Quando parli

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"Ja e che fa se per un giorno non studi?"
Mi riprese la bionda con la sua finta cadenza napoletana,riguardo l'esame di diritto penale per cui stavo studiando da giorni,senza stop.  "Te l'ho detto! È estremamente importante per me e non posso rischiare che mi boccino!"
Tentai di insistere per l'ennesima volta,contro la ragazza che sembrava non voler capire.
Lei,a differenza mia, aveva già dato tutti gli esami,riuscendo ad avere la vita sociale che io ormai non avevo da tempo.
"Ok,allora hai due scelte: o vieni,o veniamo noi"
"Ti credi simpatica?"
"Lo sono. Fai la tua scelta"
"Ti ho già detto che non poss-"
Terminó la chiamata senza darmi il tempo di rispondermi.
Serena è sempre stata una tipa testarda,e di certo non sarei rimasta sorpresa se mezz'ora dopo me la sarei ritrovata in casa,come era già successo svariate volte .

Il suono del citofono mi fece sobbalzare,e per poco non caddi dalla sedia.
Mi alzai,raggiungendo l'oggetto malefico che mi aveva distratta dallo studio.
"Chi è?"
"Apri"
"Non posso , ci sono le bambine "
"Ho già parlato con tuo padre,non è vero.E mi ha anche dato il via libera per invaderti casa"
Non rimasi molto stupita da quell'affermazione. Mio padre era da sempre stato un tipo libero,con voglia di vivere in ogni goccia di sangue nel suo corpo. Lui stesso era sempre il primo a cercare di distrarmi dal mio studio,per ogni minima cosa. Ha sempre voluto che mi godessi la vita a pieno.

"Affari tuoi,rimani fuori "
Rispondi frustrata,mettendo la cornetta al suo posto.
Se dicevo una cosa,quella rimaneva.
Sono sempre stata ferma sulle mie idee,e se io dovevo studiare non avevo scuse,neanche la poca voglia di farlo.
Sentii la serratura della porta,e successivamente essa spalancarsi.
"Buon pomeriggio splendore! Come procede lo studio?"
O almeno non questa volta. Se c'era una persona  a frantumare tutta la mia voglia di fare,quella era la mia migliore amica.

Spostai lo sguardo sulla porta d'ingresso,davanti alla quale erano piazzati la bionda e altri quattro ragazzi.
"Serena io cambio la serratura,non è possibile che fai sempre quello che vuoi!"
Esclamai , nuovamente innervosita dalla situazione.
"Cosa sei mi mamma? "
La fulminai con lo sguardo ,e questo bastó a farla tacere.
"Comunque Duccio e Andrea li conosci giá,loro sono Pietro e Marco"
Disse indicandomi un biondo e un decolorato,il quale i capelli erano molto rovinati,ma non espressi il mio pensiero.
Li rivolsi un lieve sorriso, chiaramente a disagio.

"Lei è Alexia , ve lo dico io perchè non aprirà bocca per le prossime due ore"
In risposta,le feci il dito medio,tornando a guardare i ragazzi spaesata nonostante fossi a casa mia.
"Oddio,hai la ps4! Ti prego possiamo giocare a fortnite?" chiese il decolorato,come un'adolescente che mette mano sulla sua prima console.
"Certo,gioca" dissi quasi balbettando senza un motivo preciso,mentre i due biondi si fiondavano sul joystick.

"Allora,ti devo raccontare" disse chiudendo il mio quaderno ed iniziando il suo lungo discorso sulla sua attuale frequentazione.
Questa volta,rispetto alle altre,sembrava davvero presa da questo ipotetico ragazzo di cui la conoscenza mi era ancora estranea.
Ormai era diventato abituale sperare che non ferisse l'ennesimo ragazzo,com'era solita fare.
A distanza di anni,non so se sia una barriera protettiva o semplicemente il suo modo di essere,ma in ogni caso non avrei mai potuto fargliene una colpa.

"No,ma dici davvero?" chiese il corvino,seduto su un bracciolo del divano preso più di me dalla conversazione.
"Ve lo giuro! Lui è quello giusto!" disse entusiasta,con gli occhi luccicanti.
"Vado a fumare" fu il mio commento al discorso,che trovavo estremamente surreale.

Mentre raggiungevo la porta finestra che dava sul giardino,mi richiamó una voce maschile,
"Ti spiace se mi aggiungo?"chiese il ragazzo,con cui mi ero ritrovata a conversare qualche sera prima.
Annuii,come per concedergli il permesso,per poi accendermi una winston rossa.

"Qualcosa da raccontare?" domandó tranquillo Andrea,che era sicuramente piú socievole ed estroverso di me.
Scrollai le spalle , non essendo solita a raccontare le mie giornate alla gente .
"Capisco" fu l'ultima affermazione che espresse il moro prima di un lungo momento di silenzio.

"Comunque il tuo amico dovrebbe sistemarsi i capelli" feci sfuggire quel pensiero,senza neanche accorgermene.
"Glielo diciamo tutti,peró non farne parola che si arrabbia. È permaloso il ragazzo" disse,risuonando piú come un avvertimento.
Scoppiammo entrambi a ridere,divertiti dall'atmosfera che si era creata da un misero commento su dei capelli.
"Sei simpatica,quando parli"
Confessò,e non sapevo bene come prenderla.
Si sono sempre stata introversa,ma questo era un complimento o una presa in giro?
"Andrè! Invece di provarci vieni a vedere la partita!"
Esclamò l'argomento principale del nostro discorso,richiamando l'attenzione del ragazzo davanti a me.
"Scusa,il dovere mi chiama "

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SPAZIO AUTRICE
I nostri protagonisti iniziano a legare!
Come si svilupperà il loro legame?

Capitolo piú lungo rispetto agli altri,ma non mi piace😭
Fatemi sapere cosa ne pensate ❤️
Buona lettura!

Disordine - Faster \ bnkr44Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora