Una settimana dopo
Non riuscivo a credere che quelle settimane fossero volate così velocemente. Guardai il calendario mentre mi preparavo il caffè: era l'ultimo giorno per noi.
«Che fai?» sentii la voce di Sofia dietro di me. Mi girai appena, sorridendo, mentre poggiavo la tazza sul bancone. Le avvolsi i fianchi con le braccia e lei si avvinghiò al mio collo, sentii il suo respiro caldo contro la mia pelle.
«Domani si torna a casa.»
«Non ricordarmelo.» si lamentò, facendo una smorfia. «Starò in punizione per un bel po' di tempo.»
Le sorrisi, divertito. «Guarda il lato positivo, mia madre lavora in ospedale, quindi sarà più difficile che ci becchi. Potrei farti compagnia.» Le sussurrai all'orecchio, cercando di farla sorridere.
«Hai ragione.» Mi baciò dolcemente sulle labbra.
«Questa sera ti porto in un ristorante chic, e ti ho anche fatto un piccolo regalo che dovrai indossare.» dissi con un sorriso malizioso. Sofia mi guardò, confusa ma incuriosita. «Cosa?» Mi alzai e andai in camera a prendere il regalo. Glielo porsi con un sorriso divertito. Quando lo aprì, sgranò gli occhi e rise incredula. «Ma tu sei scemo!» esclamò, ridendo mentre guardava il reggiseno di pizzo, le mutandine di pizzo e l'oggetto rosa.
«Dimmi che non è quello che penso.» La sua faccia diventò rossa come un pomodoro.
«Sì, è proprio quello che pensi.» dissi, ammiccando. «Lo indosserai durante la cena.»
«Ma sei impazzito? C'è gente là!» protestò, ma non riuscì a trattenere una risata imbarazzata.
«Questo è il bello.» risposi, facendole l'occhiolino. Sofia mi fissò incredula, le guance ormai di un rosso intenso, stringendo il piccolo oggetto tra le mani. «Non ci penso nemmeno!» esclamò, scuotendo la testa con decisione.
Sorrisi divertito, appoggiandomi al bordo del bancone e incrociando le braccia. «Oh, avanti, sarà divertente. Nessuno se ne accorgerà.»
«Divertente per te, magari!» ribatté, posando il regalo sul tavolo e incrociando a sua volta le braccia. «Io invece rischierò di morire di vergogna.» Mi avvicinai lentamente, accorciando la distanza tra di noi, fino a sfiorare il suo viso con il mio. «Fidati di me.» le sussurrai con un tono malizioso. «Ti prometto che sarà una cena indimenticabile.» Lei sospirò, mordendosi il labbro inferiore, visibilmente combattuta. «Non ci credo che sto anche solo pensando di accettare questa follia.» mormorò, guardandomi con un misto di rimprovero e complicità. Sorrisi soddisfatto, sapendo che avevo quasi vinto. «Dai, amore, sarà il nostro piccolo segreto.» Mi guardò ancora per qualche secondo, poi scosse la testa ridendo piano. «Se qualcuno si accorge di qualcosa, giuro che ti uccido.»
«Perfetto!» esclamai, afferrando il regalo e poggiandoglielo di nuovo nelle mani.
«Ora, vai a vestirti. Ho un'altra sorpresa per te questa mattina.» Le diedi un bacio sulla guancia «Sei proprio un cretino.» disse, mentre si dirigeva verso la camera con il pacchetto.Mi occupai della cucina mentre aspettavo che si preparasse. Quella mattina mi ero svegliato presto per sistemare tutto in modo perfetto. Quando saremmo tornati a Madrid, sarebbe stato il compleanno di Sofia e volevo sorprenderla. Un momento tutto nostro.
Appena uscì dalla stanza, rimasi senza parole. Era bellissima. Indossava una maglia rosa a maniche lunghe, jeans neri e le sue amate Vans. I suoi lunghi capelli le cadevano fin sotto il seno. «Vogliamo andare?» le dissi, porgendole la mano mentre aprivo la porta.
«Perché tutte queste sorprese?» mi chiese, curiosa.
«Sai che quando torneremo a casa sarà il tuo compleanno, quindi volevo festeggiarlo un po' prima, solo noi due.» dissi sinceramente.
«Chi lo avrebbe mai detto? Gabriel Romero, dolce e romantico.» scherzò, baciandomi sulle labbra.
«Tu fai uscire la parte migliore di me.» risposi, mentre la facevo entrare in auto.
«Smettila, o mi farai piangere.» mi disse sorridendo, mentre avviavo l'auto e ci dirigemmo verso il cinema.Appena arrivati, scese dall'auto. «Adesso devo bendarti.» dissi, prendendo un velo nero.
«Guai a te se mi fai cadere.» mi avvertì, ma la sua voce tradiva la sua preoccupazione nel farsi male.
«Non lo permetterò.» risposi con un sorriso, legandole la benda sugli occhi. L'accompagnai verso la sala, cercando di essere il più attento possibile mentre mi avvicinavo al ragazzo che vendeva i biglietti. Feci un cenno con la testa per indicare che era tutto pronto.
«Gabriel, se mi fai cadere davvero ti ammazzo.» disse, ancora con un filo di preoccupazione.
«Smettila di preoccuparti, non ci sono ostacoli davanti a noi.» risposi, trattenendo le risate.
Entrammo nella sala e le tolsi la benda. La guardai mentre cercava di capire dove si trovasse. «Siamo solo noi?» chiese, confusa. «Forse è troppo presto?»
«Ho prenotato una sala solo per noi.» risposi con un sorriso soddisfatto.
«Sul serio? Ma come hai fatto?» esclamò, i suoi occhi pieni di felicità e incredulità.
«Ho dei contatti.» dissi facendole l'occhiolino.
Improvvisamente il film iniziò, proiettato davanti a noi. Sofia mi guardò, scoprendo che era "Rapunzel: l'intreccio della torre.".
«No, ma tu sei davvero un cretino.» esclamò, scoppiando a ridere.
«Questo film ci rappresenta, non credi?» risposi con un sorriso malizioso.
«Quindi tu saresti il mio Flynn?» chiese, accarezzandomi il viso con dolcezza.
«Sì, e tu sei la mia Rapunzel.» risposi, avvicinandomi per baciarla intensamente.
«È tutto così bello. Ti amo da impazzire.» disse, con gli occhi lucidi mentre si stringeva a me.
«Anche io, amore mio. Tantissimo.» risposi, baciandola ancora una volta. Poi ci acomodammo, mangiando gli snack e godendoci quel momento magico mentre il film proseguiva.

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𝐄𝐍𝐃𝐋𝐄𝐒𝐒 𝟏
RomanceSofia García è una ragazza di soli 17 anni , stata abbandonata in tenera età davanti alla fondazione "Casa de los Sueños" ha vissuto la sua intera infanzia circondata da persone che la facevano sentire costantemente fuori posto. Fino a quando una fa...