Erano quasi le 20 ed io ero pronta. Avevo indossato un intimo un po' sexy, un paio di leggins neri, un maglioncino corto, aderente, con una generosa scollatura che lasciava intravedere il mio seno messo in risalto da un reggiseno a balconcino perfetto per l'occasione. Avevo esagerato con il profumo alla vaniglia che tanto amava. Mi ero anche truccata e ovviamente per le mie labbra avevo scelto il color ciliegia. Mi guardai un'ultima volta, presi il giubbotto, la borsa e mi avviai alla porta. La casa era deserta. Andai nel portico. Non vedevo l'ora... una notifica mi fece quasi sobbalzare, ero agitata.
"Lulu Scusami, mi dispiace da morire, ma ho avuto un imprevisto e non ce la faccio, ma domani passeremo la giornata insieme, promesso!! Manchi 🖤"
Non risposi. Gli occhi diventarono umidi. La rabbia prese il sopravvento.
Entrai in casa. Lanciai via il cellulare. Poi la borsa, poi il giubbotto. Poi cominciai a lanciare oggetti, prenderne a calci altri. Avevo bisogno di questa serata, avevo bisogno di lui. Invece ero sola in una casa probabilmente di sconosciuti che mi mentivano da anni. Ero sola. Ero fottutamente sola. La testa mi scoppiava. Le lacrime scendevano copiose. Ero furiosa!! Volevo staccare i pensieri!! Andai diretta al mobile dei liquori dove mio zio teneva la sua scorta. Afferrai la bottiglia di tequila e cominciai a berla. Un sorso, poi un altro e un altro ancora. Tolsi gli stivali e li lanciai, sentii qualcosa rompersi, ma poco importava. Accesi lo stereo e alzai il volume. Presi un altro sorso. Era finita. La buttai sul tavolino e presi un altra bottiglia, vodka questa volta. Saltavo sul divano, bevevo, piangevo... volevo farmi male, non volevo pensare.
《Ma che cazzo...》
Riconobbi la voce. Lo ignorai come lui aveva fatto con me ultimamente. Un altro sorso. Cantavo. Traballavo.
《Louise che cazzo stai facendo???》continuò lui spegnendo la musica.
《Che cazzo fai???》urlai voltandomi verso di lui.
《Louise...》non terminò la frase. Mi guardò e il suo sguardo si fece serio. Capì. Ci guardammo. Portai la bottiglia alle mie labbra per bere un altro sorso.
《Basta Louise! Tutto questo non serve!》disse.
《Che vuoi?? Perché non vai a scopare la gallina di Jenny invece di rompere a meeee》disse per poi ridere. Ero ubriaca.
《Non dire stupidaggini!》disse lui.
《Dammi la bottiglia!》aggiunse provando a prenderla.
Lo spinsi via con tutta la forza della mia disperazione, cadde sul divano.
《Vattene cazzo!!》urlai.
《No! Non me ne vado! Sei incazzata e questo lo capisco ma...》
《Incazzata?? Sono furiosa cazzo!! Mi hanno mentito tutti!! Non ho una famiglia!! Non so chi sono! Perfino il mio ragazzo ha di meglio da fare!! Sono sola cazzo!!!》dissi.
《No, non lo sei!》disse lui avvicinandosi.
Feci un passo per allontanarmi da lui, ma persi l'equilibrio e caddi. Iniziai a ridere... poi a piangere. Ero ubriaca persa.
《Quanto cazzo hai bevuto?! Basta!》disse lui per poi caricarmi in spalla.
《Mettimi giù brutto stronzo approfittatore!!!!》urlai.
《Hai dimenticato 'maniaco sessuale'!!》replicò lui.
《Mettimi giù stronzooooo!!》urlai.
《Subito!》mi fece atterrare nella doccia.
《Cosa diavolo vuoi fare?》urlai spingendolo.
《Rinfrescarti le idee》disse per poi aprire l'acqua fredda.
Lo shock dell'acqua fredda mi fece urlare! Iniziai ad offenderlo in tutti i modi. Lui non faceva una piega. Allora, con una mossa veloce, lo tirai dentro con me.
《No! Che cazzo!》
Io iniziai a ridere!
Uscì poco dopo, si tolse i vestiti bagnati, rimase in boxer. Avvolse un asciugamano intorno alla sua vita e poi tolse anche quelli. Era dannatamente bello!
