Capitolo 28- Delirium 2/2

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Buonasera,

eccoci qua...con la seconda parte del capitolo Delirium. Allora volevo fare una piccola precisazione: questi due capitoli dal punto di vista di Michael, sono molto importanti per la storia. Nella prima parte abbiamo scoperto il passato di Jack e abbiamo anche visto un momento tra i due amici, dove si confidavano. Poi abbiamo visto Michael parlare con la madre...In questo capitolo succederà qualcosa d'inaspettato. Quindi preparatevi e leggetelo bene, fino all'ultima parola. <3 Sono sicura che vi piacerà.Ci sentiamo nello spazio autrice per le vostre opinioni. Come sempre, se vi va, stellinate e commentate.

 I love you.

Buona lettura!

Michael

Circa dieci minuti più tardi arrivai davanti l'ufficio privato di mio padre.

Poco prima di raggiungere quel posto avevo chiamato in ospedale e mi avevano avvertito che non era reperibile per quella sera.

Perciò gli avrei fatto una bella sorpresina.

Lo avrei colto in flagrante.

Quando Rosy, la segretaria bionda che aiutava mio padre in tutti i modi possibili e inimmaginabili mi vide, scattò sull'attenti.

«Signor Linster, che piacevole sorpresa vederla a questo orario, ma la devo informare che suo padre momentaneamente è impegnato in una riunione», si affrettò a dire mentre cercava di intrattenermi, ma la superai, guardai l'orologio e pigiai sull'ascensore.

«Signor Linster...» me la ritrovai dietro e mi voltai di scatto.

«Rosy? Non me ne fotte niente se mio padre è impegnato. Devo parlargli e lei non lo avvertirà della mia presenza, sono stato chiaro?» la fulminai con lo sguardo e Rosy si intimorì.

Sapevo di fargli effetto, ma non l'avevo mai scopata perché era stata con mio padre: non cadevo così in basso.

«Certamente signor Linster», indietreggiò di qualche passo e quando l'ascensore si aprì, entrai e premetti il bottone dell'ultimo piano: dove mio padre alloggiava spesso e volentieri nel suo ufficio privato.

Arrivai dopo qualche secondo e da fuori riuscivo già a sentire i gemiti di una donna. Altro che riunione, il bastardo stava scopando.

Non avevo delle chiavi di riserva ma entrai senza bussare. Fui fortunato perché la porta non era chiusa a chiave, ma appena mi videro, non si fermarono minimamente. D'altronde a mio padre piaceva scopare davanti a me e insegnarmi a modo suo come si faceva quel lavoro.

«Michael! Che piacevole visita...dammi due minuti e sono subito da te», disse mentre usciva ed entrava dalla figa di quella ragazza che non avevo mai visto.

Lei mi osservò e iniziò a squadrarmi dalla testa ai piedi fino a quando non raggiunse l'orgasmo e gridò così forte che fu davvero ridicolo.

Era proprio una zoccola.

Invece di assistere a quella scena volgare e pietosa, mi focalizzai sull'elegante e moderno studio di Alexander Linster.

Era enorme, ricco di quadri e attestati appesi alla parete.

La scrivania in legno ciliegio, mi faceva ribrezzo: mio padre passava più tempo a scopare le donne su quella scrivania, che a lavorare.

Eppure, era uno stimato chirurgo e il più ingamba, purtroppo.

Unattached - Senza LegamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora