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⚠️Attenzione capitolo contente minaccia di violenza sessuale⚠️

Che cosa idiota aveva appena detto, si morse la lingua per trattenere l'imbarazzo; ma lei sembrò non darci particolare peso alla cosa, forse era soltanto la sua mentre depravata ad averci letto qualcosa di strano...
La donna incrociò le braccia in una specie di abbraccio, forse per darsi forza con tutta quella storia, e poi sussurrando gli disse

- Andiamo, ti faccio vedere casa mia -

La seguì senza perderla mai di vista ma senza farla sentire oppressa. L'ultima cosa che voleva era metterle più ansia di quanta non ne avesse già.
Lui non aveva molta esperienza con le persone, non possedeva alcun tipo di tecnica per mettere a proprio agio le persone.
Anzi ne aveva sviluppate alcune proprio per infastidire e far perdere il controllo!
Il silenzio era l'unica cosa che poteva offrirle, sperando che per lei sarebbe stato sufficiente.

- Posso aprire io? Per precauzione, non si sa mai... -

Courtney era abituata a fare tutto da sola.
Non conosceva complimenti né galanteria, e soprattutto non sapeva come reagire a quel genere di attenzioni maschili.
Era vero, Duncan lo faceva perché quello era il suo mestiere ma nessuno gli aveva chiesto di essere anche gentile nei suoi riguardi.
E lei era stata così dannatamente ostile...

Sentì il braccio di lui sfiorare il suo e le loro mani si toccarono per una piccolissima frazione di secondo, giusto il tempo di prendere le chiavi, ma Courtney ebbe i brividi sulla pelle.
Sperò con tutta sé stessa che non fossero così tanto visibili.

- Signorina si sente bene? Ha il viso rosso -

Portò le mani al viso velocemente.
Le sue guance andavano a fuoco.
Cristo a trent'anni ancora non aveva capito come non rendersi ridicola di fronte ad altre persone!

- È l'agitazione del momento, mi passerà presto -

Lui sorrise e con la mano la invitò a farsi più indietro in modo da permettergli di poter aprire la porta.
Courtney voleva morire, sperò con tutta sé stessa di aver lasciato la casa in ordine ma D le fece segno di restare dietro di lui e non fare alcun tipo di rumore.
Si tolse la giacca e la appese vicino la porta d'ingresso rivelando le due pistole tenute nascoste.
Ma la casa era come al solito calda ed accogliente, profumava di vissuto.
Duncan amava le case così, case che erano il contrario della sua che invece sembrava bianca come una stanza d'ospedale.
Analizzò con minuziosa precisione stanza per stanza mentre Courtney gli sussurrava se ci fosse o meno qualcosa di strano.

- Ha fatto sesso con qualcuno tra ieri sera e stamattina? -

La domanda fu come un secchio di acqua gelida addosso.
Come diavolo si permetteva quel cafone di chiederle una cosa così intima e privata?
Sulla base di cosa poi? Cosa gli poteva fregare se faceva sesso oppure no?!
Non erano passate neppure due ore che si conoscevano e già quello voleva queste confidenze private?
E poi ancora continuava con quel maledetto lei.
Odiava da morire tutta quella dannata cortesia, soprattutto se poi doveva fare delle domande del genere!

- No, non ho fatto sesso con nessuno ma non capisco come può interessarti la cosa -

Duncan entrò nella stanza e ripose la pistola nel suo fodero, si guardò intorno e le disse

- La finestra è aperta e soltanto questa stanza ha qualcosa di fuori posto -

Indicò un preciso indumento posto ai piedi del letto: un paio di mutandine nere.
Courtney le riconobbe subito.
La cosa peggiore era che tra le tante a lei appartenute, chiunque fosse entrato aveva scelto quelle più sobrie.
Di cotone nero, senza fronzoli né pizzo.
Era un attacco, una vera e propria minaccia.
Suonava un po' così:"Sappiamo dove sei e se vogliamo questa è la prima cosa che faremo".
Si avvicinò sulla scena del crimine, c'era stata tante volte in vita sua e sapeva bene di non dover contaminare nulla ma tutte quelle volte non erano la sua di scena del crimine.
Fu istintuale abbassarsi ed allungare la mano verso di loro.

- Non le tocchi, ci potrebbe essere del DNA -

Avrebbero potuto distruggerle la casa o darle fuoco al suo studio, avrebbero potuto fare tante cose ma quella cosa lì era di uno schifo epocale.
Niente può far sentire così tanto male una donna come una minaccia del genere.
Lo sguardo vuoto e la faccia pallida erano il sintomo che doveva fare qualcosa per aiutarla nell'immediato.

- Courtney? Ti senti bene? -

Le aveva dato del tu.
Si era avvicinato quel tanto che bastava per controllare se stesse bene e poi le aveva dato finalmente del tu.
Cazzo doveva avere proprio una bruttissima cera se era riuscita a smuoverlo dal suo guscio.
Duncan le prese il polso e lo strinse delicatamente per poterle misurare il battito.
Courtney alzò lo sguardo verso di lui.
Quel semplice tocco l'aveva fatta arrossire di nuovo come una ragazzina e di sicuro le aveva fatto schizzare i battiti alle stelle.
Che figura di merda.

- Riesci a camminare così usciamo fuori di qui? -

Si aggrappò a lui e cercò di riprendere le forze necessarie per fuggire via da quella stanza.
Non voleva risultare così disperata.

Duncan iniziò a prepararle una camomilla mentre conversava animatamente con probabilmente qualcuno della scientifica.
La lasciò sul tavolo, di fronte a lei.
Sembrava di avere a ché fare con un robot.
Dov'era finita quella donna piena di grinta che quasi lo stava picchiando questa mattina?
Perché cazzo era così preoccupato di una sconosciuta?
Dio l'avrebbe fatto per chiunque in quella situazione.
Ma perché aveva lo stomaco sottosopra da quando avevano fatto quella macabra scoperta?
Vederla in trance lo faceva storcere il naso.
Vederla minacciata gli faceva venir voglia di essere violento.
Vedere la sua femminilità essere messa a rischio gli faceva ricordare la guerra.
E non era mai una cosa buona.

- Signorina? Mi segua, adesso per qualche tempo starà a casa mia... non si preoccupi le renderò il soggiorno per quanto più possibile confortevole ma non è saggio né auspicabile che lei continui a vivere qui, soprattutto perché non può più farlo siccome è appena diventata una scena del crimine -

Era già psicologicamente pronto a doversi sorbire opposizioni di ogni tipo e doverla caricare personalmente su una spalla per portarla via di lì.
Ma non le sfuggì nulla dalle labbra.
Annuì leggermente con la testa.
Duncan si rivestì e lasciò che la squadra della scientifica entrasse per ispezionare la casa, era pronto ad andare via se solo Courtney fosse stata in piena coscienza di sé.
Si sedette accanto a lei cercando di non risultare molesto.
Si schiarì la voce e con ansia adolescenziale le disse

- So che non può minimamente essere paragonata la cosa ma quando a mia sorella c'era qualcosa che la turbava, una giornata di shopping le sollevava sempre il morale -

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 17 ⏰

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