometeo disteso sotto di loro. Il suo respiro era affannoso, non tanto per la salita, ma per il peso delle parole che stava per pronunciare. Guardò Odissea negli occhi, cercando la forza per iniziare.

"Un giorno," cominciò con voce tremante, "un uomo incontrò una bellissima rosa nera nel suo cammino. Era spezzata, ma il suo profumo e la sua delicatezza emanavano un bisogno di aiuto. Non poté fare a meno di coglierla. Appena lo fece, un'ansia senza motivo apparente lo assalì. Le sue gambe tremavano, il respiro diventava affannoso, ma la prese delicatamente tra le mani e decise di prendersene cura affinché potesse riprendersi."

Odissea ascoltava in silenzio, il cuore pesante mentre Markus continuava. "Con cura e amore, la rosa cominciò a mettere radici. Era felice di vederla crescere, così decise di piantarla nel suo splendido giardino. Trovò un punto speciale, dove il sole splendeva sempre e il vento leggero asciugava la brezza del mattino, proteggendo i suoi petali vellutati."

Markus fece una pausa, il suo sguardo perso nei ricordi. "Quando la piantò, l'unica spina della rosa lo punse, e una goccia di sangue scivolò dal suo dito. Non vi diede molta importanza, ma nei giorni successivi quell'immagine lo tormentava. Ogni mattina si svegliava pensando a quella rosa nera, così bella e attraente. Passava le giornate a osservarla, curandola con amore."

La voce di Markus divenne più cupa, carica di dolore. "Un giorno, andò di corsa al giardino sperando di vedere altre rose sbocciare. Ma trovò solo desolazione: tutti i fiori erano secchi, morti. La piccola rosa nera era diventata enorme, piena di spine affilate come lame. Le sue radici avevano succhiato la linfa degli altri fiori, rendendo la terra arida e piena di crepe. Si avvicinò ancora una volta, ma le spine lo punsero profondamente. Riuscì a fuggire, ma non tornò mai più in quel giardino. Le cicatrici sono ancora lì, a volte sanguinano e fanno male. Ogni volta che qualcuno gli si avvicina, il terrore di quella mattina lo riassale."

Odissea sentì il dolore nella voce di Markus, le parole le penetravano l'anima. "Le rose nere nascono dal male," disse Markus, "e crescono in esso. Hanno una bellezza che puoi solo guardare; toccarla ti risucchierebbe nell'oblio dei suoi petali. Le rose nere hanno spine non solo per difendersi, ma per ferire. Se vedi una rosa nera in un giardino, non avvicinarti. Ti attirerà solo per lasciarti con amarezza. Ogni petalo è pieno delle lacrime del passato, e affogherai in esse senza mai riuscire a uscirne."

La voce di Markus era un sussurro gelido. "Non puoi curarla, non puoi amarla, puoi solo odiarla lentamente giorno dopo giorno. Una rosa nera deve rimanere sola, con i suoi petali oscuri e le sue spine. È destinata a distruggere tutto intorno a sé, fino a restare sola, nel suo giardino di desolazione."

Odissea sentì una stretta al cuore, comprendendo finalmente il tormento che Markus portava dentro di sé. Le sue parole erano come un'eco di tristezza che riempiva l'aria intorno a loro, facendo vivere anche a lei quella disperazione. Il silenzio che seguì fu denso di emozioni, e Odissea si trovò a guardare Markus con occhi nuovi, vedendo finalmente l'anima ferita dietro quel sorriso sempre presente.

Il loro amore era sempre più forte, avvicinando sempre di più le loro labbra. L'amore batteva nei loro cuori, spingendoli l'uno verso l'altra finché non si baciarono. Con quel bacio, un'esplosione di emozioni straordinarie, curative e magiche, avvolse entrambi.

All'improvviso, dalle profondità dell'anima di Markus, delle catene grandi e pesanti emersero e avvolsero il mostro dentro di lui. Queste catene, scintillanti di una luce dorata, si mossero velocemente, legando il mostro al muro dell'oscurità. Il mostro urlò con una voce gelida: "Markus non può sconfiggermi!" Ma, mentre continuavano a baciarsi, le catene si stringevano sempre di più, intrappolando la creatura.

Il mostro lottava ferocemente contro le catene, ogni sussurro di odio e paura che aveva instillato in Markus si trasformava in un grido di agonia. Le catene rispondevano stringendosi ancora di più, emettendo un bagliore che sembrava fondersi con la luce emanata da Odissea. Il mostro, in preda a un dolore indescrivibile, tentava di liberarsi, ma ogni movimento lo legava ulteriormente. Le catene scintillavano come se fossero fatte di pura speranza e amore, una forza che il mostro non poteva contrastare.

La lotta divenne sempre più disperata, il mostro graffiava e urlava, ma le catene si avvolgevano attorno a lui con una determinazione inesorabile. Ogni urlo del mostro diventava sempre più flebile, ogni tentativo di ribellione veniva soffocato dalle catene che ora brillavano di una luce accecante. Infine, il mostro fu completamente immobilizzato, le sue urla si trasformarono in sussurri e poi in silenzio.

Markus sentì il peso del mostro svanire, il dolore e la paura si dissolsero, lasciando spazio a una gioia mai provata prima. Una sensazione di leggerezza lo pervase, come se fosse stato liberato da un'oscurità che aveva portato dentro di sé per troppo tempo. Aprì gli occhi e guardò Odissea, vedendo in lei la fonte della sua salvezza. Lei sorrise, e in quel momento capì che insieme avevano sconfitto il male che lo aveva tormentato.

Il bacio continuava, e con esso, l'amore e la speranza riempivano i loro cuori. Markus sentì un'ondata di pace e felicità invaderlo, una sensazione che non aveva mai conosciuto. Odissea lo abbracciò, e in quel momento capirono che niente avrebbe potuto separarli. Le catene del mostro erano scomparse, lasciando solo l'amore e la luce.

La Finestra di MarkusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora