Stop crying your heart out

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Kei  non faceva altro che pensare e ripensare a mille modi per aiutare Takeru a risolvere il suo problema di cuore con Yusaku.
Takeru non era così sveglio su queste cose, anzi, era molto impacciato.
D'altro canto Yusaku non sembrava minimamente interessato ad andare oltre la semplice amicizia con quest'ultimo, e ciò complicava la situazione.
Se, per ipotesi i sentimenti di Takeru fossero stati ricambiati, allora Yusaku avrebbe dovuto vincere un premio mondiale come miglior attore sulla faccia del pianeta.
Le uniche cose che avrebbe potuto fare, pensando in modo semplicistico, era creare occasioni per loro e inventare scuse per tenere a bada i rompi scatole.
Avrebbe anche potuto indagare di più su Yusaku, essendo entrambi nella stessa facoltà ed ora, anche amici. Più o meno...
Ma  perchè dev'essere sempre tutto così complicato? 
Non avrebbe potuto dirglielo e via?
Ovviamente no. Takeru ama le cose in grande stile come sempre.

«Mai una gioia...»  sibilò con un filo di voce il poveretto, seguito da un sospiro da chi si era rassegnato al proprio destino.

«Chi non ha mai una gioia?»

Quel tono di voce era inconfondibile e non lo avrebbe confuso con nessun altro al mondo.

«Yusaku! Che ci fai qui?» implose il più basso dalla sorpresa.

«Ti ricordo che ci sono le lezioni e frequentiamo lo stesso corso,già lo hai scordato? O hai fatto la colazione con Vodka e Rum stamani?» rispose il blu leggermente preoccupato.

«Ah... no scusami, ero sovrappensiero e non avevo visto l'ora! Andiamo.» Incitò il bassino con un sorriso.
«Aoi e Takeru immagino siano già andati. Ad un certo punto vi ho persi di vista.»

«Mentre eri distratto dal messaggio, dopo che avete parlato, Takeru ha iniziato a fare l'idiota e Aoi lo ha preso per i capelli e trascinato via.»

«... Oh Santo Exodia, ma cos'ha che non va ultimamente quel ragazzo!?» Kei assunse un'espressione che, se ci fosse stata Emma ci avrebbe fatto un meme sopra e quel pensiero divertiva Yusaku da morire.

Tra una chiacchera e una risata e uno sfottò a Takeru, i due amici trascorsero in tranquillità tutte le lezioni della giornata: programmazione, sistemi operativi, analisi matematica e inglese.
Tuttavia c'erano delle cose nella testa del blu che non andavano via e che continuavano ad impensierirlo.
La serata con Ryoken che gli ha letteralmente levato tutto il sonno che aveva in corpo e la faccenda strana con Takeru.
Per quanto fosse stramboide e vivace si stava comportando in modo leggermente strano, che avesse la febbre?
Kei, che lo conosceva da più tempo, non ha battuto mai ciglio e non sembrava preoccupato, quindi forse non era effettivamente ammalato.
Il ragazzo guardò di striscio con i suoi occhi verdi l'amico, intento a scrivere un messaggio e aspettare la fine del download di un programma che sarebbe servito per la lezione del giorno successivo. 
Poi sarebbero stati liberi, più o meno.
L'ora dell'appuntamento era sempre più vicina e lui iniziava a sentirsi abbastanza strano.
Takeru era già uscito dalla sua aula e dal dipartimento e, prendendosi tutta la calma del mondo, iniziò a scervellarsi a come iniziare e impostare il discorso.
Pensò a più di cento modi e di tutti quelli nessuno lo convinse a pieno.

«Kei ha ragione... sono una frana in queste cose.» disse a se stesso con tono amareggiato.

«Kei mi sta aiutando, Yusaku ha accettato di sentire ogni cosa che ho da dire anche se l'ho insospettito e probabilmente sarà arrabbiato. Odia queste cose.
E poi ci sono io che non so fare dei discorsi.
»

Con lo zaino in spalla ed una faccia a cui bastava poco per arrivare fino ai piedi per l'amarezza di essersi reso consapevole di fare pena nelle cose importanti,arrivò senza accorgersene al luogo d'incontro con Yusaku.
Si poggiò con le spalle al muro e mise lo zaino per terra, senza alcun riguardo.
Tanto sapeva già che dopo la laurea avrebbe festeggiato ferragosto con il falò di libri.
Tirò fuori dalla tasca posteriore laterale la sua borraccia d'acqua e ne sorseggiò un po': era importante mantenersi idratati e soprattutto calmare l'agitazione.
Agitazione mai svanita da quando si era fulminato con Ryoken tramite sguardo alla festa serale.
Ogni tanto ci pensava a quel suo sguardo pieno di rabbia, gelosia e sentimenti repressi.
Ci rimurginò un po' su, a mo' di slow motion, ripensando a tutta la serata come fosse un film.
Ma il suo battito accellerò ancora di più quando sentì un'odore dolciastro e una voce familiare.

