Prologo

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15 anni prima

"E' pronta la colazione, svegliati prima che arrivi tuo padre". Mamma mi sveglia sempre in modo dolce, al contrario di papà; lui grida troppo. Lui grida sempre. Mi scopro con calma e mi metto seduto sul letto, le finestre sono ancora chiuse, ma percepisco che fuori è nuvoloso. Indosso gli occhiali e mi dirigo al piano di sotto, mi lascio invadere dall'aroma di torta all'arancio e cannella, la mia preferita. Mamma cucina sempre per me e papà, è così brava a farlo. La guardo mentre sforna la colazione, oggi il suo viso è più cupo e i suoi capelli sono spettinati, sarà per colpa del cielo grigio. "Dov'è papà?" chiedo. "E' uscito, sarà qui tra poco. Muoviti a mangiare e vestiti in fretta, se ti trova ancora così saranno guai, oggi è nervoso". 

Non sopporto quando papà è nervoso, perché lo è anche mamma e le mattine sono frenetiche. Devo fare tutto in fretta per non farmi trovare in casa da lui. Odio la mattina, se è frenetica la odio ancora di più. 

A scuola la giornata procede come sempre ed il cielo non ha ancora deciso a lasciare andare la pioggia. "Wesley, complimenti per il tuo lavoro, hai una bella fantasia per essere un ragazzino". "Gra-gra-gra-grazie signor Murray".

Il signor Murray ha detto che ci insegnerà a scrivere e diventeremo dei grandi autori sotto la sua ala, io, però, non voglio fare lo scrittore da grande, voglio fare il bibliotecario. 

Esco dall'aula per dirigermi verso l'uscita ed incontro Peter con il suo gruppo, ha perso la mamma un anno fa e da allora insulta sempre la mia. "Ecco il balbuziente quattr'occhi, cavolo ma le sfighe le hai tutte tu? Lo sa tua madre che ha un figlio sfigato? O anche lei è come te?" Li guardo darsi spallate di compiacimento e non rispondo. Mi odio per questo, non so mai cosa rispondere e se lo faccio balbetto, il che alimenterebbe i loro insulti, quindi taccio e in silenzio mi allontano da loro ed esco dalla scuola. 

Finalmente piove. Amo la pioggia. Quando piove non sono obbligato a uscire di casa per non incontrare papà. Quando piove la luce nella mia cameretta è diversa e mi fa venire voglia di leggere un bel libro. A mamma non piace, invece. Dice che l'umidità che porta con se un temporale la rende brutta perché le gonfia i capelli e il suo viso assume un colore grigiastro. E' vero, ma non è brutta. Secondo me i suoi occhi grigi si illuminano, abbinati al colore del cielo.

Prima di andare a casa farò un salto alla biblioteca della mia città a prendere un libro adatto ad una giornata come questa. Sally, la bibliotecaria, è una donna grassoccia, con i capelli neri ed il doppio mento. E' gentile come il signor Murray e mi piace perché non permette agli altri ragazzini di chiacchierare, quindi anche io non devo farlo. 

Mentre scorro con gli occhi i titoli nello scaffale, sento il mio piede destro allungarsi senza controllo e mi ritrovo per terra. In un secondo realizzo cosa è successo: sono caduto dopo aver messo il piede su un libro che si trovava sul pavimento. Per fortuna gli occhiali sono intatti, altrimenti mio padre mi avrebbe picchiato. Vedo una testa comparire davanti ai miei occhi. Non è una semplice testa. E' il viso più bello che abbia mai visto. Boccoli biondi fanno da cornice a due occhi verdi smeraldo e un sorriso imbarazzato anticipa delle parole che non hanno suono. Mi alzo in fretta, imbarazzato. Sistemo la mia giacca, guardo a stento la ragazzina di fronte a me e mormoro "Scu-scu-sa", prendo il primo libro che trovo sullo scaffale e scappo. Per cosa mi sono scusato, esattamente?

Arrivo a casa e cerco subito mamma. La trovo indaffarata con ago e filo a riparare la giacca di papà, le do un bacio sulla guancia. "Com'è andata a scuola?" mi chiede. "Be-bene. Il Si-signor Murray ha d-d-detto che ho f-f-atto un bel lavoro. P-p-poi sono andato in biblioteca a p-p-rendere un libro da le-le-ggere". "Bravo tesoro. Vuoi che ti porti un tè in camera?" "S-s-si, grazie mamma. Anche c-c-on la torta di questa mattina". Arrivo in camera, mi siedo alla mia scrivania, accendo la luce e apro il libro. Non so di cosa parli, non ho avuto il tempo di sceglierlo a dovere, non so se mi piacerà. La copertina è di cuoio e le scritte sono sbiadite, non so neanche qual è il titolo, però l'autore è un certo Edgar Whitemore, non lo conosco. 

Dal piano di sotto sento i passi delicati di mamma salire le scale seguiti dalla porta principale che si spalanca e la voce di papà che impreca "Cazzo piove troppo, odio questo tempo di merda. Abigale preparami un bagno caldo che devo uscire, i miei colleghi mi aspettano. Sbrigati, cosa ci fai con quel vassoio?" I passi di mamma tornano indietro in fretta e sento un forte tonfo che anticipa il rumore di cocci. "Ti ho detto di muoverti, puttana!" Papà parla sempre così a mamma, ma a me non piace che lo faccia. "Fai piano, Wesley è in casa" la sento dire. Papà non risponde, ma sento che si dirige verso la mia cameretta e spalanca la porta "Ciao Wes, come è andata a scuola?", "Non mi piace che parli così a mamma" mi sento rispondere. In un attimo sento il sangue gelarmisi nella vene, il collo mi si immobilizza e le mani iniziano a sudarmi. "Impara a farti i cazzi tuoi, ragazzino, vedrai che la vita per te sarà più semplice" e chiude la porta. Lascio andare un sospiro e torno al mio libro, sarà meglio cominciarlo. 

"In quella notte solenne, ove il firmamento parre aprirsi al mistero, le stelle cadenti, lacrime argentee del cielo, solcano la volta oscura come messaggeri d'arcane sorti. E' la notte di San Lorenzo, quando l'etere stesso sussurra di meraviglie e di segreti nascosti agli occhi profani. Sotto il chiarore placido della Luna, che tutto veglia dall'alto, si cela un'antica promessa. Non a tutti è concesso di udire il richiamo della magia, ma solo a colui che, prescelto dalla dea notturna, volge il cuore puro verso l'infinito. In quell'istante effimero, quando la stella cadente spira la sua breve vita, il prescelto riceve il dono del sogno, un frammento di luce celeste che si fa destino. Perché nella notte di San Lorenzo, quando la luna bacia la terra con il suo raggio argenteo, la magia si compie, e chi è scelto, d'innanzi al cielo, sa che il suo desiderio non è che l'eco di un volere divino."

Dopo aver letto le prime righe, decido che questo libro non fa per me, lo chiudo e so già che l'indomani lo avrei riconsegnato alla biblioteca.

"Wesley, devi acquisire il mio potere, lo devi fare il 10 agosto alle 23:43. Il caos è vicino e tu sei la chiave. Ricorda: il caos è vicino Wesley." Rumori forti sovrastano quella voce ambigua, sento donne gridare e bambini piangere. Vedo gente in terra che sembra morta, ma so che non lo è. Cammino sotto shock in mezzo ad una città in subbuglio. Ma cosa sta succedendo? Qualcuno tocca la mia spalla, mi volto e vedo due occhi smeraldo guardarmi imploranti. "Abigale, che sta succedendo, non capisco" Mi prende per mano e mi conduce davanti ad una teca contenente un libro, è il libro che ora si trova sulla mia scrivania. Lei mi guarda, ma non dice niente; eppure, io capisco che devo prenderlo.

"Stai per fare tardi a scuola, se ti alzi ora farai ancora in tempo". Sento la voce di mamma scuotermi dal sogno burrascoso che stavo facendo. Mi lavo, mi vesto, mangio e vado a scuola. Durante la lezione di latino mi ritrovo ancora a pensare a quel sogno. Cosa voleva significare?

Non appena torno a casa mi dirigo immediatamente in camera e apro di nuovo quel libro e dopo un'attenta lettura decido di fare esattamente quello che chiede.

***

È la notte di San Lorenzo, ho tutto: il libro, l'acqua, le candele e la luna è ben visibile. Sono le 23:34, a breve inizierò il rito, così da togliermi questo dubbio e la facciamo finita. Se non torno in fretta a casa mio padre potrebbe venirmi a cercare. Una volta giunto l'orario giusto accenderò le candele, verserò l'acqua carica del potere lunare sul libro e dovrò pronunciare "ti accolgo, ti accolgo, ti accolgo".

"Wesley, testa di cazzo ma cosa cazzo stai facendo qui a quest'ora? Sei un coglione, dormi nel prato? Vieni a casa che ti farò ricordare per tutta la vita questa notte"

Cavolo mi sono addormentato, avrà funzionato l'incantesimo?



Il manipolatore di sogniWhere stories live. Discover now