Prologo

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𝐍𝐨𝐧 𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚𝐫𝐦𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨. 𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐨𝐫𝐫𝐢𝐝𝐨. 𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐩𝐫𝐨 𝐟𝐢𝐧𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐢𝐞𝐥𝐨 𝐞 𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐜'è 𝐨𝐥𝐭𝐫𝐞.

𝐆𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚𝐦𝐢 𝐦𝐞𝐧𝐭𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚𝐦𝐩𝐨 𝐞 𝐜𝐚𝐝𝐨. 𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐛𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐞 𝐬𝐛𝐚𝐠𝐥𝐢𝐨. 𝐆𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚𝐦𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐡𝐨 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚. 𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐥 𝐛𝐮𝐢𝐨 𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐯𝐚𝐫𝐞.

𝐀𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐬ì, 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐚𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨.

(𝐅𝐚𝐛𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐦𝐚𝐠𝐧𝐚)






Colin


Sento il sudore scendere dalla nuca, le lenzuola che mi si appiccicano al torso nudo; il freddo del metallo della medaglietta lunga mi dilania il centro del petto, anche se la percepisco come un cappio intorno al collo, quella stessa corda che non ho stretto abbastanza forte. Sono ancora su questa terra che mi risucchia giorno dopo giorno, eppure non sono abbastanza codardo da andarmene nonostante ogni giorno io viva quel fardello che si è impresso nella mia mente tanto quanto i tatuaggi che mi dipingono un corpo lacerato, smembrato e dilaniato da una guerra che non stato in grado di combattere perchè mi ha fottuto il cervello.

Tutto è sfocato, le orecchie rimbombano assieme alle le urla, il sangue mi cola dalle mani e poi lo scoppio, quello scoppio che mi fa sobbalzare come se fosse la prima volta.

Mi alzo di scatto, sono in un letto, quel letto che non vedevo da mesi, tento di respirare eppure la sensazione intorno al collo e al petto non vuole andarsene, questa medaglietta mi ha dato e tolto tanto, eppure io non riesco, non voglio e non posso allontanarmi da lei. È come se fosse una droga, ma soprattutto è diventata la mia vita, una vita che ho annullato, non per la carriera, mi sono arruolato per trovare il mio posto nel mondo, per dimostrare quanto valgo. Ora che sono passati anni, continuo a combattere, ma non lo faccio per me lo so che prima o poi tornerò ad essere polvere, non ho scampo; lo faccio per chi ho perso, lo faccio per onorare la vita di chi non c'è più, di chi l'ha persa per salvarmi, per salvaguardare il proprio paese, lo faccio per il senso di giustizia e ingiustizia che non solo attanaglia la mia anima, ma che ingravida ogni singolo americano.

Lo faccio per quelle madri, quelle mogli e quelle sorelle e figlie che hanno perso i propri cari mentre combattevano la guerra di e per tutti.

Nonostante ciò, questa divisa mi stringe sempre di più, chi combatte per e con me? Mi sento un cerchio alla testa e quella che penso sia la luce che circonda l'aurea di un angelo capisco invece essere il neon di una tenda ospedaliera del campo base. Non so nemmeno dove mi trovo, mi alzo nonostante senta le macchine intorno a me. Il battito cardiaco è accelerato, sono confuso, un ago mi punge le braccia, e in un impeto di rabbia strappo via tutto. Percepisco del sangue colare, le pulsazioni alla testa non mi mollano, le luci piano piano si stanno offuscando, il timpano mi buca il cervello, sento solo dei corpi che tentano di sollevare il mio corpo pesante, vorrei aiutarli ma non posso, ormai non sento più nulla, percepisco il corpo disorientato, un medico grida << Rischiamo di perderlo>> ed improvvisamente tutto diventa nero, il buio mi abbraccia e io credo di essere in paradiso, perchè l'inferno l'ho già conosciuto sulla terra ferma.

Abbraccio il buio e spero di trovare la pace.

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