«Scusa per il ritardo, ma io e Kei abbiamo avuto un imprevisto con la lezione di Programmazione.
Non mi sento benissimo, credo di essermi influenzato.
Allora di cosa volemi parlarm-
»


Yusaku non fece in tempo a finire la frase che l'albino lo prese per un braccio e se lo portò con la schiena al muro e i polsi all'altezza nuca, fissandolo con uno sguardo strano.
Uno sguardo che faceva quasi paura e che il blu non riconosceva nell'amico.
Sembrava quasi un'altra persona, come se qualcuno lo avesse posseduto.
Strinse leggermente i polsi del povero malcapitato e con il corpo si avvicinò di più, quasi fossero appiccicati l'uno sull'altro al muro.
I loro respiri erano quasi percettibili l'uno sul volto dell'altro.
Se non fosse che  molte cose non andavano, soprattutto nei loro feromoni, sarebbe sembrata quasi una scena da film, con uno special guest.

«Non hai l'influenza... questo è l'inizio del tuo ciclo. I tuoi feromoni sono ovunque.» disse affannosamente l'albino, oramai fuori di testa. Poteva aver detto addio alla sua lucidità e tutti i suoi sforzi.

«E tu faresti meglio a mollarlo prima di ricevere un cazzotto in faccia, anche se poco galante. Ma se devo...»

I due ragazzi, intossicati oramai con i feromoni si voltarono in direzione di quella voce che aveva appena esordito.
Si intravise una figura alta, ben vestita, capelli albini e ciocche azzurre.
Non c'erano proprio dubbi, era Ryoken.
Ma la domanda era un'altra: cosa ci faceva qui? Perchè avrebbe dovuto intromettersi?

«E tu che ci fai qui? Non sono cose che ti riguardano. » Takeru, con un po' di lucidità riacquistata prese parola in modo sensato.
«A me Yusaku piace. Voglio stare con lui. Sono cose che non riguardano te.»
 E come prova che facesse sul serio, si voltò verso l'altro, posando le sue labbra sulle sue.
Sotto gli occhi sconcertati e stracolmi di rabbia del altro albino.
Yusaku assunse un'espressione che andava dal disagio alla disperazione.

«Al diavolo la galanteria...»

Ryoken con passo felpato e furioso, ci mise meno di un nano secondo a raggiungerli e prendere l'occhialuto per il colletto e allontanarlo usando tutta la sua forza.
Nessuno doveva toccare il suo Yusaku. Nessuno.
Tanto meno una persona che usciva di sennò così facilemente.

«Prima mi hai chiesto che ci facessi qui, vero? le risposte sono tre.
Uno: ti ho sentito conversare con il tuo amico.
Due: avevo già capito che saresti diventato tossico, lui non ti ama.
Tre: io lo amo più di quanto possa farlo tu. Non toccarlo mai più


A quelle parole il blu avvampò il triplo e le sue gambe cedettero come legnetti spogli.
Per sua fortuna c'era Ryoken a prenderlo e sorreggerlo come si deve.
Si tolse la giacca e la mise sulle spalle del più piccolo, ancora tramortito per tutto quello che era successo.
Magari era solo un sogno e l'indomani si sarebbe svegliato e tutto sarebbe tornato normale.
Sarebbe stato troppo comodo così, ma la vita non ti da' mai tregua.

«Yusaku. Andiamo, devi riposare e prendere degli inibitori. Casa mia è la più vicina non puoi restare così.»

«V-Va bene...»Rispose asciugandosi la fronte.

«E tu pensi che io rinunci solo per quello che mi hai detto?» Takeru esordì in modo pacato e con il viso molto sudato e arrossato.

«Hai vinto una battaglia non la guerra. Tu hai detto così. Ma deve essere lui a dirmi che non gli piaccio. Quindi preparati.»

Lo sguardo malizioso e di sfida di Takeru parlava chiaro: doveva assicurarsi in qualche modo di proteggere Yusaku.
Ma soprattutto doveva capire cosa lui provasse nei suoi confronti.
Ammetteva già a se stesso che dire tutte quelle cose era da pazzi ma non poteva perderlo.
Non avrebbe sopportato che lui lo avrebbe toccato ancora e quel che aveva visto bastava e avanzava per  rivoltare mari e monti per tenersi l'amore della sua vita.
E Takeru avrebbe dovuto accettarlo perchè sapeva benissimo che tra lui e Yusaku c'era di più. molto di più.


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A.A



Finalmente ho rimesso mano in piattaforma con gli aggiornamenti e sono mezza sfiaccata dal caldo.
Non so come e quando finirò anche le altre ma intanto godiamoci questi Alfa chensi contendono l'amore di questo piccino >3>



bye <3 




Under the Sakura BlossomsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora