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tw: smut, tanto smut💀

Era diventata un'abitudine ormai, per Manuel, quella di recarsi a casa Balestra dopo un pomeriggio passato con la ragazza dai capelli biondo platino.

Erano mesi che le cose con Nina non funzionavano più, tra litigi e incomprensioni che contornavano costantemente le loro giornate.

Semplicemente, restavano insieme per abitudine, la stessa abitudine che da tempo provocava un senso di angoscia e soffocamento nel corpo del ragazzo e che senza più alcun sentimento amorevole nei suoi confronti, trascinava a fatica quella farsa della coppia perfetta.

O forse dei sentimenti che annebbiavano la mente di Manuel c'erano, ma di scenderne a patti non ne aveva alcuna intenzione.

Un po' con la coda tra le gambe, chiaro segno che anche questa volta era lui ad essere nel torto, il riccio scese dalla sua moto e si incamminò nel giardino di villa Balestra fino alla porta di casa, dove suonò il campanello e attese che qualcuno gli aprisse per farlo entrare.

All'udire nessun responso, si preoccupò di fare il giro della mansione, in cerca di qualche indizio che gli indicasse se effettivamente i proprietari di casa fossero presenti.

Vide subito la moto di Simone, la solita vespa bianca che li aveva accompagnati innumerevoli volte a scuola ed era stata perfino spettatrice taciturna delle prime carezze velate che i due ragazzi si lasciavano sui fianchi o di quando usando la scusa del freddo, si apprestavano a stringersi l'un l'altro.

Dopo aver constatato che il corvino fosse in casa, pigió ripetutamente il citofono, attendendo nuovamente l'arrivo dell'uomo che con ardore desiderava vedere.

Simone gli aprí la porta, visibilmente scocciato in volto, ma il maggiore decise di non darci peso, sporgendosi verso di lui per salutarlo con il solito bacio che dava vita ai loro incontri voluttuosi.

Venne fermato prima, da una mano che si impose rigidamente sul suo petto, accompagnata da parole espresse con altrettanto tono.

"L'hai lasciata?"

Glaciale, stoico ed impassibile, non lasció che nessuna emozione trapelasse nel suo volto.

Era raro vedere Simone in quelle vesti, vista la sua inesauribile empatia verso gli altri, ma soprattutto, visto l'occhio di riguardo con cui l'aveva sempre trattato, tuttavia la sua pazienza stava arrivando davvero al limite ed il moro non sapeva quanta corda potesse ancora tirare.

I continui giochetti di Manuel nei suoi confronti, inizialmente, lo intrigavano, anzi erano stati proprio il motivo per il quale si era invaghito perdutamente di lui,

Vedere il riccio, così convinto della sua eterosessualità che rimarcava ad ogni occasione, stonava prepotentemente con il fatto che si facesse maneggiare come creta nella sue mani nei momenti più intimi e renderlo così fragile, portava il suo ego a gonfiarsi a dismisura.

Tutte le suppliche, le provocazioni, le preghiere che gli riservava, spingevano Simone a credere sempre di più di essere speciale per lui.

Ma dopo mesi di continue giustificazioni, di continue lamentele dove si sentiva ripetere le stesse cazzate da parte del maggiore sulla sua relazione con Nina, è lí che anche il suo livello di sopportazione si era azzerato e la sua dignità aveva fatto capolino bussandogli sul cuore.

"Le cose nun vanno più tra me e Nina"
"Nun famo altro che litigà"
"Nun la sopporto più"

Sebbene Manuel ripetesse queste frasi ogni volta che si incontravano, di fatto non aveva ancora risolto nulla, rimandando perennemente l'interruzione di quel legame tossico e prosciugante.

say my name and everything just stopsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora