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PROLOGO.

Finché c'è amore e
memoria, non c'è
vera perdita.
-CASSANDRA CLARE.

Lasciai perdere le innumerevoli voci che urlavano il mio nome, le sentivo a distanza, come se provenissero da un forte eco e loro fossero dall'altra parte della montagna.

Chiusi lentamente gli occhi, mi bruciavano da farmi piangere, come se fossero stati stati aperti sott'acqua per troppo tempo.

Tra tutte quelle voci caotiche e spaventate, ne riconobbi una e cercai di distrarmi intrappolando, nella mia mente annebbiata, tutti i miei ricordi di quel posto.

Addio bei colori estivi, ricchi di allegria.

Addio risate infantili, procurate da giorni pieni di gioia.

Addio amici incontrati per puro caso.

Addio alla sabbia scaldata dal caldo sole.

Addio ai giochi di colore del mare, alle sue onde, al rumore delicato e rilassante del ritirarsi al tramonto.

Addio a tutte le albe e i caldi colori serali del sole ammirati in spiaggia.

Addio a coloro che mi hanno ferito tanto da farmi a pezzi.

Addio alle persone che mi hanno salvato la vita.

Addio ai segreti mai svelati.

Il cuore faceva male ad ogni singolo battito, non sentivo più il mio corpo, mancava poco, e presto tutto sarebbe finito. Trovai un po' di forza e mi toccai il fianco bagnato dal sangue, la sabbia si era appiccicata alla maglietta e mi resi conto di essere in spiaggia...la mia spiaggia.

Aprì gli occhi lentamente e davanti a me vidi delle figure sfuocate che mi stavano assistendo. Incontrai, tra tutti quei volti, il mio preferito...chi lo avrebbe mai detto che sarebbe finita così?

Stava urlando il mio nome, stava piangendo, urlava che mi amava, e io non riuscivo a rispondergli, a dirgli che lo amavo anche io, che lo avrei fatto anche in un'altra vita. L'unica cosa che il mio corpo, privo di forze, riuscì a fare fu quello di chiudere gli occhi, lasciare che una lacrima mi bagnasse lo zigomo e farmi cullare dal dolce suono dell'oceano, che avevo registrato nella mia mente.

«Non c'è battito!»