### Capitolo 1: Il segnale
Il cielo sopra l'Osservatorio di Arecibo era punteggiato da un'infinità di stelle che brillavano come piccole ferite nell'oscurità. Le gigantesche parabole della stazione captavano, incessantemente, i flebili echi dell'universo. La Dott.ssa Alessandra Ferretti era lì, come ogni notte, seduta davanti a un banco di monitor che vomitavano dati sotto forma di onde radio, grafici, numeri e simboli. La sua mente, abituata a elaborare e scartare automaticamente i dati inutili, vagava tra pensieri e ricordi lontani. La perdita del compagno, morto su Marte in una missione fallita, era un dolore che si era ormai calcificato dentro di lei, una ferita aperta che però era riuscita a sfruttare come motore della sua insaziabile ricerca della verità. Quella notte, tuttavia, qualcosa di diverso stava per accadere.
All'improvviso, sullo spettrogramma apparve una sequenza di impulsi regolari. Alessandra aggrottò la fronte, avvicinando lo sguardo al monitor. Non era un fenomeno raro, in effetti la maggior parte dei segnali captati dal SETI si rivelavano essere interferenze terrestri, ma qualcosa in quel pattern catturò la sua attenzione. La sequenza sembrava troppo precisa per essere frutto del caso.
"Sam," chiamò con una voce che tradiva una punta d'inquietudine.
Sam Rodriguez, che stava armeggiando con un'altra console, si girò e le lanciò uno sguardo interrogativo. Il suo viso, di solito illuminato da un sorriso sornione, si fece più serio quando vide l'espressione di Alessandra.
"Che succede?" chiese, avvicinandosi al suo banco.
Alessandra indicò il monitor. "Guarda qui. Non ti sembra... strano?"
Sam si chinò per osservare meglio. Studiò il grafico per qualche secondo, poi collegò rapidamente il suo laptop al sistema principale per eseguire un'analisi più approfondita. Il tempo passava lentamente, scandito solo dal ticchettio della tastiera e dal ronzio dei server. Dopo qualche minuto, Sam alzò lo sguardo verso Alessandra.
"È interessante," disse infine. "Non è un'interferenza terrestre, né un segnale conosciuto. Il pattern è troppo regolare, potrebbe essere artificiale."
Il cuore di Alessandra accelerò. Sapeva bene cosa significava quella parola: artificiale. Non era la prima volta che il programma SETI captava segnali che sembravano non naturali, ma la maggior parte si rivelava essere falsi allarmi. Tuttavia, ogni volta che un'anomalia veniva individuata, l'adrenalina scorreva nelle vene del team come un fiume in piena.
"Continua a monitorarlo," ordinò Alessandra, senza riuscire a mascherare l'eccitazione nella voce. "Devo chiamare Li e Emily."
Mentre Sam si occupava del segnale, Alessandra si diresse verso la sala conferenze. Lì, tramite un sistema di videocomunicazione sicuro, convocò il Professor Li Jianjun e la giovane ricercatrice Emily Carter. Il volto di Li apparve sullo schermo, il suo sguardo penetrante e riflessivo.
"Dott.ssa Ferretti, cosa succede?" chiese con il suo caratteristico tono calmo, ma attento.
"Abbiamo ricevuto un segnale," rispose Alessandra. "Sembra... artificiale. Voglio la tua opinione su questo."
Li non rispose subito, ma Alessandra sapeva che stava già elaborando tutte le possibili implicazioni di quella notizia. Poco dopo, anche il viso di Emily apparve sullo schermo, i suoi occhi spalancati e pieni di curiosità.
"Professoressa, è vero? Abbiamo trovato qualcosa?" domandò con entusiasmo. Emily era la più giovane del gruppo, ma la sua passione e abilità nella decodifica dei segnali la rendevano una risorsa insostituibile.
"Sì, Emily," rispose Alessandra. "Abbiamo trovato qualcosa, ma è troppo presto per fare ipotesi. Voglio che tu analizzi i dati criptografici. Li, tu concentrati sulla possibile origine astrobiologica del segnale. Voglio sapere se c'è qualcosa che possa collegare questo a una forma di vita extraterrestre."