《Ho freddo!》dissi mettendo il broncio.
Girò la manopola dell'acqua che cominciò a scaldarsi.
《Togliti i vestiti e fai una doccia, io ti aspetto di là》disse.
《Aiutami! Non riescooooo》riuscivo a stento a stare in piedi.
《Esci!》lo feci.
Iniziò a calare i miei leggins, si erano attaccati alla mia pelle e non fu facile. Non disse nulla, né si soffermò a guardarmi. Poi si alzò e mi tolse il maglioncino. Questa volta il suo sguardo si soffermò sul mio seno.
《Perché mi eviti?? Non ti sto più simpatica?!?》dissi.
《Sei ubriaca, non sai quello che dici》disse lui passandomi un telo che mi avvolse intorno al corpo.
《Togli l'intimo》mi disse, voltandosi.
Tolsi tutto, tenendo stretto il telo.
《Ho sonno》dissi.
《Aspetta》disse, prese un dischetto e con un'attenzione assoluta mi tolse i residui di trucco. Con il phon tolse l'umido dai miei capelli che poi legò in uno chignon. Si stava nuovamente prendendo cura di me, dopo avermi ferita... perché?
Rispose il phon. Lo abbracciai da dietro.
《Ho sonno, portami a letto...》dissi.
Lui si voltò verso di me, mi guardò, riconobbi finalmente il suo sguardo.
Mi sollevò dolcemente, io mi rannicchiai tra le sue braccia.
Entrammo in camera sua. Mi posò sul suo letto.
《Mi metto qualcosa e ti porto in camera, che poi ho altri impegni!!》disse.
Lo vidi togliersi il telo e mettersi boxer e pantaloncini... poi ricordo di aver stretto qualcosa di molto comodo: il cuscino.
《Ehi, sveglia, non puoi stare qui》
《Mmmmmm》mugolai.
Provò a prendermi per farsi alzare.
Strinsi il suo braccio e lo trascinai giù, con me.
《Voglio dormire!》dissi.
《Non qui!》replicò lui.
《Perché?? È comodo qui!!!》dissi ridendo un po'.
《Hai un ragazzo... che è un coglione ma è pur sempre il tuo ragazzo!》disse.
Iniziai a ridere.
《Già... un coglione che mi ha dato buca!!》dissi.
Il mio corpo fu scosso da un brivido.
Si alzò, prese una felpa dal suo armadio.
《Metti questa e togli il telo bagnato》disse.
Mi alzai leggermente, indossai la felpa con non poca difficoltà, poi tolsi il telo e mi accovacciai sotto le coperte.
《Riposati, io devo andare!》disse lui.
Strinsi il suo polso con la mia mano.
《Resta qui!》
《Louise, no, ho altri impegni!》
《Non andare da lei... rimani con me!》dissi io in preda all'ebrezza. Mi sollevai un po' e lo abbracciai facendolo cadere sul letto. Mi rannicchiai tra le sue braccia.
《Non voglio restare sola, per favore!!》aggiunsi.
Lo strinsi forte. Lui rimase immobile qualche secondo. Non sapeva cosa fare... poi ricambiò il mio abbraccio. Si distese. Lo strinsi e la mia testa finì nell'incavo del suo collo. Respirai il suo profumo. Una mia gamba si inserì tra le sue facendo salire un po' la felpa. Le sue mani accarezzavano dolcemente la mia schiena.
《Grazie... dell'album》sussurrai.
Lui non parlò.
《Myriam non è la mia mamma, lo sento...》dissi.
《Non pensare a questo adesso》disse lui, stringendomi.
Una sua mano si infilò sotto alla felpa accarezzando la mia schiena nuda. Non si spinse oltre. Era "stranamente"rispettoso.
《Ale...》
《Dimmi...》
《Mi sei mancato!》dissi di getto, d'istinto.
《Anche tu bambina》replicò lui, stringendomi tra le sue braccia.
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PROMESSA - luce
RomanceUn passo dopo l'altro, i suoi piedi che toccavano il nudo asfalto e ad ogni passo sembravano bruciare, ogni passo era come fuoco che sentiva espandersi in ogni sua fibra... nonostante la pioggia scrosciante. Lo sguardo alto, dritto davanti a sé come...