Capitolo primo

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Tic,tic,tic, il ticchettio della pioggia batteva incessantemente sul vetro della finestra della mia camera. Erano le 17:30 e io, come al solito mi affacciai alla finestra e intravedevo le mille luci delle auto che percorrevano le strade di Londra, e iniziai a fantasticare -come facevo da bambina- sulle vite delle persone che viaggiavano all'interno di quei veicoli. Le giornate di pioggia non mi hanno mai intristito, anzi al contrario della maggior parte delle persone, mi davano un sottile senso di felicità e di appagamento come se l'obbligo di restare in casa mi rendesse tutto più tranquillo...

"Kate,ci sei?"

"Si͵ mamma,ci sono,sto studiando!"

"Ah, non ti sentivo e.mi stavo preoccupando, buon studio, allora!"

Era la voce squillante di mia madre che mi richiamava alla realtà e quindi ripresi a fare ciò che effettivamente dovevo fare: STUDIARE!

L'indomani infatti mi attendeva una giornata campale: sostenere il mio terzultimo esame del corso di laurea in architettura all' AA School of Architecture di Londra e la cosa era terribilmente importante. Mi immersi perciò nello studio e all'improvviso...

"Kate, è pronta la cena!"

"Cavolo,che ore sono?" pensai. Vidi l'orologio della camera che segnava le 19:30 e solo allora mi accorsi di aver studiato per ben 2 ore, senza rendermene conto.

"Ok, arrivo mamma!"

Mi alzai dal letto e scesi in sala da pranzo dove mi aspettava mia madre come se fosse l'ultima cena della mia vita, mentre in realtà il cibo non stava ancora nel piatto. Sedetti al mio posto e guardai in cagnesco mia madre.

"Si, ma la cena dov'è?"

Mia madre non si degnò di rispondere e mise velocemente il pollo arrosto con patate sul mio piatto fumante e, ironicamente mi disse:

"Contenta, adesso?"

E con un sorrisetto risposi:

"Certo, mammina. Ma papà dov'è?"

"È al club con gli amici, tornerà sicuramente tardi." Sospirò sedendosi davanti a me.

La mia famiglia non era certo numerosa. Io sono figlia unica, mio padre, Walter Spencer era proprietario di tre negozi di elettronica: due in periferia e uno al centro città; mia madre, Eleanor Orsini, gestiva i negozi assieme a mio padre. A volte sembravano, invece di due coniugi,due soci in affari. D'altronde erano sposati da 28 anni e il fuoco della passione era -diciamo- "spento" da un bel po'. Mio padre si era iscritto ad un circolo tennis e ultimamente,almeno una volta a mese andava a cena con i suoi "simpatici" amici.

Io sono Katherine e ho 24 anni. Naturalmente avrei desiderato tanto una sorella, ma a causa di non chiare complicazioni durante il mio parto (mia madre rischiò la vita) i miei decisero che bastavo io come unica prole. Quando ero bambina avevamo un cane, di nome Black, un cocker spaniel nero dolcissimo e giocherellone, ma purtroppo dopo dodici anni ci lasciò. Mi ricordo i pianti che feci assieme ai miei, quel giorno tristissimo. Da allora mio padre decise di non avere più animali in casa, anche se adesso abbiamo un pappagallo di nome Chloe e una tartarughina d'acqua.

Durante la cena, mia madre chiese:

"Ma Robert l'hai visto oggi?"

"No, ci siamo sentiti solo per telefono. Lui è occupato allo Studio con il padre per una causa importante, io invece mi sono impegnata tutta la giornata per l'esame di domani."

Ormai avevo concluso la cena, salutai mia mamma e tornai di sopra per continuare a studiare. Controllai il mio Iphone e vidi il messaggio di Robert:

Da Amore: "In bocca al lupo amore per domani. Ti amo." 21:04

Robert era il mio ragazzo -veramente il suo nome era Robert Donovan Kensington Jr.- figlio di un ricco e stimato avvocato Londinese con lo Studio legale nella zona centrale di Londra; la madre era insegnante di lettere alla prestigiosa Queen Mary di Londra. Lo conobbi in una festa di compleanno e, quando mi fu presentato mi colpii subito; cominciammo a chiacchierare quella sera, isolandoci da tutto il resto. Insomma Robert era ricco di famiglia, alto, bello, di 26 anni, tutto ciò che si potesse desiderare da un fidanzato; a me però ciò che mi piaceva di lui era la sua capacità di non far mai pesare la sua ricchezza nei confronti di nessun altro. Era quindi semplice e intelligente quel tanto che basti. Da due mesi aveva iniziato a lavorare allo Studio del padre, visto che si era appena laureato in Legge. Ultimamente era molto pensieroso perché preso dal lavoro col padre visto che quest'ultimo era molto esigente per indole. Naturalmente capivo la situazione e cercai sempre di essere comprensiva nei suoi riguardi.

Continuai a studiare fino a tarda notte, quando all'improvviso ricevetti un messaggio sempre da Robert che mi augurava la buonanotte.

Mi addormentai subito dopo.

CIAO A TUTTI! IO SONO KEVIN MC STEEL E QUESTO ERA IL PRIMO CAPITOLO DEL MIO PRIMISSIMO LIBRO.

VI INVITO -GRAZIE MILLE SE LO FARETE- A COMMENTARE E LASCIARE UNA STELLINA! SEGUITEMII!!!

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