Città di Mszana Dolna (Polonia), ore 23 :17 del giorno sabato 19 Marzo dell'anno 2011
«Sta nevicando fitto, Kamil... Voglio sperare che tutti quanti abbiano fatto scorta prima che l'intera città si riempia. Questa neve durerà un bel po'... e noi sappiamo bene come funziona da queste parti.»
Kamil lo osservò, continuando a pulire il bancone del pub; il suo strofinaccio era così sudicio che probabilmente aveva diffuso più germi di quanti ne avesse uccisi.
«Perché ti preoccupi?» rispose Kamil con voce stanca.
Piotr lo fissò, poi sprofondò nella sua vodka come se fosse un pozzo senza fondo da cui aveva sentito chiamare il suo nome. Poi sospirò e si portò il drink alla testa, mentre liquido trasparente gli scivolava giù per la gola. Sbatté il bicchiere sul bancone e si pulì la bocca con la manica del maglione.
«Sai che ti dico? Hai ragione, Kamil! Io ho qui tutte le provviste che mi occorrono, dammene un'altra e passami anche un po' di quei capezzoli sgusciati.»
Kamil si raddrizzò e lo guardò dall'altro lato del pub; serrò le labbra e le sopracciglia s'inarcuarono. Scosse la testa e lasciò andare un sospiro.
«Ma quanto sai essere infantile, a volte, vero Piotr?...» Kamil, arraffò un pacchetto di arachidi ricoperte di sale da dietro il bancone e glielo fece scivolare addosso.
«Guardale bene? Dimmi se non somigliano a dei capezzoli, gusto a parte...»
«Ho una moglie, non guardo più certe cose...» Kamil si fermò prima di andare oltre.
Guardò Piotr con un'espressione tutt'altro che amichevole. Non accettava affrontare certi discorsi nel suo pub e Piotr lo sapeva bene anche se stuzzicarlo lo divertiva.
«Mi dispiace...» Disse Piotr.
«Lo credo bene», rispose Kamil corrugando la fronte.
Piotr sorrise nervoso, sollevato dal fatto che Kamil non si fosse incazzato seriamente e non avesse girato per il pub come un elicottero e sparato come un proiettile verso di lui. Kamil non era solo grasso, era enorme; il suo culo gli usciva dai pantaloni in ogni occasione, quando si sedeva, si inginocchiava o si piegava; le sue nocche erano minacciose, anche quando i palmi delle sue mani erano piatti.
Kamil gli versò un'altra vodka e Piotr si voltò a guardare i tavoli e le sedie vuote, solitamente occupati dalla brava gente di Mszana Dolna, soprattutto di sabato sera.
Guardò fuori dalle vecchie finestre incorniciate da rettangoli in legno antico sormontate di crocifissi d'argento, pagini della Bibbia e piccole bottigliette contenenti dell'acqua santa. All'esterno era buio pesto, punteggiato dalla neve che copiosa scendeva diagonalmente.
La televisione in alto a destra iniziò a perdere il segnale fino a diventare completamente nera. Nessun segnale, lesse.
Piotr, prese il bicchiere di vodka e ne bevve un lungo sorso. Kamil era invece intento ad asciugarsi le mani sulla parte anteriore del grembiule, perso chissà in quale recondito pensiero.
«Kamil», lo chiamò Piotr per la terza volta.
Kamil si voltò di scatto; Piotr indicò con il mento il suo drink.
«Dove pensi che siano finiti tutti, stasera?» chiese Piotr.
Kamil si voltò nuovamente per iniziare a contare gli incassi dalla cassa. Piotr bevve un altro sorso.
«Nei loro letti. Lo stesso posto dove andrò io quando avrai finito la tua vodka», rispose Kamil.
«Quindi oggi chiuderai prima?»
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Un piccolo paese chiamato Kasina Wielka
HorrorGli abitanti di una piccola città della Polonia, hanno condiviso per anni un terribile segreto... Un segreto mai rivelato e che a distanza di anni, non ha ancora visto la luce.