Capitolo 2 ~ Seungmin

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"Sto perdendo la vista. Non nel senso che dovrò portare gli occhiali, ma nel senso che sta diventando tutto buio. Sto diventando cieco."

La voce di Jisung era intrisa di una tale amarezza da riempire tutta la loro minuscola casa. Inizialmente Seungmin non riuscì a capire che cosa gli avesse appena detto, poi pensò genuinamente che stesse scherzando. Dalle prime emicranie e da quella notte in cui lo avevano accompagnato in ospedale in preda a fortissime fitte alla testa erano passati tre mesi, in cui sia lui che Jeongin avevano sempre ricevuto un "tutto okay" alla domanda se stesse bene e avesse ricevuto notizie dal medico. In quei mesi Jisung era tornato a casa con la sua famiglia per seguire le visite mediche e farsi aiutare, mentre Seungmin e Jeongin erano rimasti nel loro appartamento in affitto in attesa che lui tornasse, pensando che fosse solo questione di tempo. Era ovvio che c'era qualcosa di strano perché in quel tempo Jisung era diventato molto schivo e chiuso nei loro confronti, ma si erano detti che fosse per via delle visite, delle cure e dell'ansia, che dovevano lasciargli spazio ed esserci per quando lui li avesse voluti rendere parte del suo turbine di pensieri. Si sentivano ogni giorno per telefono o per messaggio, ma si vedevano molto poco, per questo Seungmin era rimasto sorpreso quando lo aveva visto entrare in casa sbattendo contro il mobile che avevano spostato. Si era chiesto come avesse fatto a non vederlo e ora aveva la risposta, ma non poteva essere vero.

"Ji hyung che significa che stai diventando cieco, avevi detto che era tutto okay!" Commentò Jeongin sorpreso, un tono di allarme nella sua voce.

"Non è così. Non è tutto okay. Pensavo che doveste saperlo."

"Ma non c'è nessuna cura? Nessun modo? Che significa?" La voce di Jeongin ora era carica di urgenza, ma suonava lontana alle orecchie di Seungmin, come se fossero i vicini che parlavano, quei due rompipalle che spostavano i mobili la mattina presto al piano di sopra.

Le mani appoggiate sulle gambe avevano preso a sudare, mentre la sua testa negava ogni cosa che sentiva e lo distaccava da quel momento, da quel luogo, da quella persona che gli aveva mentito.

"Non c'è. O meglio dicono che ci sia, ma non c'è davvero. È un mese che me lo dicono e un mese che diventa sempre più buio. Mi sono stancato di crederci."

Jeongin sembrava sul punto di dire qualcosa, ma le parole gli morirono sulle labbra, un'espressione di puro sgomento misto a paura dipinto sul viso. Lo cercava con gli occhi, gli chiedeva aiuto con lo sguardo, ma Seungmin era assente. Continuava a fissare Jisung aspettando che gli dicesse che stava scherzando, ma tutto leggeva sul suo viso tranne che divertimento. Era strano il modo in cui muoveva la testa, in cui li cercava con gli occhi, come se non riuscisse a trovarli. Rimasero in quel silenzio pesantissimo per un po', poi Jisung si alzò.

"Ora che lo sapete, penso di poter tornare a casa."

E Seungmin a quel punto esplose.

"Stai scherzando vero?"

La sua voce uscì un po' più isterica di come avrebbe voluto apparire.

"Ti sembra qualcosa su cui scherzare?"

La cosa peggiore di tutta questa storia era la totale assenza di emozioni nella voce di Jisung, l'unica cosa che Seungmin poteva percepire era una grande amarezza, ma sembrava quasi rassegnato. Come poteva essere rassegnato? Poi un altro pensiero lo colpì. Doveva essersi già arrabbiato, doveva già aver pianto e urlato e ora era rimasto solo questo, amarezza. Tutto questo, senza che dicesse loro niente. Tutto questo mentre a loro diceva solo "tutto okay". Tutto questo mentre loro aspettavano solo che tornasse a vivere con loro. Tutto questo mentre vivevano tranquilli credendo che presto sarebbe stato tutto come prima. Seungmin si alzò di scatto facendo trasalire sia Jisung che Jeongin, camminò intorno al tavolo e afferrò l'amico per la maglia, tirandolo a sé.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 12 ⏰

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