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Quando leggo il nome del mio manager sul display del telefono sento un nodo allo stomaco. Da poco ho concluso una piccola tournée teatrale nei teatri e con il mio team abbiamo deciso di prenderci un mese di pausa per ricaricarci dopo il periodo così impegnato e poter trascorrere del tempo con le nostre famiglie. Una chiamata da parte sua significa una sola cosa: problemi. Con il cuore in gola rispondo:

"Giacomo, dimmi"
"Tessa! Tutto bene?" mi chiede lui con troppo entusiasmo
"Sì, ma perché mi stai chiamando?" Giacomo non chiama mai solo per sapere come sto, soprattutto se siamo in pausa del lavoro
"Senti" inizia a dirmi smorzando i toni di poco prima "Lo so che è febbraio e tu saresti in ferie però... Ecco, come dire..."
"Vieni al punto per favore" sto perdendo la pazienza. Voglio un bene dell'anima a Giacomo, è con me da quando ho iniziato a fare la cantante ed è come se fosse mio fratello maggiore ma esattamente come un vero famigliare ha la capacità di portare la mia pazienza all'estremo, tergiversando con il discorso soprattutto quando deve propormi qualcosa che di sicuro non mi piacerà. E infatti...

"Ci ha contattati il manager di MarkT" mi dice
"Di chi?" gli chiedo io genuinamente curiosa
"MarkT, il rapper. Vi siete incrociati a quel festival estivo lo scorso anno... Te lo ricordi?"
"Intendi Marco Turoli?" non mi sono mai troppo piaciuti questi nomi d'arte simili alla targa di una macchina

"Sì, Marco..." continua Giacomo e percepisco tutta la sua preoccupazione nel pronunciare la frase successiva "Lui vorrebbe, ecco..."
"Giacomo, mi stai sfinendo. Cosa vuole da me Marco Turoli?" chiedo io ormai esausta di questa conversazione
"Vuole fare un duetto estivo con te" dice finalmente e percepisco un grande sospiro dopo aver finalmente sputato il rospo
"Un duetto estivo? Con me?" non che io non stimi il lavoro di Marco Turoli, questo vorrebbe dire conoscerlo come prima cosa, ma so perfettamente che viviamo in due mondi completamente diversi. Generi musicali differenti, stili di vita differenti, non abbiamo nulla in comune. E poi, lo devo ammettere, da quello che ho visto mi sembra proprio classico rapper cafone, egocentrico e pure un po' misogino.

"Tessa? Sei ancora lì?" la voce di Giacomo mi ridesta dalle riflessioni dentro alle quali mi ero persa per un attimo
"Sì, sì ci sono..." e adesso come ne esco da questa situazione?
"Quindi? Cosa devo dirgli? Perché siamo già in ritardo in caso..." lo sento chiaramente quel piccolo barlume di speranza nella voce del mio manager e non mi sento di distruggerlo subito, lui è sempre positivo nei confronti di qualsiasi progetto mi venga proposto e cerca sempre di trovarci qualcosa che sia stimolante.

"Giacomo, sai già che non sono dell'avviso però possiamo parlarne. Organizza un incontro con Turoli e il suo manager, in base a quello decideremo il da farsi. Adesso vado" chiudo la chiamata e mi butto sul divano. Le gambe sulla spalliera, la testa che ciondola verso il pavimento e continuo a pensare che cosa possa essere passato nella testa di Turoli per fare una proposta del genere. Mi rialzo dopo qualche minuto pensando che probabilmente sarà qualche trovata di marketing che gli è stata imposta dal suo manager o dalla sua etichetta. I duetti estivi funzionano esattamente così: accoppiare due cantanti che non hanno nulla in comune per tirare fuori una hit che possa far ballare le persone da giugno a settembre e che, con lo scattare di ottobre, l'unica cosa che susciti nel pubblico sia nostalgia per la stagione appena passata e fastidio. Forse il mio atteggiamento è un po' quello della snob però, io sono una cantautrice e non vedo nessun potenziale in un rapper che parla di alcool, sesso e si circonda di signorine con abiti succinti. Per un attimo mi passa davanti agli occhi l'immagine di me vestita, o svestita sarebbe meglio dire, come una delle ragazze nei video dei rapper che mi è capitato di vedere. Rabbrividisco solo all'idea.

La mia giornata trascorre lenta, un libro, qualche episodio della serie tv che finalmente riesco a recuperare fino a quando non vedo una mail in entrata. Il mittente è il manager di Turoli, un tale Federico Nasca.
Giacomo non ha perso tempo: il fatidico incontro è stato fissato per due giorni dopo e sorrido quando vedo che il signor Nasca ci chiede di vederci in sala di registrazione perché "l'artista è attualmente molto impegnato nella realizzazione del suo nuovo album". Certo, penso, trovare la giusta tonalità di autotune può essere faticoso.

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