🥀Capitolo 7: Odio a prima vista🥀

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⚠️SI CONSIGLIA DI TENERE LA MUSICA⚠️

Mi svegliai presto quella mattina, il dolore del duello ancora pulsante in ogni fibra del mio corpo. La luce del sole filtrava attraverso le tende della mia stanza, creando giochi di luce e ombra sul pavimento di legno. Mi girai lentamente, cercando di non aggravare le ferite, e vidi Eldrin seduto accanto al mio letto, il volto segnato dalla preoccupazione.

«Eryn, sei sicura di voler allenarti oggi?» chiese Eldrin, la sua voce un misto di apprensione e speranza.
«Sì, devo farlo,» risposi con determinazione, cercando di ignorare il dolore che mi attraversava ogni muscolo. «Non posso permettermi di restare indietro.»

Con un sospiro, mi alzai dal letto, sentendo ogni movimento come una sfida. Mi vestii lentamente, indossando la mia tunica da allenamento e legando i capelli in una coda alta. Eldrin mi osservava in silenzio, pronto ad aiutarmi se necessario, ma rispettando la mia volontà di fare da sola.

Ci dirigemmo verso il campo di allenamento del villaggio, un'area aperta circondata da alberi secolari che sembravano osservare ogni nostro movimento. Il canto degli uccelli riempiva l'aria, creando un contrasto stridente con la tensione che sentivo dentro di me. Altri elfi erano già lì, impegnati nei loro esercizi mattutini. Sentivo i loro sguardi curiosi su di me mentre mi avvicinavo al centro del campo, cercando di mantenere la calma.

Eldrin mi passò un arco e una faretra piena di frecce. «Iniziamo con qualcosa di semplice,» disse, cercando di incoraggiarmi con un sorriso.

Ma non c'era nulla di semplice nel domare il fuoco che ardeva dentro di me. Ogni volta che cercavo di concentrarmi, sentivo la rabbia crescere, ma le fiamme non rispondevano al mio stato d'animo. Scoccai una freccia, ma invece di colpire il bersaglio, si fermò a metà strada, lasciando una scia di fumo nell'aria. Ne presi subito un'altra e un'altra ancora, ma tutte le frecce che scoccai fecero la stessa fine della prima. C'era qualcosa che mi inquietava quella mattina ed ero nervosa per quello.

«Calma, Eryn,» mi disse Eldrin, avvicinandosi a me con passo deciso. «Devi imparare a controllare le tue emozioni.»
Le sue parole sembravano lontane, come un eco distante. La frustrazione montava dentro di me, e in un impeto di rabbia, afferrai una pietra e la lanciai lontano, vedendola rimbalzare sul terreno. «Non ci riesco!» gridai, sentendo le lacrime bruciare nei miei occhi. La mia voce risuonò nel campo, attirando l'attenzione degli altri elfi.

Eldrin non si lasciò scoraggiare. «Ci riuscirai, Eryn. Ma devi essere paziente. Il fuoco è potente, ma può essere domato.»
Gli altri elfi continuavano a guardarmi, alcuni con curiosità, altri con preoccupazione. Sentivo il peso delle loro aspettative su di me, ma non potevo arrendermi. Dovevo diventare più forte, per il bene del mio villaggio e per onorare la memoria dei valorosi guerrieri che avevano cercato di recuperare il cristallo.

Con un respiro profondo, ripresi l'arco e mi preparai a scoccare un'altra freccia. Questa volta, cercai di calmare la mia mente, di trovare un equilibrio tra la rabbia e la serenità. Chiusi gli occhi per un momento, ascoltando il battito del mio cuore e il sussurro del vento tra gli alberi. Quando li riaprii, sentii una nuova determinazione crescere dentro di me.

La freccia volò dritta, e anche se non colpì il centro del bersaglio, procurò una piccola fiamma nella punta della frecca. Un piccolo successo, ma un passo nella giusta direzione.
Eldrin sorrise, il suo volto illuminato dalla soddisfazione. «Vedi? Stai migliorando. Continua così.»

Mi allenai per ore, tra alti e bassi, determinata a domare il fuoco che viveva dentro di me. Ogni volta che fallivo, sentivo la frustrazione crescere, ma Eldrin era sempre lì, con parole di incoraggiamento e consigli preziosi. Mi mostrò tecniche di respirazione per calmare la mente e mi insegnò a visualizzare il fuoco come un alleato, non come un nemico.

L'Ultima Dei Guardiani (in pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora