Capitolo 4

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Abby 

Quando lunedì la sveglia suonò, non mi sarei voluta alzare dal letto per nessun motivo. Non volevo andare in una scuola nuova in cui non conoscevo nessuno a parte Matt e Lucas.

Contro voglia mi tirai su dal letto e andai in bagno per lavarmi la faccia e i denti. Il mio riflesso nello specchio non mi piaceva per niente: capelli arruffati, occhiaie e fisico poco invidiabile. Anche se ero un ballerina, il mio fisico non era bello come quelli delle altre ragazze, o almeno, io non lo ritenevo tale.

Rifeci il letto e mi vestii con dei jeans, una maglietta bianca ed una felpa larga beige. Ai piedi non potevano non esserci le mie adorate Converse nere. Raccolsi i capelli in una crocchia che aveva molti ciuffi fuori posto e mi truccai un pochino con correttore e mascara, come facevo sempre.

Presi lo zaino in cui c'erano i libri per quel giorno, qualche quaderno per gli appunti, l'astuccio e l'agenda, in cui mi sarei segnata tutte le cose degne di nota: come interrogazioni, compiti in classe o qualche laboratorio.

Scesi le scale e mi diressi verso la cucina dove feci colazione con uno yogurt e i corn flakes.

<<Abby! Come ti senti? È il tuo primo giorno nella nuova scuola>>

Mia madre era radiosa come sempre e mi porse un panino.

<<Che cos'è?>> chiesi senza neanche rispondere alle sue domande.

<<E' per la merenda>>

<<Mamma, io apprezzo molto, davvero, ma ci saranno le macchinette, prenderò qualcosa da lì>> le dissi ridandole il panino indietro.

Dal mio zaino presi la mia borraccia vuota e la riempii con l'acqua del rubinetto.

Matt e Lucas arrivarono in cucina, e Matt mi salutò raggiante.

Lucas aveva dei jeans lunghi con sopra una polo blu scura e i capelli scompigliati come sempre. Mi rivolse un'occhiataccia, ed i suoi occhi blu notte si incastrarono nei miei con fare intimidatorio. Non ci diedi molto peso. Faceva sempre così.

<<Come andiamo a scuola?>> chiesi, non sapendo né dove si trovava l'istituto, né come arrivarci.

<<Volando>> rispose sarcastico Lucas. Non gli risposi male solo perché lì davanti a me c'era mia madre.

<<Che simpatico, Lucas>> disse mia madre. Sembrava seria. <<In realtà Carlos mi ha detto che hai una macchina e che accompagni Matthew tutte le mattine, quindi non c'è problema se porti anche Abby, vero?>> chiese rivolgendosi a Lucas, che aveva la faccia di uno che preferirebbe andare sul patibolo piuttosto che accompagnarmi a scuola. Il sentimento era totalmente ricambiato da parte mia.

<<No, certo va benissimo, non vedo l'ora di portarla a scuola>> rispose lui con un tono più finto delle Barbie e rivolgendomi un'occhiata di finta cortesia solo per soddisfare mia madre. Lei sorrise ed io alzai gli occhi al cielo.

Uscimmo di casa e mia madre mi rivolse un'occhiata strana. Forse speranzosa, non saprei. Seguii i due fratelli lungo un vialetto in selciato finché non vidi una macchina nera, che sembrava anche molto costosa, parcheggiata sul viale da cui ero entrata per la prima volta.

Mi sedetti sul sedile posteriore e mi misi le cuffie. Durante tutto il tragitto non aprii bocca, e cercai di memorizzare la strada che stava facendo Lucas, così sarei potuta andare da sola senza dover subire questa situazione.

Da davanti provenivano le voci di Lucas e Matt che erano coperte dalla radio che andava.

Dopo circa dieci minuti arrivammo davanti ad un istituto gigantesco, molto diverso rispetto a quello a cui ero abituata. C'era una marea di studenti che aspettavano l'inizio delle lezioni nel grande giardino che circondava la scuola, in cui c'erano panchine e tavoli in modo che gli studenti si potessero sedere e rilassarsi. Era un edificio grigio imponente, e per entrare c'era una scalinata che era come quelle dei film holliwoodiani.

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