capitolo 5

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IL GIORNO DOPO

KENAN

Passai tutta la mattina a pensare a ciò che era successo la sera prima: il solo pensiero di quel ragazzo che aveva tentato di baciare Vittoria mi mandava su tutte le furie, ma perché poi? Non è che mi piaccia? No Kenan ma che cazzo dici, la conosci da solo due settimane. Insomma, è una ragazza super simpatica e poi quando la guardavo mi perdevo nei suoi occhi verdi brillanti, che erano magnifici, ma no non può piacermi.
Amavo passare il tempo con lei, e non vedevo l'ora arrivasse il pomeriggio per poterla rivedere. Preparai il borsone con tutto l'occorrente e mi diressi alla continassa. Quando entrai vidi Federico, senza la vitto però.

"ciao fede, oggi non viene la vitto?" gli chiesi curioso

"no, mi ha detto che non aveva voglia" mi rispose facendo spallucce

"ah ok" gli dissi deluso

"che ne dici se dopo vieni a casa mia con gli altri due per cena?"

"si perfetto" gli dissi tutto contento

"meglio andare, o il mister si infuria"

"meglio è"

SKIP TIME

Finito l'allenamento e dopo esserci lavati ci dirigemmo a casa di Fede.

"ciao vitto siamo tornati a casa" urlò checco a sua sorella, che presumo fosse in camera

"arrivo" rispose dal piano di sopra

ci siamo messi un po' a parlare tra noi 4, ma notai che Vittoria non era ancora scesa da camera sua

"Fede, vado da tua sorella di sopra per dirle di venire giù con noi"

"sisi, vai pure, dovrebbe essere in camera sua"

salii le scale, e cercai di trovare la camera. Notai che la porta era chiusa a chiave, così bussai

"chi è" chiese con una voce non allegra come al suo solito, si poteva chiaramente notare che nel suo tono di voce ci fosse tristezza

"sono Kenan, posso entrare" le domandai abbastanza preoccupato. Non sentii fiatare, nessuna risposta. Cercai una soluzione per poter aprire la porta. Trovai una chiave sopra un mobiletto e cercai di aprire la serratura. Quando spalacai la porta, la trovai seduta in un angolo con le ginocchia al petto e la testa sopra di esse. Mi precipitai su di lei e mi sedetti vicino

"vitto che hai?"

alzò la testa per gurdarmi in faccia, aveva gli occhi rossi e gonfi e il viso bagnato per il pianto, con le lacrime che continuavano a scenderle dalle guance

VITTORIA

Non volevo che Kenan mi vedesse in quelle condizioni, non volevo far preoccupare nessuno. Ogni tanto, mi vengono degli attacchi di panico, e inizio a piangere senza fermarmi. Il motivo, beh, mi mancano i miei genitori. Mi sono trasferita qui con Fede a 14 anni, per iniziare le superiori qui e passare più tempo con lui. Sapevo che ambientarmi non sarebbe stato facile, soprattutto accettare di stare così lontana dai miei genitori, ma volevo con tutto il mio cuore poter passare più tempo con fede, ristabilire il nostro legame di fratello e sorella. Quando ero più piccola mi succedeva spesso di piangere per la mancanza dei miei, e Federico ne era a conoscenza, ma non volevo che i miei lo sapessero.

"è tutto apposto tranquillo, vai pure giù dagli altri, io vi raggiungo subito" cercai di deviare il discorso

"no vitto tu non stai bene, hai gli occhi rossi e gonfi dal pianto- noi due ci conosciamo da sole due settimane, ma vederti così e non poterti aiutare mi da fastidio"

"non voglio essere insistente, ma se vuoi parlarne io sono qui"

era così dolce, avrei voluto parlargli, sfogarmi con lui, ma sapevo che non fosse giusto, non volevo creare problemi

"non posso"

"e perché scusa"

"non voglio creare problemi, ne avete già tanti per la testa, io sarei solo un peso" dissi in tutta sincerità

"cosa?! ma sei pazza vitto, tu non sei un peso, né per me, né per gli altri. Preferirei che tu mi dicessi cosa ti ha fatto stare così male"

"ecco... m-m mi capita spesso di piangere per ore da sola perché mi mancano i miei genitori" dissi balbettando "mi sono trasferita all'età di 14 anni abbandonando i miei amici, la mia casa e la mia famiglia. Lo so è stata una scelta mia, ma mi mancano, mi mancano moltissimo. All'inizio mi capitava spesso di avere attacchi di panico e mio fratello lo sapeva, solo lui però" gli confessai

"non l'hai detto ai tuoi?"

"certo che no, sennò mi avrebbero fatto la ramanzina che avrei dovuto trasferirmi da più grande, che non ero ancora pronta ecc e mi avrebbero fatto sentire una merda. Insomma io gli voglio un sacco di bene, però ho preferito evitare. Con il tempo questi attacchi d'ansia sono diminuiti, ma può capitare che mi succedano ogni tanto"

scoppiai in pianto disperato, non riuscivo a smettere,e Kenan mi strinse a sé. Quell'abbraccio riuscì a farmi calmare un po.

"è normale avere questi attacchi d'ansia, insomma ti sei trasferita lasciandoti tutto alle spalle quando avrei solo 14 anni. I genitori sono il punto di riferimento per tutti, e quindi ti mancheranno sempre. Però pensa al lato positivo, hai finalmente potuto passare più tempo con tuo fratello, e ora hai un fantastico legame con lui, hai molti amici che ti stanno vicino aiutandoti e sostenendoti e ti fanno divertire come una pazza"

incredibile come quel ragazzo riuscisse a vedere un lato positivo anche nelle situazioni peggiori

"ti voglio bene, grazie" gli dissi in tutta onestà

"anch'io, però ora dobbiamo andare giù sennò si insospettiscono gli altri" mi disse staccandosi purtroppo da quell'abbraccio

"ti prego non dire nulla agli altri di quello che è successo, piuttosto lo dirò a Fede io da sola"

"non fiato, tranquilla" mi disse facendomi tranquillizzare. Andai a sciacquare il viso, mi pettinati i capelli e mi vestii in modo comodo. Quando scesi le scale mi sentii osservata da tutti

"oh c'è l'avete fatta" disse dusan alzando le braccia al cielo

"signore che avete fatto" domandò mio fratello

"l'ho aiutata a fare un progetto di inglese per l'estate" trovò una scusa kenan

"mh strano ma vabbè" ci disse sospettoso

"grazie di non aver detto nulla" gli dissi sottovoce mentre gli altri andavano verso la cucina

Alla fine tutta la tristezza che avevo dentro di me se ne andò via perché passai tutta la sera a parlare e ridere con i miei amici. Aveva ragione Kenan a dire che ero fortunata ad avere persone come loro che mi stavano accanto.

"ragazzi noi andiamo perché abbiamo allenamento domattina" disse wes

"si hai ragione" lo appoggiò dus

nel mentre che si mettevano le scarpe io ero ancora seduta sul divano e si avvicinò kenan

"chiamami se hai bisogno o ti succede qualcosa eh, non farti problemi" mi disse in modo gentile

"tranquillo, sto meglio ora"

"sono contento, ma sappi che io ci sono "

Inevitabile mi sciolsi a quelle parole, e abbassai lo sguardo perché ero arrossita.

"grazie"

Mi diede un bacio in fronte e se ne andò.

SPAZIO AUTRICE

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Starry Eyes || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora