Capitolo 1 - La voce

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In Germania, immerso in una foresta vicino a campi coltivati, sorgeva il paesino di Hausmärchen. Nascosto nella foresta alle sue spalle, il Monastero del Santo Crocifisso della Foresta degli Ulivi era poco conosciuto tra i comuni civili. Era infatti un avamposto dell'Ordine degli Esorcisti di San Cristoforo Cananeo, dove orfani provenienti da tutta la nazione venivano addestrati all'antica arte e disciplina della caccia ai demoni.

Georg era uno di questi orfani e, poco dopo il suo quattordicesimo compleanno, venne iniziato e divenne un membro ufficiale dell'Ordine.

Il particolare ramo dell'Ordine di cui entrò a far parte, però, era diverso dagli altri. I suoi membri non utilizzavano armi convenzionali ma erano adepti di arti oscure e arcane. Per incanalare gli "spiriti naturali" che permettevano loro di attingere a queste doti, dovevano assumere un farmaco speciale. Esso provocava loro dolore ma le abilità che garantiva potevano manifestarsi come immensi poteri mistici: i più dotati erano in grado di evocare gli elementi della natura.

Georg era molto dotato e il suo spirito era legato al fuoco. Controllava le fiamme con stupefacente maestria, parevano danzare tra le sue dita. Condannò al rogo decine di vampiri e si specializzò nel ripulire nidi e covi. Nessun altro esorcista del suo stesso monastero poteva vantare simili doni naturali: i più abili potevano al più considerarsi appena sopra la soglia delle comuni prestazioni umane, nulla di lontanamente simile. Anche per questo, Georg era temuto oltre che rispettato, nessuno gli si avvicinava troppo e gli venivano assegnati solo incarichi da "spazzino" o "supporto".

Questo non gli piaceva ma lo accettava poiché era mosso da una profonda fede e devozione alla causa. Non fu mai parte di una squadra fissa, non ebbe mai maestro o amici, era sempre da solo, gli dedicavano attenzione unicamente quando servivano le sue doti speciali. I suoi diretti superiori gliele invidiavano ma non disponevano del suo stesso talento e dunque il suo contributo era necessario e indispensabile.

Quando aveva diciotto anni, iniziò a sentire una voce. In realtà, aveva sempre sentito quel sussurro ma solo ora iniziava a comprenderne le parole, a non dubitare di esse, ad ascoltarle davvero.
<<Retta è la tua via, purificatore il tuo fuoco. Ascendi a me, eletto, e monda i mali terreni.>>.
Georg non aveva dubbi: un angelo lo aveva scelto per combattere le forze del male. Le sue preghiere erano state ascoltate, i suoi sforzi erano stati notati e ricompensati da una linea diretta col Paradiso.
<<Guidami, o essere celeste.>> Georg si abbandonò all'obbedienza e seguì le istruzioni dell'angelo. Ardeva di fede e devozione, era sicuro di essere lo strumento di un bene superiore.

Le sue missioni in solitaria destavano stupore tra gli altri esorcisti. Come poteva sapere dove fossero i vampiri prima ancora che gli venisse segnalato? Come poteva sapere dove gli spettri si stavano radunando senza che ci fossero avvisaglie? Come poteva sapere quali umani corrotti sarebbero rinati come demoni? L'invidia dei suoi colleghi non fece altro che crescere, così come il suo isolamento all'interno dell'Ordine.

Ma Georg non aveva bisogno di amici, compagni o alleati: c'era un angelo ad accompagnarlo e guidarlo nella sua missione purificatrice.

Era ormai assuefatto a quella voce, obbedirle era diventato la normalità, parlava solo con quell'angelo, le sue preghiere erano ora rivolte solo a lui, la sua vita era dedicata solo a lui. Non poteva più fidarsi di quegli esorcisti che lo avevano rifiutato, isolato e utilizzato come un fiammifero da riporre o gettare una volta consumato.

I direttori suoi superiori però pensavano lo stesso di lui: non potevano più fidarsi di quell'esorcista che ignorava gli ordini e ormai faceva sempre di testa sua. Si diceva anche che parlasse da solo. Non potevano rischiare oltre e così lo bandirono.

Georg era un reietto ora più che mai, non aveva nessuno a supportarlo o dargli conforto. Solo l'angelo era ancora al suo fianco e a lui erano dirette le sue preghiere <<O Murmur, mio angelo e guida, che cosa dovrei fare?>>.

La risposta di Murmur non tardò ad arrivare:
<<Retta è la tua via, purificatore il tuo fuoco. Ascolta solo me, eletto, e monda i mali terreni. Coloro che miscredono debbono ardere della rivampata fiamma della fede. Diffondi il verbo, diffondi il fuoco della purificazione su queste anime immonde che hanno giaciuto col peccato e abbandonato la fede.>>.

Georg non aveva mai disobbedito all'angelo, comprendeva sempre le sue parole e le sue intenzioni, anche quelle più strane, perché erano frutto della saggezza celeste rivolta all'eletto. Le intenzioni di Murmur erano le intenzioni di Georg. Egli dunque ingoiò l'ultima dose di farmaco che gli era rimasta e si avvolse nel suo dolore e calore. Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, il corpo dilaniato come se venisse scomposto e ricomposto, i suoni erano ovattati e la vista era sfocata; gli effetti collaterali duravano pochi istanti, il dolore era un tormento impareggiabile ma subito dopo subentrava un'estasi quasi mistica. Le fiamme danzavano tra le sue dita, sempre più brillanti e sempre più calde.

In pochi istanti, il monastero era in preda alle fiamme. Gli alberi della foresta però rimasero illesi: solo le anime corrotte dovevano essere mondate e Georg controllava le fiamme con ineguagliabile maestria. Ogni scintilla era un atto della sua volontà, un atto di fede cieca e irremovibile. Le grida degli esorcisti all'interno del monastero erano agghiaccianti, permeate di sofferenza e atroce consapevolezza: sapevano che stavano morendo e sapevano di chi fosse la mano colpevole.

Fallen - il sussurro dall'altoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora