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Tra luci alcool e caos

La discoteca era un vortice di luci stroboscopiche e bassi che vibravano fino alle ossa. Nel privè, riservato al gruppo di rapper e amici di sempre, il caos era sotto controllo. Aurora camminava sui tacchi alti, perfettamente bilanciata nonostante i bicchieri di vodka già bevuti. Era appena arrivata e la serata prometteva di essere lunga.

Nel privè c'erano Francesco, Matteo, Antonio e Arturo, ognuno con il bicchiere pieno, completamente immersi nella solita conversazione fatta di risate sguaiate, bestemmie e insulti che, da bravi amici, si lanciavano a vicenda senza filtri. Aurora non era diversa da loro, almeno quando era in quella compagnia. Nonostante il suo aspetto sempre impeccabile e l'immagine da modella e influencer sui social, con quei ragazzi poteva lasciarsi andare.

Si avvicinò a Matteo, che le allungò una sigaretta con un sorriso. "Oh, finalmente sei arrivata, troia!" esclamò, il suo tono sarcastico, come al solito. "Stavi a farti fotografare in bagno o che cazzo?"

Aurora rise, accendendo la sigaretta. "Ti piacerebbe vedermi in bagno, eh, coglione?" rispose, dandogli una pacca sul braccio.

Matteo rise forte, attirando l'attenzione degli altri. Antonio si avvicinò, le passò un bicchiere e le fece l'occhiolino. "Tieni, ti serve più alcol se vuoi sopportare sti coglioni."

Aurora prese il bicchiere e bevve un sorso lungo, sentendo il liquido bruciarle la gola. "Minchia, cosa mi hai dato? Petrolio?"

"Smettila di fare la principessina," replicò Antonio, ridendo.

Poco dopo, Matteo si sporse verso di lei. "Auri, ti presento qualcuno. Questo è Lorenzo, anche lui sta sempre in giro con noi."

Aurora alzò lo sguardo e vide Lorenzo seduto su un divanetto, un drink in mano, lo sguardo leggermente annebbiato dal fumo e dall'alcol. Lui non sembrava particolarmente colpito dal suo arrivo, anzi, sollevò appena il bicchiere in segno di saluto, un mezzo sorriso stanco sulle labbra.

"Ciao" disse senza troppo entusiasmo, quasi come fosse un'abitudine incontrare nuove persone. Lei lo squadrò per un attimo. Era sicuramente più bello dal vivo che nelle foto o nei video musicali. Nonostante l'atteggiamento svogliato, c'era qualcosa di magnetico in lui, come se la stanza intera ruotasse attorno a quella sua calma apparente.

"Ciao," rispose lei, con un tono altrettanto distaccato, senza dargli troppa importanza. Era abituata ai tipi come lui, tutti presi dal loro stesso personaggio.

Matteo buttò lì una battuta. "Non ti preoccupare, Lorenzo non morde... almeno non senza preavviso."

Lorenzo sorrise appena, alzando le spalle. "Dipende," mormorò, tornando a bere.

Aurora si lasciò cadere accanto a Matteo e si mise a scherzare con lui e gli altri, come sempre. Si sentiva a suo agio in quella compagnia, anche se a volte era l'unica a mantenere un po' di controllo, nonostante gli insulti e le risate che volavano. Ma quella sera, forse a causa dell'alcol che già le circolava nelle vene, si sentiva particolarmente rilassata. Prese un altro bicchiere e iniziò a bere senza pensarci troppo.

Il tempo passava e la musica diventava sempre più assordante. La discoteca era ormai piena di gente, il fumo delle sigarette e delle canne rendeva l'aria quasi irrespirabile. Aurora rideva con Matteo, appoggiata alla sua spalla, mentre gli altri continuavano a passarsi bottiglie e battute.

"Ma dai, stai zitto, sei proprio un coglione," disse Aurora, ridendo forte quando Francesco cercò di fare una battuta che non aveva minimamente senso.

La serata stava prendendo una piega sempre più folle quando un tizio, ubriaco marcio, si avvicinò a lei troppo velocemente. Aurora, già un po' fuori di testa per via dei drink, cercò di spingerlo via con una mano, ma lui insistette, tentando di afferrarle la vita.

"Ehi, calmati," sbottò lei, visibilmente infastidita, ma il tipo sembrava non voler mollare.

"Lasciami in pace, coglione!" gridò, spingendolo via con più forza. In un attimo, Matteo si alzò in piedi, la faccia ormai diventata una maschera di rabbia. "Che cazzo fai, stronzo? Vuoi morire stasera?"

Gli altri ragazzi del gruppo si alzarono all'improvviso, tutti pronti a difendere Aurora. Il tizio, invece di allontanarsi, si mise a ridere, tirando una spinta a Matteo che lo fece indietreggiare di qualche passo. E fu allora che scoppiò il caos.

Francesco si lanciò sul tipo, spingendolo con forza, mentre la musica continuava a martellare in sottofondo. Gli spintoni diventarono pugni e nel giro di pochi secondi, una rissa si accese proprio al centro del privè. La gente cominciava a farsi indietro, mentre le guardie di sicurezza cercavano di intervenire.

"Auri, vai a prendere Lorenzo!" urlò Arturo, mentre cercava di trattenere Antonio, che aveva afferrato una bottiglia e stava per spaccarla sulla testa del tizio.

Aurora, ancora frastornata dagli alcolici, si fece strada tra la gente, dirigendosi verso il bagno dove sapeva che Lorenzo si era cacciato qualche minuto prima con una delle ragazze che aveva incontrato quella sera. Spalancò la porta e lo vide: Lorenzo, a torso nudo, contro il muro con una ragazza avvinghiata a lui. La scena la colpì come un pugno allo stomaco.

"Cristo santo..." sbottò Aurora, disgustata da quello che aveva appena visto.

Lorenzo, sentendo la porta aprirsi, si fermò di colpo. Si voltò verso Aurora, il volto sorpreso, mentre cercava di sistemarsi in fretta i vestiti. "Che cazzo vuoi?" sbottò, ma il tono era nervoso, quasi a disagio per essere stato colto in flagrante.

"C'è una rissa, coglione. Esci subito," rispose lei, fissandolo con occhi gelidi, senza nascondere il disgusto per quello che aveva appena visto.

Lorenzo, dopo essersi velocemente rimesso a posto, passò una mano tra i capelli, visibilmente imbarazzato. Aurora non si sforzava neanche di nascondere il fastidio; quella scena le aveva fatto perdere l'ultimo briciolo di rispetto per lui, ammesso che ce ne fosse mai stato uno.

Senza dire altro, Lorenzo uscì dal bagno e si diresse verso il privè. La rissa stava ancora infuriando, ma appena lui si avvicinò, tutto si placò. Non perché fosse intervenuto direttamente, ma perché la sua sola presenza imponeva rispetto. In un modo o nell'altro, lui era il centro di quel gruppo, e la sua presenza calmò gli animi.

"Che cazzo è successo qui?" chiese, mentre cercava di capire chi aveva iniziato la rissa. I suoi amici erano ancora fuori controllo, ma alla fine riuscirono tutti a calmarsi.

Aurora rimase in disparte, ancora scossa. Guardò Lorenzo, che continuava a parlare con gli altri come se niente fosse, cercando di sistemare la situazione. Forse, dietro quell'aria da duro e quella vita dissoluta, c'era qualcosa di più. Ma per ora, l'unica cosa che sentiva era un misto di disgusto e frustrazione.

Insieme da una vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora