IL TEMPO SAPRÀ DARTI LE RIPOSTE CHE CERCHI

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LOUISE
Margherita mi guardava da un paio di minuti senza proferire parola.
Tempo di fare una doccia, avevo deciso di raccontare tutto ai miei amici. Dovevano sapere, soprattutto Margherita.
《Non me ne frega niente...》disse lei improvvisamente.
La guardai perplessa ed impaurita dalla sua reazione.
《Sei impazzita?!》chiese Matt.
《Non me ne frega niente... del legame di sangue... tu per me sei mia sorella... e questo non cambierà mai!!》disse lei alzandosi e abbracciandomi.
Ricambiai l'abbraccio.
《Anche per me tu sei una sorella!!》le dissi.
《Deve essere stato difficile... avrei voluto essere con te》disse Matt con un velo di tristezza.
《Sì... lo è stato e lo sarà!》replicai.
《Oh, mamma... dovrai affrontare i tuoi... cioè i miei genitori... è tutto così complicato...》disse Margherita.
《Mi dispiace che ti abbiano mentito... ma... forse... c'è un motivo...》aggiunse lei.
Erano i suoi genitori, erano degli ottimi genitori.
Normale che li volesse difendere.
La mia dolce e buona Margherita.
《Lo scopriremo...》replicai.
La suoneria di un cellulare spezzò il momento.
《È Amir, scusate... torno subito》disse Marghe scomparendo al piano di sopra.
《Lei e Amir sembrano avere un bel feeling...》dissi.
《Tra te e Ale invece, cosa c'è?》domandò Matt.
Mi aspettavo questa domanda.
Volevo essere sincera fino in fondo.
《Abbiamo fatto sesso!》dissi di getto.
Sgranò gli occhi.
《Cosa?! Quando?! Hai tradito Ibra?!》
《No... è successo ieri sera! Ero sconvolta, mi ha portata nel suo appartamento, si è preso cura di me... ed è successo... mi ha aiutato a non impazzire!》
Rimase in silenzio.
Mi guardava.
Conoscevo quello sguardo.
《Era già successo?》chiese diretto.
Mi aspettavo anche questa domanda.
《No... ma tempo fa mi ha baciata...》risposi.
《Non mi stupisco... ha sempre avuto uno strano interesse verso di te... tu cosa provi per lui?》
《Gli voglio bene, tanto! Lui è stato il primo a credere in me, il primo che mi ha spronato, a volte mi ha ferita... ma se, ad oggi, so quello che so, è merito suo!》risposi.
Non disse nulla.
Avrebbe voluto parlare, lo conoscevo.
Ma non era il momento.
《Matt, io amo follemente Ibra... non l'ho mai preso in giro sui miei sentimenti! Gli ho mentito sulla storia delle mie origini, è vero, ed ora ne pago le conseguenze... sono stata una cretina... ma lo amo...》dissi abbassando lo sguardo.
《Devi parlare con lui... dirgli ciò che hai detto a noi, a me!》disse lui prendendomi la mano.
《Lo so... ma non so come fare...》
《Troveremo il modo amica mia... 》disse lui con sguardo dolce.
《Il modo... per fare cosa?》chiese Margherita tornando a sedersi.
《Di vedere Ibra... vorrei sapere se sta bene...》dissi a bassa voce.
《Beh... un modo per vederlo ci sarebbe, non dico parlarci.. ma...》
《Cioè?》chiese Matt.
Alzai lo sguardo.
La guardai.
《Amir sta andando in ospedale a prendere Ibra, hanno anticipato le dimissioni, il padre è impegnato con i vigili del fuoco o roba del genere e...》
《Andiamo sotto casa... voglio vederlo... vi prego, anche solo pochi secondi... ne ho bisogno!》dissi frettolosamente.
《Non so se...》iniziò Marghe.
《Andiamo!》disse Matt alzandosi.
Lo conoscevo.
Era arrabbiato con me per la storia di Ale.
Me lo avrebbe detto e ne avremmo parlato, ma non ora.
Mi voleva troppo bene per non andare oltre.
Soprattutto in questo momento.
《Andate voi! Tra poco dovrebbero chiamare i miei e...》disse Margherita.
《Ok... a dopo》le dissi per poi uscire con Matt.
《Lou sei sicura? Dopo potresti stare peggio!》mi chiese.
《Matt ho bisogno di vederlo! Ti prego!》replicai.
Pochi istanti dopo eravamo in strada verso la sua casa.

IBRAHIM
Il medico ha deciso di mandarmi a casa prima del previsto.
Ho chiamato mio padre, ma era impegnato con i vigili del fuoco al market. Amir si è offerto di venirmi a prendere. Nell'attesa ho radunato le poche cose che avevo, tra cui gli abiti del giorno prima. Erano ancora macchiati di sangue. L'ho aspettata per quasi due ore. Non è venuta. L'ennesima promessa non mantenuta. L'ennesima presa in giro. E poi era con lui. La testa mi scoppiava. Mi massaggiai le tempie sperando in un po' di sollievo.
《Amico mio!》
Mi voltai.
《Amir》
Mi alzai.
Mi abbracciò con grande delicatezza.
《Come stai amico mio?》chiese.
《Bene... fisicamente bene... fortunatamente non ho riportato gravi ferite...》risposi con tono apatico.
《E qui come stai?》domandò toccando il mio petto all'altezza del cuore.
《È dura... è la ferita più profonda...》replicai.
《Sei un ragazzo forte e sono sono sicuro che il tempo saprà darti le risposte che cerchi》mi disse.
《Vorrei solo non stare così male... e vedere i miei genitori soffrire mi uccide... non meritano questo!》dissi.
《Tantissime persone si sono messe a disposizione per aiutare, io stesso... in poco tempo riaprirete il market e ne uscirete più forti di prima!》disse.
《Grazie Amir... sei un amico!》
《Allora... sei pronto per tornare a casa?》
《Sì, andiamo...》risposi.
Pochi minuti dopo eravamo già in strada.
Era metà pomeriggio ed era già buio.
Trovavo il buio stranamente confortante.
Mi sarei voluto nascondere in quell'oscurità.
Staccare dal mondo.
O semplicemente tornare indietro.
Agire diversamente.
Non far soffrire la mia famiglia.
Il suono del cellulare mi risvegliò dai miei pensieri.
《Scusami, dovrei abbassare il volume》disse Amir.
Guardai lo schermo, era Margherita.
《Ci sentiamo... parliamo... e basta... è molto dolce...》
《È una brava ragazza》dissi io.
Lo pensavo veramente.
Pochi minuti dopo arrivammo sotto casa.
Amir accostò l'auto sul ciglio della strada.
Scesi, lui con me.
《Grazie del passaggio amico mio》dissi.
《È un piacere... ci vediamo presto, abbi cura di te!》mi disse per poi abbracciarmi.
Ricambiai il saluto.
Poi salì in macchina e sparì nel buio.
Mi avviai verso il portone di casa.
Mi fermai.
Provai una strana sensazione.
Mi voltai.
Mi guardai intorno.
Non vidi nessuno.
Mi voltai di nuovo verso il portone del palazzo.
《Ibra...》
No.
Non quella voce.
Non lei.
Non mi voltai.
《Ibra... ti prego... ascoltami》disse lei con la voce tremante che mi colpì come una lama in pieno petto.
No.
Non potevo.
Lo dovevo a me.
Alla mia famiglia.
Suonai il campanello di casa.
《Ibra... ti amo!》disse tra un singhiozzo e l'altro.
Stava piangendo.
Ed era sempre più vicina.
Appoggiai la mano sulla maniglia che pochi istanti dopo scattò.
Aprii la porta, entrai.
Poi mi voltai per chiudere.
La vidi.
Era davanti a me.
Gli occhi rossi.
Le lacrime che rigavano le sue guance.
Fottutamente bella.
Il mio cuore... o quel che ne restava... si frantumò definitivamente.
《Lasciami spiegare... ti prego...》
Accostai la porta.
Alzò il polso sinistro.
Indossava il braccialetto.
《Prometto...》disse con un filo di voce.
Non ce la facevo più.
Chiusi la porta.
Scoppiai a piangere appoggiato al portone.
Non doveva andare così.
《Figlio mio》
Mi voltai.
Mia madre mi abbracciò.
《Non piangere figlio, stiamo tutti bene, questo importa! Il resto si aggiusta!》mi disse.
La guardai.
《Vieni, figlio mio, torniamo a casa》disse.

LOUISE
《Lou...》disse Matt affiancandomi.
Ero ferma.
Lo sguardo fisso sul portoncino.
《Mi odia...》sussurrai.
《No, non ti odia... è solo molto ferito》disse lui.
《L'ho perso... Matt... l'ho perso... una delle poche cose giuste e belle della mia vita... ho rovinato tutto...》dissi accasciandomi in terra.
《Louise, no, calmati... devi solo avere un po' di pazienza》
《Ho rovinato tutto... non è giusto, non posso accettarlo! Fa troppo male》dissi piangendo.
《Lo so Louise, ma ce la faremo! Ti prometto che ne uscirai... ora, però, andiamo... coraggio》
Mi alzai lentamente.
Guardai un'ultima volta il portoncino.
Poi mi voltai e mi avviai verso casa con il mio amico con gli occhi colmi di lacrime e il cuore a pezzi.

PROMESSA - luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora