LOUISE
《Lou! Lou! Lou! Sveglia!!》Una voce mi svegliò dal mio sonno beato. Strinsi il mio cuscino e cercai di addormentarmi nuovamente.
《Louuuuu!! Svegliaaaa!!!》il letto subì come uno scossone e qualcuno di mia conoscenza cominciò a saltellare facendomi svegliare definitivamente.
《Marghe sto dormendo!》le dissi.
《No! Mi hai appena risposto!!》disse prontamente lei.
《Tu non capisci, cugina!!! Ho incontrato l'uomo della mia vita e tu dormi?!?!?!?!》continuò lei.
Accesi la piccola luce sul comodino e mi misi a sedere sul letto.
《E chi sarebbe l'uomo della tua vita?》le chiesi alzandomi e avviandomi ad aprire la tapparella.
《Ma come chi è?! È Romeo!!! È lui!!! È l'uomo della mia vita!! Da oggi chiamatemi Giulietta!!!》disse, lasciandosi poi cadere a peso morto sul letto.
《Tu non stai bene, cugina!!》le dissi mentre recuperavo un paio di slip e il mio grande asciugamano giallo, avevo bisogno di una doccia calda.
《Antipatica!! E poi ricordati che è grazie a me e al mio Romeo se il tuo dolce principe ha il tuo numero!》mi disse facendomi l'occhiolino.
《Il TUO Romeo??》dissi avviandomi verso il bagno. Lei mi seguì.
《È un po' prematuro, lo so, ma... sognare non costa nulla!!》disse lei.
In fondo aveva ragione e poi chi ero io per rovinare il suo sogno d'amore?!
《Marghe... sono felice per te! E poi hai ragione, sognare non costa nulla!》le dissi sorridendole.
Mi abbracciò. Le volevo un gran bene.
《Adesso ti lascio fare la doccia, ci vediamo giù in cucina!》
《Ah, Marghe, hai poi chiarito con tuo fratello?》le domandai.
《No! E non ho intenzione di parlare con quello stronzo!!》disse, scendendo poi le scale. Chiusi la porta a chiave. Aprii l'acqua nella doccia, intanto mi lavai i denti. Poi mi spogliai ed entrai sotto il getto rigenerante. Adoravo il mio bagnoschiuma alla vaniglia, simile al mio profumo, quello che faceva impazzire un certo ragazzo dagli occhi color della notte. Era stata la nostra serata perfetta. Lui bellissimo. Dolce. Romantico. Sensuale. E poi il bacio. Ibra mi piaceva, da impazzire. Sorrisi mentre mi insaponavo. Necessitavo di andare dall'estetista, non sopportavo i peli e appena vedevo la ricrescita dovevo assolutamente intervenire. Era uno dei pochi vezzi che avevo. Terminai di lavarmi, avvolsi il corpo nell'asciugamano. Poi districai i miei lunghi capelli, vi cosparsi sopra il mio adorato siero alla keratina e poi uscii senza asciugarli.
Appoggiai la mia mano sulla maniglia della porta della mia camera. Dei passi e una pacca sul sedere mi fecero voltare.
《Non toccarmi!》gli dissi.
《Non la pensavi così quando hai orgasmato per me, bambina!!》disse lui, prima di proseguire per la sua strada.
《Fottiti!》dissi entrando in camera. Ero rilassata e non avrebbe rovinato la mia giornata.
Indossai un paio di leggins neri, una canotta bianca ed una maxi t-shirt, era ormai autunno ma in casa faceva caldo. Poi scesi. Mio zio stava leggendo il giornale, mia zia stava cucinando. Marghe era seduta al tavolo che mangiava e guardava il cellulare. 《Buongiorno》dissi. Mio zio mi guardò senza proferire parola. Non ci eravamo chiariti. La questione era rimasta in sospeso. Volevo capire, scoprire, ma non in quel momento. Volevo mantenere la tranquillità e quella sorta di 'stato di grazia' della sera precedente. Mi avvicinai a lui, gli diedi un bacio sulla guancia e sorrisi. Lui ricambiò il sorriso.
《Buongiorno tesoro!》disse.
Feci la stessa cosa con mia zia. Non era quello il momento di affrontare i fantasmi del passato. Lei mi sorrise.
《Siediti Lolly, un paio di minuti e sforno la torta di mele!》disse. Andai vicino a Marghe.
《Allora, com'è andata la festa ragazze??》domandò mia zia.
Mia cugina abbassò lo sguardo imbarazzata. Adoravo la sua dolcezza.
《Molto bene, zia! Ci siamo divertite un sacco!》risposi io. Poi guardai Marghe, mi sorrise mimando un 'grazie'. Mia zia portò la torta. Iniziammo a mangiare e a chiacchierare.IBRAHIM
《Ancora dieci, forza!!》mi incitò Romeo.
《Mi vuoi uccidere per caso??》gli dissi.
《No! Voglio solo che tu sia al top della forma per la tua principessa dagli occhi verdi!》rispose lui.
《Non sei simpatico!》aggiunsi.
