Aspetto un'illuminazione.
Sai, è così che fanno gli artisti, possono spremere le meningi fin a farsi esplodere la testa, ma non è così che funziona.
Magari l'illuminazione avviene vedendo le cervella sulla tela creare qualche forma astratta, in questo caso a qualcosa è servito sì, ma non è sempre una soluzione attendibile. Non esiste una funzione matematica che può descrivere questo fenomeno, non è prevedibile, succede e basta. Magari non succede mai.
Io sono in un momento di stallo.
Forse non sono davvero il tipo che si può definire artista, i miei momenti di illuminazione sono più unici che rari, e poi non sono nemmeno così... Così.
Nella mia vita ne ho avute due, di illuminazioni. Temo di averle sfruttate troppo, di essere arrivato al midollo scavando per cercarci qualcosa, e ora, ora che ne aspetto una nuova, mi chiedo se io non le abbia esaurite.
E se non succedesse niente?
Se questa mia attesa fosse solo vana, solo uno spreco della mia vita, sarebbe triste no?
Ogni tanto sforzarsi rischia solo di rovinare le cose. Temo di aver rovinato le cose.
La mia testa ha fatto BUM, ma non ha creato nessuna forma astratta che possa portarmi alla fatidica illuminazione.
La mia tela sono delle pagine che attendono un po' di inchiostro.
Io ho provato a colmare quello spazio vuoto di inefficaci mostri senz'anima.
Più scrivo, più sbaglio, più mi sento insoddisfatto, più lascio che le cose scorrano perché non sono come le desidero.
Lascio.
Lascio andare e mi butto nelle fiamme di questo vacuo momento inutile.
Quei miei due episodi sono sbocciati al culmine della mia depressione, nel mio momento più deprimente dove ogni sensazione sembrava volermi annegare.
Ho toccato il fondo ed è lì che ho preso in mano la penna, mi aspettava sul fondale sabbioso tra una conchiglia e una piccola roccia, piano piano sono tornato in superfice smarrendo ogni cosa.
Ironico.
Quando la rabbia, la tristezza, la solitudine mi volevano morto tutto sembrava prendere un senso, avevo il modo di buttare tutto fuori da me.
Ora in me non c'è più niente.
Scrivere era il solo mezzo per sentirmi più leggero e beh, felice in un certo senso. Mi aveva riportato all'aria aperta, respiravo.
Cerco quella sensazione ogni secondo ma non sono più a fondo, magari scrivere era efficace a farmi nuotare ma non a farmi camminare.
Quella paura di poter essere, insomma, solo questo, mi sta macerando le viscere.
La vita è una no?
Posso viverla solo come una persona e io non so quale voglio essere.
Scrittore? Forse no.
Mi trema la mano con i singhiozzi che mi scuotono mentre cerco invano qualche lacrima.
Ricordo bene quei momenti, quando il mio viso si contorceva e il mio sguardo trasudava disperazione.
Il cuscino umido di cui non mi importava niente mentre fissavo il soffitto, io, disteso sopra le coperte, che trattenevo inutilmente il dolce scorrere delle lacrime calde. Mi solleticavano le tempie e le orecchie e svanivano tra i miei capelli.
Sentivo il rumore sordo delle goccioline che cadevano sul tessuto sotto di me ma ero stranamente contento di poterlo fare.
Assaporavo quei momenti come un gastronomo al suo ristorante preferito.
Io provavo qualcosa.
Ora non provo più niente se non la frustrazione inconcludente che mi incatena alla sedia, pare fatta di marmo.
Quel volere divino che un tempo si era fatto strada in me, e permetteva lo scorrere delle parole senza il mio consenso come se fossero già scritte, si era chissà come volatilizzato.
Mi sono sufficentemente spiegato spero.
Insomma, attendo.
Ed è l'attesa che prende rudemente in mano le mie membra flaccide e ride di me.
Ride di gusto.
Io posso solo subire questa umiliazione impassibile sulla sedia di marmo.
Non c'è cosa peggiore di tenere tutto questo niente dentro di me.
Un buco nero che continua a risucchiare ogni mio patetico tentativo di pensare a qualcosa.
Un'idea, un'aspirazione, una meta, uno scopo.
Scrivo. Scrivo e cancello.
Patetico.
È in questo momento che rileggo ciò che ho scritto nei miei momenti di illuminazione e persino quelli paiono scadenti. Non c'è modo di uscirne.
Ne uscirò?
Sicuramente non oggi.
La mia illuminazione mi auguro, l'avrò un altro giorno.
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Il blocco dello scrittore
Short StoryUn...Artista? Insomma questa persona senza specifico nome o età sta affrontando una fase di ricerca, sta cercando di ritrovare la sua passione in un momento della sua vita dove niente sembra avere consistenza. Tutto scorre mentre lui resta immobile...