CAPITOLO I - L'incontro

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Era una notte d'inverno, una di quelle notti in cui il freddo si insinua tra i vestiti, mordendo la pelle come un lupo affamato. Il vento ululava attraverso le cime degli alberi, portando con sé una melodia sinistra che faceva rabbrividire anche i cuori più coraggiosi. La luna, pallida e distante, gettava la sua luce argentea su un paesaggio coperto da un sottile strato di neve, trasformando il mondo in una landa incantata. Il giovane eroe, ignaro del destino che si stava preparando a gettare la sua ombra su di lui, era immerso nei sogni della sua giovinezza. La sua casa, un rifugio familiare, era avvolta dal tepore del camino che scaldava l'aria e illuminava le pareti con fiamme danzanti. La serata sembrava ordinaria, se non fosse stato per quel silenzio insolito, come un presagio nascosto nell'aria ghiacciata. Poi, improvvisamente, il silenzio fu spezzato da un grido straziante. Il ragazzo si precipitò giù dalle scale, con il cuore che gli martellava nel petto. La luce del camino gettava luce sul suo volto sbigottito, mentre le parole sussurrate di sua madre e il pianto soffocato di suo padre si intrecciavano in un triste requiem. La catastrofe aveva colpito come un fulmine, spezzando le fondamenta della sua esistenza. La casa che una volta aveva rappresentato sicurezza e stabilità ora era avvolta dalle fiamme divoratrici. La neve cadente sembrava inghiottire il fumo e la disperazione, creando un'atmosfera surreale di distruzione e perdita.

Ethan, era questo il nome del ragazzo, si trovò di fronte una figura indefinita che si stagliava nell'angolo della stanza. Era come una presenza estranea alla realtà, un'ombra contorta dalla malvagità intrinseca. La sua forma sembrava fluire nell'oscurità, priva di contorni definiti, come se la stessa notte avesse plasmato il suo essere. Un alone oscuro la circondava, evocando il terrore in chiunque incrociasse il suo sguardo penetrante. Il suo volto era nascosto da un cappuccio, ma gli occhi, due incandescenti punti luminescenti, bruciavano con una malevolenza che avrebbe gelato l'anima di chiunque li avesse guardati. Il sorriso, un'arcana espressione di soddisfazione sadica, si disegnava sulle labbra dell'entità oscura, come se il tormento altrui fosse la sua fonte di gioia. Mentre la luce del camino si muoveva sulla sua figura sinistra, l'ombra emetteva una sensazione di potere antico e corrotto, una forza che si nutriva del caos e della disperazione. L'aria stessa sembrava congelarsi intorno a lei, come se portasse con sé un freddo proveniente da dimensioni oscure.   Ethan, di fronte a questa visione apocalittica, fu attraversato da un terrore paralizzante. Gli occhi della figura oscura si fissarono nei suoi, scavando nel profondo della sua anima come lame affilate. Il terrore gli stringeva il petto, costringendolo ad assistere impotente mentre la tragedia si svolgeva sotto il suo sguardo impotente. L'ombra si inchinò sui genitori con un movimento fluido e deciso. Il giovane eroe, immobilizzato dalla rabbia e dalla disperazione, vide la figura sollevare la mano, stringendo con forza un anello che brillava sinistramente nella penombra. L'anello portava inciso un albero spoglio, simbolo di un'essenza privata della vita, di un destino distorto. Quell'immagine si insinuò nella mente del giovane, come un marchio indelebile che avrebbe segnato il suo destino. L'ombra, con un movimento calcolato, sgozzò i suoi genitori con una freddezza spietata, mentre Ethan, incapace di distogliere lo sguardo, vide il sangue versarsi come lacrime sulla sua famiglia ormai perduta.

A quel punto l'ombra, ancora sorridendo, scomparve nella notte, lasciando il giovane solo, con il peso di un destino oscuro che incombeva su di lui.

Ethan barcollò attraverso la stanza, con il terrore ancora impresso nei suoi occhi ormai annebbiati dalle lacrime. Ogni passo verso i suoi genitori era come un'eternità, un percorso che lo portava più vicino alla cruda realtà della loro perdita. Il silenzio era rotto solo dallo scoppiettare del fuoco nel camino, che sembrava un'eco distorta di una normalità ormai lontana. Si avvicinò ai suoi senza emettere suono, come se il peso dell'orrore avesse assorbito anche la sua voce. Le fiamme danzanti proiettavano ombre inquietanti sui loro volti pallidi, mentre il giovane ragazzo si lasciava cadere sulle ginocchia accanto ai loro corpi esanimi. I suoi occhi si riempirono di lacrime che scorrevano come ruscelli salati lungo il suo volto. L'atmosfera intorno a lui era carica di un lutto profondo, il dolore che permeava l'aria come un'onda di tristezza palpabile. Il ragazzo poteva sentire il freddo dei loro corpi senza vita, toccando con tremule mani quelle ormai rigide dei suoi genitori. Il suo pianto era un lamento disperato, un suono straziante che si mescolava con il crepitare delle fiamme e il sibilo del vento fuori dalla finestra. Le lacrime scorrevano copiose, un fiume incontenibile di dolore e abbandono. La sua voce, soffocata dai singhiozzi, s'alzava come un'invocazione mesta al cielo.

La profezia perdutaWhere stories live. Discover now