Avevo avuto la malsana idea di raggiunge il mio amico in palestra. Aveva ragione, ero un po' fuori allenamento e poi boxare mi aiutava a scaricare, a non pensare. Non avevo fatto i conti, però, con la vena da sergente di ferro del mio amico. Ero alla terza serie di flessioni e stavo per morire. 《Tu piuttosto con sua cugina?》gli chiesi, prima di terminare l'ultima ripetizione.
《Cosa vuoi che ti dica?!》disse lui sedendosi su una panca e prendendo il cellulare.
《La biondina mi incuriosice e non poco! È davvero carina, così allegra, dolce... pura!》disse lui.
《Già, al contrario tuo!》dissi io.
《Ehi, mi conosci! Mi piace divertirmi ma ho rispetto per le persone, soprattutto per le donne!》aggiunse lui.
《Fai attenzione con lei! È una brava ragazza, palesemente alle prime esperienze》dissi io prendendo la borraccia e buttando l'occhio al suo cellulare.
《Romy?!?》dissi io in tono scherzoso, per poi bere.
《Sì, ficcanaso! La biondina mi chiama così 》disse lui riponendo il cellulare.
《Pronto? Adesso facciamo sul serio!》disse lui.
《Certo! Mi sembra un buon giorno per morire!》aggiunsi io ridendo.
Terminata la 'tortura' feci la doccia in palestra, salutai il mio amico e andai al market, da mio padre. I miei genitori erano stati invitati a pranzo da alcuni amici ed io mi ero offerto di andare al market che era aperto sette giorni su sette. Si meritavano un po' di svago ed io avrei potuto studiare lì, non sarebbe stata la prima volta.
《Eccomi, padre, ci sono!》dissi appena entrai. Stava rifornendo uno scaffale.
《Finisco io! Non vorrai far aspettare la mamma?》chiesi.
《Certo che no! Non è rispettoso far aspettare le donne, ricordalo Ibra!》disse lui, poco prima di uscire.
Terminai di rifornire lo scaffale, poi passai la scopa ed infine mi accomodai in cassa. Presi il libro di storia e il quaderno degli appunti. Il giorno dopo ci sarebbe stato compito in classe e volevo mantenere alta la mia media.
《Dove cazzo mi hai portato?!》disse qualcuno con un certo disgusto.
《Prendi la tua cazzo di birra e andiamocene!》rispose l'altro.
'I soliti ragazzetti insolenti' pensai.
《Guarda guarda chi c'è!》
Alzai lo sguardo. Non erano i soliti ragazzetti insolenti, ma qualcuno che fece nascere in me un certo nervoso pensando alla serata precedente e alla sua mano che stringeva il braccio della 'mia' dolce Louise. Lo guardai.
《Posso aiutarti?》chiesi senza trapelare la minima emozione.
《Posso aiutarti?!?》scimmiottò lui.
《Non ce l'avete una birra in questa bettola??》chiese lui.
《Non vendiamo alcolici》risposi impassibile.
《E sentiamo, cosa vendete?》disse qualcun'altro.
Volsi lo sguardo verso destra. Era il ragazzo che aveva aggredito Romeo la sera precedente.
《Tutto ciò che vendiamo è esposto》dissi.
《Fanculo te e fanculo questo posto puzzolente! Prendo una Coca! Paga tu Ale!》disse il primo ragazzo rivolgendosi al secondo per poi prendere una bottiglietta ed uscire.
Il secondo ragazzo, Ale mi sembrava di aver capito, buttò una banconota da dieci euro sul bancone dicendo di tenere il resto. Lo guardavo fisso negli occhi.
《Arrivederci e buona giornata》gli dissi. Lui si avvicinò.
《Comunica al tuo amico di stare lontano da mia sorella!!》disse lui con tono minaccioso. Rimasi in silenzio. Non avrei ceduto alla sua provocazione né abbassato lo sguardo.
《Tenete lontane le vostre sporche mani dalle nostre ragazze!!》disse. Strinsi il pugno.
Lui sputò sul bancone e poi se ne andò.
'Che coglione' pensai. Oltrepassai il bancone. Guardai fuori per assicurarmi che se ne fossero andati. Lo vidi avvicinarsi ad un Suv nero. Appoggiate all'auto c'erano due persone, il primo ragazzo e... Jenny! Una compagna di classe, la stessa ragazza di ieri sera. Era spettinata, jeans stretti ed una camicia sbottonata da cui si intravedevano i seni. Il primo ragazzo le diede una pacca sul culo e poi salì. L'altro tipo le si avvicinò, le aprì la camicia dicendole qualcosa, poi le schiaffeggiò un seno. Infine salirono nell'auto. Scossi il capo. Certi comportamenti proprio non li capivo e mai li avrei accettati. Tornai dentro, mi aspettava il libro di storia.
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PROMESSA - luce
RomanceUn passo dopo l'altro, i suoi piedi che toccavano il nudo asfalto e ad ogni passo sembravano bruciare, ogni passo era come fuoco che sentiva espandersi in ogni sua fibra... nonostante la pioggia scrosciante. Lo sguardo alto, dritto davanti a sé come...