Cesare

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Mi sveglio all'alba, recupero tutti i soldi da sotto il pavimento, saluto mio padre in coma sul divano che nemmeno mi risponde e chiudo la porta di casa alle mie spalle. Forse per ora, forse per sempre.

Io e Giulio andiamo un paio di giorni a Londra, ha delle faccende da sbrigare. Non so di cosa si tratti, so solo che da parecchi mesi la situazione ha iniziato a starmi stretta. E più i giorni passano, più la voglia di mandarlo a quel paese aumenta.
Penso di non averlo fatto perché in qualche strano modo malato ci tengo alla nostra relazione e non so se saprei stare senza di lui, credo di amarlo. E un paio d'anni fa credevo fosse così anche per Giulio, ma ora non ne sono più così tanto sicuro.
Forse il mio non è amore, non è nemmeno affetto, forse la mia è solo dipendenza.

Fisso il muoversi della città dalla finestra della mia camera d'albergo, Giulio ha la sua. Stanze separate ovviamente. Non si dorme insieme, è "roba da checche".
Ha detto che aveva delle cose da risolvere, di non cercarlo e di aspettarlo fino al suo ritorno.
Prendo un cambio pulito dalla mia valigia e mi faccio una doccia, mi vesto ed esco da queste quattro mura silenziose.

Ho iniziato a non eseguire quasi più i suoi ordini. Ogni tanto ci ricasco, ma ci sto provando a fare di testa mia, non è facile. Non quando passi anni a essere il grosso galoppino di un megalomane ego riferito. Ho letto il significato di queste due parole su internet perché mi piaceva il suono, e la prima cosa che mi è saltata in mente è la faccia di Giulio. Che poi prima queste sue due caratteristiche non mi dispiacevano nemmeno, lo rendevano il "bello e dannato" della situazione, adesso mi fanno solamente girare le palle.

Ho fatto un sacco di cazzate per lui, un sacco di merdate.
Giulio ordina, Cesare esegue.
Mi rendevo conto che ci fosse qualcosa di sbagliato nel momento esatto in cui il danno era stato fatto. Eppure continuavo, stordito dalle sue parole, abbagliato dalla sua bellezza, grato della sua presenza.

Questo piccolo bar affaccia su un parco. Una città fatta di alberi, erba e silenzio, all'interno di una città molto più grande fatta di cemento, auto e rumore.
Un' oasi di tranquillità dove rifugiarsi quando si ha bisogno di alleggerire il caos all'esterno e all'interno.
Per un attimo immagino di ricominciare da capo, trovare un equilibrio, di vivere qui.

Ci ho provato di nuovo con mio padre, ho tentato di parlargli quando mi è sembrato abbastanza sobrio da poter sostenere un discorso.
Nel giro di una manciata di secondi mi sono ritrovato con un destro in pancia e lui con un gancio in faccia. Da allora silenzio di tomba fino a stamattina, e credo o che da parte sua il silenzio durerà all'infinito.

Non tornerò in Italia. Non so se resterò qui oppure no, ma non vedo nessuno motivo valido per ritornare dove non ho nulla, tranne Giulio, forse.
Proverò a parlargli, magari vorrà seguirmi. Dopotutto tra le sue mille lamentele giornaliere, ce ne sono sempre una valanga rivolte al paese dove vive, e tra l'altro sono praticamente quasi le uniche che condivido.
E se mi dirà di no... vedrò come comportarmi... sì, ci penserò al momento opportuno.
In realtà una piccola parte di me spera che dica di no, perché ci sarebbero buone possibilità che le nostre strade si dividano, sarebbe come facilitarmi il compito.
Sarò sincero, la parte di me che spera in un suo rifiuto non è poi così piccola.

«Dove cazzo eri?»
Giulio mi sta aspettando davanti alla porta della mia stanza, non l'ho mai visto così nervoso, nonostante col passare del tempo sia diventato sempre più irascibile.
«Stavo facendo un giro.»
«Ti avevo detto di aspettarmi qui, possibile che sei così deficiente?»
Non rispondo, abbasso la testa e stringo i pugni, mi piacerebbe piazzargliene uno proprio sotto il mento e farlo volare all'indietro al rallentatore, come nei film di arti marziali.
«Ci vediamo domani mattina, abbiamo delle cose da fare.»
Mi rivolge un'occhiata di sufficenza che nasconde a malapena un profondo disgusto e se ne va nella sua camera.
Questo qui si crede Al Capone invece è soltanto un emerito coglione.

Ego buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora