Come ogni volta mi chiusi nella libreria a continuare i miei studi, feci strisciare la mano per tutto lo scaffale inferiore dei libri, c'erano di ogni dimensione, grandi, piccoli, alti, bassi, mattoni, libricini. Mi fermai sul libro di latino e lo presi per poi appoggiarlo sul tavolino di legno, tornai davanti la libreria e presi anche quello di greco e quello di ebraico antico. Oggi avrei ripassato un po' di grammatica delle tre lingue antiche. Posai il vaso di girasoli che Paolina mi aveva regalato un po' più lontano dai libri e aprii la finestra per far cambiare l'aria. Sentii una musica armoniosa seguita da una voce cristallina, volevo tanto vedere chi fosse e da dove arrivasse, ma dovetti accostare la finestra per diminuire il rumore. Mi sedetti su quella scomoda sedia di legno che accompagnava i miei studi da ormai sei anni. Presi il volume di greco e lo aprii a pagina 30 e lessi ad alta voce.
"Così NUKTÒS significa di notte, NUKTÌ vuol dire nella notte, infine NUKTÀ per tutta la notte; Al Genitivo il prezzo se tu intendi PÒSOU POLÈIS , vuol dire "a quanto vendi? "Se di comprare esprimer vuoi l'intento PÒSO ONÈI, "per quanto compri?" è uno strumento; Invece quando usi l'espressione PÒSON DÙNATAI , "quanto vale?", è un'estensione."
Fino a questo punto era abbastanza facile, più o meno, ma era solo un ripasso quindi bene o male mi ricordavo tutto. I miei pensieri furono interrotti dalla servitù.
"Le ho portato il pranzo di oggi, signorino Leopardi" -Sussurrò. Ringraziai e misi da parte i libri per mangiare, mi aspettavo un pasto buono e invece c'era quella maledetta minestra, preferivo essere un ignorante che giudica la gente per il loro aspetto che mangiare quell'ammasso di verdure in acqua, di solito mi piacciono gli ortaggi, ma non in questo stato. Mi feci forza e finì quella zuppa, non degna di essere chiamata cibo. Presi il libro di latino e continuai con esso fino a sera, riposi e volumi nel loro scaffale e uscii dalla libreria, camminai per le varie stanze guardando ad ognuna fuori dalla finestra, vedevo stelle su stelle, meravigliose costellazioni. Decisi di dirigermi verso la mia camera da letto, per rilassarmi, ma sbattei contro un divano e caddi di faccia a terra, la mia vista stava diminuendo sempre di più, vedevo solo colori su colori senza bordi. Ma non che mi interessasse, bastava che vedessi il libro e le mie mani. Finalmente arrivai alla porta della mia camera e la aprii, mi gettai sul letto di peso come un sacco di patate. Che pigro che sono, sarebbe meglio almeno sedersi sulla sedia davanti la mia scrivania. Gli uccellini iniziarono a cantare formando una melodia calmante. Questa atmosfera venne interrotta da un qualcuno che bussava insistentemente alla porta.
"Avanti!" -Gridai infastidito, come sempre era un servo, adesso mio padre cosa si sarà inventato.
"Vostro padre mi ha mandato a dirle che la cena è pronta e vorrebbe vederlo a tavola per parlare del vostro futuro" -La mia pazienza sta giungendo al limite, ma decisi di nascondere la rabbia e rispondere normalmente.
"Grazie dell'informazione, avvisa che arriverò subito" -Annuii e chiuse dolcemente la porta, mi alzai dalla sedia irruentemente facendo cadere la sedia, se non ci fosse stato il letto, la sedia avrebbe colpito il pavimento facendo un rumore assordante. Andai davanti allo specchio e mi sistemai i capelli, aprii la porta ed uscii dirigendomi verso la cucina, dove tecnicamente dovevano aspettarmi mio padre e mia madre. Arrivai all'ingresso di essa, questa riempiva due stanze per il tavolo rettangolare molto grande, mio padre era seduto a capotavola e mia madre alla sua sinistra.
"Siediti, figlio mio, dobbiamo discutere seriamente" -Annuii e mi sedetti alla sua destra.
"Io e tua madre abbiamo deciso che, essendo che ormai hai 16 anni, hai bisogno di una sposa degna, la nostra dinastia deve continuare ad esistere" -Non mi è mai andata a genio il fatto che i genitori debbano scegliere per i figli chi sposare, è come un'eresia.
"Certo, Padre, chi mi darete in sposa?" -Mentii, mentii come sempre, mentivo sui miei sentimenti, sui miei pensieri, sulla mia religione, mentivo su tutta la mia vita.
"Nessuno ancora si è proposto, nessuno dei tuoi zii è disposto a darti in sposa la loro figlia, quando troveremo qualche ragazza, ti avviseremo."
Nel mentre ci portarono la cena, carne di cavallo e piselli messi accanto alla carne, oggi si sono sprecati vedo. Aspettai che mio padre incominciasse a mangiare, ma rivolsi lo sguardo verso mia madre, aveva un sorrisetto stampato in faccia.
"Giacomo, ti propongo una specie di sfida"
"Adelaide, cosa..." -Venne interrotto da mia madre
"Mi dica, Madre"
"Noi ti cercheremo una sposa, ma se tu né troverai una prima di noi e dei 21 anni, potrai prenderla come moglie" -Era una proposta allettante, mamma era sempre così, le piaceva mettermi alla prova, ostacolarmi e persino fare accordi-sfide di questo tipo, era il suo modo per mostrare affetto.
"Va bene, Madre accetto" -Questa fu la prima e ultima volta che la guardai negli occhi senza vedere un mostro che cercava di mangiarmi le interiora.
Finimmo di mangiare in silenzio, io fui il primo a finire, visto che la mia carne era già tagliata, non sapevo usare il coltello, mi dava pensieri orribili quando lo impugnavo. Preferivo andare sul sicuro. Dopo un quarto d'ora mio padre e mia madre finirono e quindi potei alzarmi e andarmene nella mia stanza. Quando stavo per uscire dalla stanza, mamma mi chiamò.
"Giacomo, ricordati di questa sfida, confido che tu la vinca"
"Va bene, Madre, lo farò" -Rispetto altre altre scommesse, come il lanciarsi da un ponte o il bruciarmi un dito, questa era quella più sicura, grazie al cielo.
Finalmente arrivai nella mia camera, chiusi la porta e presi dall'armadio la mia veste da notte, mi spogliai e me la infilai, questa veste mi era stata regalata da qualche serva, non ricordo chi fosse, ma era meglio lasciar stare le paranoie a domani mattina. Mi buttai sul letto, presi il mio peluche di pezza ricamato da un'altra ragazza della servitù a cui stavo a cuore, e chiusi gli occhi, ma una domanda mi tormentava.
Riuscirò veramente a trovare qualche ragazza da avere in sposa?
Angolo idioti
Ecco questo era lo speciale che vi avevo promesso, questo capitolo, questo libro è un romanzo che ho iniziato tempo fa e che se riuscivo a completare potevo trasformarlo in un vero libro! E' il mio sogno diventare una vera e propria scrittrice, ma se non ci riuscirò mi va anche bene wattpad, adoro la sua community e il fatto che ci si sostiene a vicenda. Ora vado, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, bye bye
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Dóse mou éna filí?-Speciale 100 follower
ChickLitRecanati, 1789, qui, in questa città e in questo anno nasce Giacomo Leopardi, lo conosciamo tutti no? Il poeta pessimista e sappiamo anche la sua storia, la sua vita...e l'amore della sua vita, Silvia, ma cosa sarebbe successo se non fosse morta? Se...