CAPITOLO 1

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Lo spogliatoio del club era caldo e soffocante, Louis sbuffò per l'ennesima volta, mentre si spogliava. Herman, il proprietario del locale, entrò come sempre senza bussare e si diresse verso di lui, con aria decisa. "Tomlinson!" lo apostrofò fissandolo con aria minacciosa, Louis lanciò la camicia che si era sfilato e roteò gli occhi. Aveva perso una cifra considerevole ai tavoli del club e, per ripagare il proprio debito, aveva accettato di malavoglia la proposta di Herman di unirsi ai ragazzi che facevano qualche servizio ai clienti più facoltosi. Da un paio di settimane, stringeva i denti e si sforzava di dare piacere a degli sconosciuti, consapevole che ci sarebbero voluti mesi, se non anni, di questo passo a raggiungere la somma che doveva all'uomo. Oltretutto, a lui, neppure piacevano i maschi, anche se tutti gli uomini sembravano trovarlo molto attraente. Aveva un corpo tonico ma non troppo muscoloso, un bel viso e due occhi di un blu particolare. I suoi capelli castano chiaro erano morbidi e incorniciavano perfettamente i tratti eleganti, del volto da ragazzino. Per non parlare del suo fondoschiena, sodo e rotondo. Non passava certo inosservato nel club, anche se doveva combattere costantemente la nausea che gli saliva, in presenza di uomini eccitati. A lui piacevano le donne, le ragazze. Era stato fidanzato per qualche anno, ma lei lo aveva lasciato quando aveva capito che non c'era alcun futuro con uno come lui. A venticinque anni, non aveva un lavoro fisso, era totalmente privo di ambizioni, ma possedeva invece molti vizi. Il fumo, l'alcool, il gioco d'azzardo. Così, al momento era single, disoccupato e con un grosso debito da pagare. "Ascoltami bene" gli disse Herman, a bassa voce: "Stasera hai un cliente particolare, se fai come ti dico potresti ridurre di molto, la somma che mi devi". Louis lo fissò intento, l'idea di ridurre il proprio debito lo tentava. Con un sorrisetto, il proprietario del locale gli porse degli strani oggetti e il giovane corrugò la fronte. Erano un cerchietto con delle orecchie da gatto ed una coda attaccata ad un plug, entrambi erano coperti di pelo bianco. "Mi prendi in giro?" chiese: "Cosa dovrei farci con questi?". Herman sbottò irritato, lanciandoglieli praticamente addosso: "Devi metterli, idiota! Non farmi pentire di averti dato tempo, Tomlinson! A quelli che hanno debiti come il tuo, di solito spezziamo le gambe, ricordalo!". Louis rabbrividì, raccogliendo gli oggetti spaventato. Herman si passò una mano tra i capelli, spiegando: "Questo tizio, ha un sacco di soldi, ma veramente tanti. Ha questo kink per i gatti, per i kitten, ovvero ragazzi che si comportano come gatti. Non devi fare altro che andare da lui con queste cose addosso, miagolare e fargli un pompino", lo squadrò di traverso: "Paga il triplo degli altri, Tomlinson, quindi non fare cazzate!".

Harry era seduto in uno dei salottini privati del club, in attesa. Muoveva nervosamente una gamba, sorseggiando un cocktail e tenendo gli occhi sulla porta chiusa di fronte a sé. Era stato molto impegnato con il lavoro e, da alcuni mesi, non aveva avuto modo di realizzare le sue fantasie erotiche. Aveva sempre saputo di essere gay, la sua prima cotta per un ragazzo risaliva ai tempi delle elementari. Ma solo due anni prima, aveva smesso di nascondere il suo particolare kink. Sorrise soddisfatto, al pensiero di come nessuno osasse prenderlo in giro, per quello. Anzi, quasi tutti coloro che lo circondavano, si mostravano più che propensi a comprenderlo e appoggiarlo nella sua piccola mania. Ovviamente, lo facevano per paura o per tornaconto personale, ma la cosa gli era indifferente. A ventiquattro anni, Harry Styles era una persona rispettata e temuta, nessuno osava mettersi contro di lui ed in molti erano pronti a fare qualunque cosa, per attirare la sua attenzione ed entrare nelle sue grazie. A poco più di diciotto anni, era fuggito di casa dopo una terribile lite con suo padre, portando con sé una discreta somma in denaro, sottratta al benestante genitore. Deciso ad avere successo e non tornare mai più indietro, aveva investito la cifra, senza alcuno scrupolo, nel campo dei prestiti personali ad un tasso di interesse sproporzionato. Appassionato di box ed arti marziali, si era allentato ogni giorno da quando aveva quindici anni. All'inizio, perché teneva di essere bullizzato a scuola, poi perché gli piaceva incutere timore negli altri. Alto più della media, le spalle larghe ed il fisico scolpito, si era presto distinto in quel particolare settore. Aveva saputo scegliere i suoi collaboratori più fidati, usando il viso angelico e la voce calda, per blandire i propri clienti e farli cadere in un circolo vizioso di debiti impossibili da onorare. Così, era diventato proprietario di numerosi immobili e numerose persone influenti, gli dovevano un favore. Era soddisfatto, di quello che aveva ottenuto. Viveva in una casa enorme, dotata di ogni comfort. Vestiva abiti su misura, girava in una limousine con autista e veniva sempre trattato, con il massimo rispetto. L'unico punto che lo innervosiva, era proprio quello della soddisfazione sessuale. Non credeva nell'amore, non ci aveva mai creduto, ma era una persona sessualmente molto attiva e considerava prioritario, che anche quel bisogno fosse appagato.

Kitten per forza - Larry Kink Fanfiction (Non adatta a un pubblico sensibile)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora