New life / First chapter

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Evelyn

Il cancello della Atlanta History high School, era enorme, da davanti quel cancello vidi la scuola, all'esterno era triste e scura, ricoperta di legno con finestre sbarrate, il color rossiccio delle pareti esterne era su certe parti pieno di crepe.

Cominciamo bene.

<< Evelyn tranquilla andrà tutto bene. >>
Mio padre, era solito a dire le cose giuste per farmi sorridere, ma una cosa non riuscivo a capire perché tra tutte le scuole private che ci sono ad Atlanta io dovevo proprio entrare in quella, faceva al dir poco paura.
<< Non sono una bambina, so come affrontare le cose.>>
Dissi con la solita freddezza e lui sorrise, era abituato al mio solito comportamento e mentre presi coraggio facendo un enorme respiro, varcai quel cancello e lui mi salutò con la mano. Se fuori faceva paura, una volta superato quel cancello di ferro ormai vecchio, rimasi scioccata, dentro era completamente un posto diverso. I ragazzi fumavano e ridevano tra di loro le ragazze si scambiavano trucchi e robe varie, altre erano intente a fumare con i ragazzi o a pomiciare con loro.

L'avevo immaginata molto peggio

Mi sentivo al quanto diversa da loro visto che le divise erano al quanto strette e corte e io avevo richiesto la gonna più lunga per non mostrare troppo le coscie. Mentre mi avvicinavo al portone, alcuni ragazzi mi guardavano come se fossi strana, tutte le ragazze mi squadravano forse perché loro avevano tutti i capelli sciolti e lisci mentre io li tenevo stretti in una coda di lato, all'inizio pensai fossero i miei capelli il problema è dall'imbarazzo camminavo lentamente, guardai il telefono per vedere l'orario,

8.00

Perché nessuno entrava? Nella vecchia scuola tutti entravano in classe alle 8.00, forse avrei dovuto leggere l'email che mio padre mi aveva mandato il giorno prima. Entrai nel grande portone di legno che sembrava cadesse a pezzi, ma dentro la scuola era completamente diversa; Le pareti si alternavano tra l'arancione e il bianco, appena entrai c'erano due parenti piene zeppe di armadietti di metallo, ognuno con il nome dello studente a cui apparteneva. Mi sentivo veramente a disagio, ragazzi e ragazze mi guardavano, forse entrare a metà anno non è era stata una delle idee migliori e potevo benissimo restare a New Orleans fino alla fine dell'anno e poi una volta finita a scuola mi sarei trasferita qui. All'interno vidi immediatamente un grande vetro nel muro con una signora dietro, la segreteria, mi avvicinai al vetro e chiamai la signora bionda e riccia che era occupata a bere il suo caffè.

Dopotutto erano le 8 di mattina e anche a me serviva un caffè.

<< Scusi?>>
<< Buongiorno, sei la ragazza che oggi si deve trasferire? In effetti non ti ho mai vista qui, piacere Barbara, sai qui tutti gli studenti vengono qui per parlarmi di gossip e per fare le loro confessioni, in poche parole aiuto in amore gli studenti. >>
Notai fin da subito che la segretaria amava parlare, ma io ero diversa e se mai fossi andata a confidarmi con lei ero sicuramente impazzita.
<< Si sono io, sono Evelyn Davis, dovrei fare il quinto anno, non ho letto l'e-mail quindi non so in che classe sia ora.>>
<< Evelyn Davis hai detto?>>
Annui e Barbara si mise a scrivere sul MacBook rosa difronte a lei
<< Allora segna perché ti dico tutta la settimana scolastica che ti hanno assegnato, lunedì hai alla prima ora letteratura, alla seconda scienze.>>
Barbara si era messa a elencarmi tutte le materie della settimana e con le orecchie apertissime segnai tutto sulle note del telefono.
<< E infine venerdì all'ultima ora storia>>
<< Grazie mille.>>
<< Comunque qui si entra alle 8.30 per questo tutti i ragazzi sono nei corridoi o in giardino. Te l'ho detto perché ti ho visto spaesata.>
Ah ecco, quindi mi azzardai di pensare di poter andare a prendere il caffè, ma non conoscevo la scuola, ancora per poco, quindi guardando Barbara gli chiesi.
<< Va bene, ma dove posso trovare una macchinetta per il caffè?>>
<< Oh Evelyn hai bisogno di vedere la scuola! hai ancora mezz'ora di tempo, tranquilla ti chiamo una persona fidata sta tranquilla >>
Barbara ignorò completamente la mia domanda, e si mise immediatamente il telefono tra le mani, cercando nella rubrica, fece un sussulto quando riuscì a trovare il contatto che gli serviva. Aveva iniziato a blaterare qualcosa contro il telefono, e un pensiero mi invase la mente.

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