Capitolo 3

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Grace
<<Glielo stai dicendo veramente?>>
<<Grace io...>> Provò a parlare quella donna che non avrei mai creduto che fosse mia madre.
<<NO! COME TI GIUSTIFICHI MAMMA! ORA HO CAPITO! TUTTO! IO NON SONO QUEL QUALCUNO CHE TU VOLEVI, QUELLO CHE TU VOLEVI ERA LUI, INSIEME A TUTTI I SUOI SOLDI!>> Indicai Alejandro guardandolo in modo truce.
Feci qualche passo per andare fuori il ristorante, ma mi venne qualcos'altro da dire e non mi stetti zitta.
<<E dubito del fatto che non gli hai detto nulla su di me>>
Uscii fuori finalmente.
Mi toccai la nuca e sobbalzai di dolore quando sentii la cicatrice a forma di girasole.
Raccolsi una margherita e strappai contando i suoi petali.
<<1 2 3>>
<<Sono 12>>
Apparve James e buttai a terra la margherita.
Allora James si sedette vicino a me e ne raccolse un' altra.
Prese il mio viso con delicatezza e lo girò nella sua direzione.
Mi spostò una ciocca da sopra l' orecchio e appoggiò la margherita sopra . Riprese la ciocca che aveva spostato prima e ne sentii l' odore.
<<Red Velvet eh?>>
Non risposi.
Prese un pennarello nero dalla tasca e mi tolse la margherita da sopra l' orecchio. Mi riscossi.
Iniziò a colorare l margherita con il pennarello e appena finì di alzo e venne alla mia sinistra lasciandomi immobile.
Mi scostò i capelli e solo allora mi ricordai del girasole dietro la mia nuca.
Mi alzai
<<Non puoi>>
<< Cos' hai lì>> disse con calma
<< Giravolte mie>> affermai
<< Ancora con questo termine? Hai rotto>>
<< Uso quel termine per far capire com'è tosta qui dentro>> mi picchiettai con calma la testa shignazzando.
Si avvicinò con calma e mi scostò i capelli noncurante delle lacrime che mi stavano uscendo. Vide il girasole dalle forme esteriori perfette, e solo allora mi mise la margherita sopra facendomi urlare di tradimento e dolore.
Mi girai e lo squadrai.
Gli spintonai il petto con i palmi delle mani quando provò ad avvicinarsi.
Mi coprii la nuca con i capelli biondi e solo allora mia madre uscii.
<<Tutto bene tesoro?>>
Iniziai a correre correre e ancora correre noncurante delle chiamate di mia madre sul cellulare.
Cinque minuti dopo che avevo corso almeno due chilometri, vidi una casa, simile a quella del nuovo marito di mamma.
Vidi il cognome: Lukes.
Bussai e aprii un uomo abbastanza alto, con le spalle imponenti.
<<Sono Grace...Grace Handerson>>
Vide il blocco dove aveva scritto il mio nome e quello di mia madre.
<< Prego, già finita la cerimonia?>>
Entrai e chiuse la porta.
<<Sono voluta venire prima>>
<< Vuole che le mostro la casa signorina Handerson?>>
<< Si, però chiamami Grace>>
Mi fece vedere la casa fin quando non arrivò ad una stanza con una porta diversa dalle altre
<<Signorina, la avviso prima che in questa stanza non deve assolutamente entrarci>>
<< Perché?>>
<< Affari del signor Lukes>>
<< Sicuramente stará tradendo mia madre>> sussurrai
<<Oh no, signorina, del signor James Lukes>>
<<Tale padre, tale figlio, stará tradendo la sua fidanzata, se ce l' ha>>
Mi portò nella mia stanza
Bella, pensai, con tutti i comfort e i miei colori preferiti.
Crollai in un sonno profondo nel mio letto, anche se non so cosa sarebbe successo dopo.

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