Capitolo uno

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A questo punto della serata, o meglio della mia vita, una domanda mi sorge spontanea:

Come diavolo ho fatto a ritrovarmi in questa situazione?Io, proprio io che sono attenta, diligente nello studio, affidabile.Una ragazza con la testa sulle spalle.Troppo educata, mi definisce qualcuno.Troppo innocente, qualcun altro.Quello che pensano tutti di me è che sono una tipa senza personalità, senza qualità.

Noiosa. Una secchiona, con il naso tra i libri e la mente tra le nuvole.A me va bene così. Si, insomma, che accidenti me ne frega di quello che pensano questa manica di idioti?

Non mi conoscono. Affatto.Non fanno parte della mia vita, non faranno parte del mio futuro, quindi il loro parere è zero per me.Più o meno.Questo è quello che continuo a dire alla mia migliore amica, nonché compagna di stanza da ben quattro anni: Amber.

Io e lei ci conosciamo da quando avevamo quindici anni.

È diventata, in modo davvero inaspettato, mia amica quando nessuno si curava di me. In quel periodo è stata la mia ancora di salvezza. Si è messa al mio fianco ed ha affrontato l'incubo scolastico con me. Per me.Lei era una tipa apprezzata da tutti, sempre sorridente e per lo più la invitavano alle feste o alle uscite.

Diventare sua amica mi ha salvata in un certo senso, anche se non ho mai approfittato della sua amicizia. Ho evitato le feste in cui veniva invitata, le uscite che proponevano solo a lei e in generale i suoi amici. Nonostante lei rigirasse gli inviti anche a me, io li rifiutavo. Non mi importava, non ci tenevo.Non lo so se agli altri non fregava niente di me oppure ero io che non davo modo di farmi conoscere.

Ma della sua amicizia non ho mai potuto farne a meno.

E lei è forse l'unica amica che ho all'università.

A parte qualche compagno di corso che mi rivolge la parola solo per cose che riguardano le lezioni.

Al di fuori non ho nessuna interazione, praticamente con nessuno.

A parte Amber e Logan, ma di lui non voglio proprio parlare.Comunque, tutti pensano che sia noiosa e molto, molto spesso lo penso anch'io.Voglio dire, gli indizi ci sono tutti.

Nessun amico.Nessun uscita spensierata.Nessuna festa da ubriaca.Quattro anni di vita universitaria e ho solo, solo studiato.

Che cavolo!Il massimo del mio divertimento è fare passeggiate o cene con Amber.

Per il resto me ne sto per fatti miei, concentrata sull'obbiettivo di diventare architetto e tornarmene a casa.

A tre ore esatte da qui.Dalla mia bellissima e chiassosa famiglia matta.E numerosa, aggiungerei.Lì mi aspettano i miei genitori, i miei due fratelli maggiori e le mie tre sorelle più piccole.È un caos quella benedetta casa, ma io la amo. E mi manca.

Siamo decisamente in troppi, ma in quella totale confusione io ritrovo me stessa, almeno un po'.

E non mi è ancora capitato di trovarmi così a mio agio da qualche altra parte. In quattro anni qui, non mi sono mai sentita a casa.Visto?

Nessun ragazzo sano di mente della mia età direbbe queste cose.Tutti sono concentrati sul godersi il momento, gustarsi gli anni spensierati e non pensare al domani.Loro non pensano a tutto quello che succederà dopo la laurea.

Ma esiste solo il periodo più leggero della loro vita.

Il presente. Prima di crescere e mettere da parte i giochi.

Io invece...

Sono nata vecchia.Ecco.L'ho detto.

Questo è il pettegolezzo che mi perseguita di più e quello che mi fa più male.

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