certe volte rifletto su come noi esseri umani possiamo essere frivoli. Stupidi, se vogliamo dire così.
Oh, o almeno io lo sono.
Ceh, lo ammetto. Sono effettivamente un essere vivente che vive la sua vita in una maniera poco indifferente. Agli occhi degli altri magari sono normale, ma io so di non esserlo dentro di me.Siamo degli esseri completamente speciali ma anche così diversi.
Eppure ci accomunano molte cose:
L'essere felice, triste, arrabbiato, innamorato, deluso, sconcertato, pensieroso, e se vuoi anche apatico.Tutti almeno una volta nella nostra vita abbiamo avuto dei problemi o abbiamo pensato che una situazione potesse essere più grande di noi.
Che non possiamo gestirla.
Ma alla fine penso che, più di ogni cosa, siamo tutti dei grandi idealisti.Nel mio caso,
tendo ad estraniarmi sempre da qualsiasi tipo di contesto che possa richiedere il benché minimo sforzo,(a livello economico/personale) per vivere bene, per non avere pensieri, perché nella mia testa, il "non fare niente" è la soluzione migliore che possa esserci per non soffrire e non fare danni a me stessa o agli altri.Forse questa mia condizione nasce dal fatto che da sempre non ho mai avuto la benché minima idea di come si aggiustassero i problemi.
Quando ero piccola, se i miei genitori litigavano, la soluzione era il semplice gridare, per poi non parlarsi per giorni interi finché si stancavano e riprendevano la loro vita come se nulla fosse accaduto.
Cioè, era visibilmente scarsa la comunicazione, e quando la si aveva, si peggioravano le cose.Solo che non funziona così, perché immergersi nella propria bolla personale e limitarsi a fare il minimo sufficiente per vivere, non porterà a nessuna svolta nella tua vita, sotto qualunque campo.
"eh io che posso cambiare la mia vita in un attimo??"
No, ma ci sono molti dei limiti che ero convinta non potessi superare, in passato, che ad oggi riguardandoli, mi vergogno per la mia ingenuità. Per i limiti mentali che mi imponevo.Allora man mano sono arrivata a capire che cosa volevo fare davvero, cosa mi piacesse, e come affrontarlo.
Forse è per questo che ad oggi, quando parlo con qualcuno, mi dice "sei l'unica che può capire quello che sento"
perché a quanto pare non ho raccolto ciò che avevano seminato i miei genitori, e ad oggi riesco ad avere una conversazione con una vasta gamma di persone.È una condizione ben più ampia, quella di aprirsi mentalmente, perché quando ti sembra di aver raggiunto la perfezione in tutto quello che dici o fai, può sempre esserci un imprevisto, che vuoi o non vuoi non riesci a controllare, perché la tua mente ti riporterà sempre a quell'imprevisto.
Se finalmente riesci a conoscere persone nuove, e inevitabile ti innamori di qualcuno tra queste, devi stare davvero attento.
E questo non perché l'altra persona può essere pericolosa o cattiva (anche)
ma per un processo di idealizzazione che parte automatico nella nostra testa.Abbiamo bisogno così tanto di qualcosa a cui aggrapparci, pur di rimanere con quella persona, che nella nostra testa può proiettarsi di tutto.
Magari una semplice battuta che vi siete scambiati, per te, nella tua testa, diventa la dimostrazione del vero amore, dell'attenzione che ha posto nel rivolgere PROPRIO A ME, quella battuta.
Magari ti ha guardato per semplice curiosità, ma tu sei lì a pensare che sicuramente, stava avendo i tuoi stessi pensieri.. che è stato il destino a volervi far guardare.Che poi, con il passare del tempo sono diventata sempre meno credente a ogni tipo di appiglio umano, e so che può essere considerata una cosa sbagliata da parte di molti.
Credo molto più nel "si raccoglie ciò che si semina" .
Avvio un percorso perché IO ho vissuto la mia vita e constatato cosa è meglio fare. Tutte le scelte e le cose che mi accadono, accadono perché IO sto lavorando per farle accadere, e non c'è proprio nessuno a scrivermi la vita.
Se ci affidiamo tutti al "vabbè il destino riserverà per te ciò che meno ti aspetti" , a furia di aspettare, non accadrà niente. Perché tu non hai fatto effettivamente niente.
E allora perché dovrei avere qualcosa in cambio dopo non aver fatto niente?Ho realizzato tutto questo da poco tempo, ormai.
Idealizzare la gente ha sempre fatto parte di me.
Qualsiasi ragazzo che mi desse la minima attenzione,
nella mia testa non usciva.
Mi accade ancora adesso, ma con la consapevolezza che tutto ciò sia sbagliato.Che colpe ne hai tu, se mi guardi, mi parli, mi fai ridere, e mi fai notare le cose più assurde?
Forse cerco in te, la scusa per sentirmi piccolo, per lasciarmi andare. Perché dietro all'idealizzazione di qualcuno, in realtà c'è la semplice voglia di sentire tanto affetto.Se nel tuo cuore non rimbomba ciò che sento io,
Allora si vede che effettivamente non era la realtà, quello che pensavo di star provando.Ma questo non è da confondere con persone che illudono, consapevoli di star illudendo,
traditori,
o coloro che parlano alle spalle.Tutti loro sono consapevoli di ciò che fanno e non hanno scusanti.
Nel rimanerci male, quando si capisce la realtà dei fatti, e si esce da questo mondo fatato creato,
Diventiamo tristi, quasi ci arrabbiamo con l'altra persona, quando quella è semplicemente lì, che vive la sua vita, ingenua di avere una sua copia perfetta che vive nella nostra testa.E allora perché non possiamo idealizzare la nostra di vita?
Perché dobbiamo trovare la pace nell'idealizzare le cose e le persone che abbiamo attorno?Dovremmo imparare tutti a guardarci dentro.
magari è così un giorno che staremo tutti bene.
Ho sonno, sono le 2:11.
Spero che la mente non mi giochi brutti scherzi, perché se dopo questo momento filosofico, non la smetto, allora avrò dato aria alla bocca.
(Non incolperò mai me stessa o lui per questa situazione.)"Tutti abbiamo un'alba dentro,
basta solo guardare"
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𝙖 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙚 𝙧𝙞𝙛𝙡𝙚𝙩𝙩𝙤 - dedicato a me
RandomPensieri e cose inspiegate che voglio dire. D'altronde non ho paura di parlare. - Un libro fatto per sfogo e per far sentire al sicuro altri che si ritrovano nelle mie parole