𝗲𝗶𝗴𝗵𝘁 - 𝗾𝘂𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗱𝗲 𝗲𝗻𝘁𝗿𝗲 𝗻𝗼𝘀𝗼𝘁𝗿𝗼𝘀

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Sol's Pov.

Finite le dure ore di studio a casa del ragazzo che mi stava per far andare al manicomio, vengo chiamata dal sottoscritto per pranzare.

"Vieni, mangiamo in terrazza, quella che dà la vista sul mare" afferma.

Io lo seguo senza dire nulla arrivando a sedermi davanti a lui.

Iniziamo a mangiare senza che nessuno dica nulla.

"Non possiamo non parlare" dice. Io lo guardo confusa.

"Che vorresti dire?"

"Odio il fatto che ora mi disprezzerai ed eviterai"

"Beh certo, vuoi che ti stia sotto come le altre milioni di ragazze su questo mondo, no?"

"Non ho detto questo" si difende.

"Ma lo hai fatto intendere" lo ammutolisco.

"Possiamo far pace?" domanda dopo infiniti minuti di silenzio.

"No"

"Va bene, ma io ci proverò fin quando non mi dirai di sì" afferma sicuro di sé.

"Provaci pure, io non perdono mai" mi alzo, lascio i piatti nel lavandino e scendo in salone.

Hector's Pov.

Sol mi era sembrata molto strana al telefono perciò, appena mi sono liberato dagli impegni, ho chiamato Lamine pretendendo delle spiegazioni.

"Lam mi spieghi perché mia sorella mi ha chiamato chiedendomi di venirla a prendere?" domando quasi arrabbiato.

"Lunga storia"

"Oh ma che diamine! Mi rispondete allo stesso modo ora? Voglio sapere cosa è successo!" esclamo ormai esaurito.

"Senti Hec, se lei vorrà parlartene lo farà, non sono di certo io la persona che deve raccontartelo" dice per poi attaccarmi in faccia.

Ma che giorno è oggi? Il giorno 'attacca in faccia a Hector'? Non sopporto più nessuno, e pensare che mi ritroverò entrambi all'allenamento.

Mollato il cellulare vengo richiamato per qualche altro giro di shooting e, dopo qualche ora, finisco i lavori e guido fino al centro.

Arrivo lì subito dopo i due che non mi stavano facendo capire nulla, mi mandavano completamente in confusione.

"Ehilà" saluto.

"Ciao" afferma fredda Sol.
Non era da lei, quando mi vedeva fremeva dalla gioia e mi saltava in braccio felice.

"Bella fra" saluta ugualmente Lamine, forse con un pizzico in più di allegria.

"Sol dobbiamo parlare" dico serio attirando l'attenzione di entrambi.

"Va bene" sospira e mi segue a ruota.

Ci fermiamo in un punto impreciso del centro, dove inizia a confidarmi il motivo per il quale mi avesse chiamato nel bel mezzo di un lavoro.

"Cavolo" riesco solo a dire.
Lei mi guarda con occhi dolci pensando che io in qualche modo mi possa arrabbiare.

"Devi capire che non sono arrabbiato, certo non ti dico che mi fa strano, però non mi arrabbierei mai con te perché ti sei presa una cotta per il mio migliore amico" lei mi sorride.

"A me mica piace" afferma lei non del tutto sicura.

"Ah no? Hai gli occhi a cuoricino mio quando lo vedi"

"Mi ha messo in una brutta condizione, ora come ora non voglio né risolverci né parlarci, che sia chiaro"

"Come vuoi cucciola" mi riduco a dire lasciandola poi da sola sugli spalti in compagnia di Alex.

Torno verso Lamine guardandolo con lo sguardo deluso.

"Caro mio, hai fatto un bel casino" gli metto una mano sulla spalla sbuffando.

"Poi se lo viene a sapere Alex" affermo leggermente intimorito.

"Sarà ancora peggio! Pedinerà Sol ovunque" continua il mio amico per me con lo sguardo perso.

Ci giriamo verso le due ragazze sugli spalti.

"Io vado un'attimo là, intanto vai in campo te" finisce la frase e corre velocemente dalle due more.

Sol's Pov.

Vedo Lamine correre in direzione nostra, ricevendo uno sguardo scocciato da Alex.

"Ma eccolo qua, quello che fa dormire le ragazze a casa sua" afferma lei incrociando le braccia.

"Eccola che riparte, l'ho ospitata, non l'avremmo mai svegliata per farla andare a casa" prende un po' di fiato e parla.

"Si e chissà che ci hai fatto Lamine" io lo guardo preoccupata rigirandomi subito verso la mora.

"Nulla, non abbiamo fatto nulla" dico io intromettendomi nel discorso.

"Ah si? Perché dalle telecamere di sorveglianza risultano esserci dei rumori ambigui dalla camera di Lamine" afferma lei sorridendo malefica.

"Ok, ma anche se fosse, io e te non stiamo insieme, siamo solo amici!" dice Lamine.

"Ma perché noi due, che ci conosciamo da una vita, non possiamo essere qualcosa? Perché lei e non io?" urla e sbraita contro di lui.

"Ok io mi sento di troppo, ciao!" cerco di abbandonare il luogo con scarsi risultati.

"Eh no cara mia, tu c'entri e pure tanto, ti rovinerò a costo di avere Lamine solo per me" mi sussurra all'orecchio Alex cercando di intimorirmi.

"Te lo regalo se vuoi" Lamine cerca di trattenere le risate, non era proprio il momento di ridere: Alex stava avendo un attacco di rabbia potente.

"E poi, perché devi scaricare tutta la tua rabbia su di me, insomma, lui vuole me, non te" affermo soddisfatta mentre Lamine mi mette un braccio intorno alle spalle.

Lei indietreggia fino ad arrivare all'uscita del centro.

"Fort te la farò pagare!" urla lei uscendo.

"Ehi quello è anche il mio cognome" urla di rimando Hec mentre faceva qualche esercizio.

Io e il moro ci guardiamo ridendo della scena imbarazzata che ci si era palesata davanti.

Dopo l'uscita della ragazza, mi distanzio pian piano da Lamine mettendomi almeno ad un metro di distanza.

"Comunque grazie" il silenzio se n'era andato, Lamine aveva cominciato a parlare.

"Di cosa?"

"Beh hai difeso sia me che te, nonostante io ti abbia ferita in qualche modo"

"Che rimanga tra noi: adoravo molto di più vederla incavolata, per questo ti ho difeso" lui mi sorride tirandomi un pugnetto sulla spalla.

"Ahia" esclamo.

"Ammazza per così poco"

"Sì sono debole, ok?" lui ride e lentamente torna in campo alternando lo sguardo tra me e la palla.

Spazio Autrice.

Eccoci qua! Nuova ora spastica, nuovo capitolo.

Gli indizi della prossima storia (ovviamente non su Lamine) saranno nel prossimo capitolo.

Buona lettura, non siate lettori silenziosi!🫶🏻

𝙏𝙤𝙙𝙤 𝙥𝙖𝙨𝙖 𝙣𝙖𝙙𝙖 𝙨𝙚 𝙤𝙡𝙫𝙞𝙙𝙖 - 𝙇𝙖𝙢𝙞𝙣𝙚 𝙔𝙖𝙢𝙖𝙡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora