Capitolo 1

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 Colin


Voci attorno a me si mescolano ai suoni dei macchinari, che sicuramente staranno monitorando il mio cuore e chissà quali altri parametri vitali. Non ci metto molto a capire dove mi trovo, la vista è ancora appannata, ma questo se non è un ospedale è sicuramente un altro tipo di inferno.

"Capitano Thompson riesce a sentirci?" Mi sento domandare da una voce roca e preoccupata. Davanti a me ci sono diverse persone, medici e infermiere mi osservano con gli occhi sbarrati e io mi sento come se avessi preso la mia prima sbornia epica. Sono in un letto, l'ennesimo, il materasso ormai è diventato l'ennesima prigione eppure questa non è la stanza che mi era stata affidata fino a qualche giorno fa. Lo percepisco dalle pareti, queste sono colorate di un verde tenue che dovrebbe mettere serenità, la luce entra dalla vetrata infastidendomi, riesco però a notare che non ha alcuna maniglia per essere aperta. Mi guardo attorno ancora un po' frastornato e quando non rispondo l'ennesimo medico mi controlla le pupille riempiendomi di domande che mi fanno provare un fastidio lancinante oltre che l'ennesimo attimo di nervosismo.

"Capitano Thompson si ricorda che giorno è oggi? Mi dica la sua data di nascita e la sua età" continua a chiedermi il dottore che mi ha in cura da quando dalla base militare mi hanno portato qui nell'ospedale di Austin, città limitrofa al luogo in cui sono nato.

"Mi chiamo Colin Lee Thompson, sono nato il 25 aprile del 1993, ho 31 anni e oggi è il 10 febbraio del 2024, e io sono uno dei più bravi tiratori scelti d'America. Non ho perso la memoria se ve lo state chiedendo?!" Mormoro grugnendo e alzando gli occhi al cielo, perchè sono stufo marcio di essere dentro un ospedale quando non ho niente che non va.

"Se qualcuno di voi si decidesse a firmare le mie dimissione tornerei a fare ciò che so meglio, ovvero difendere questo paese da un nemico che ci vuole tutti sottoterra per ragioni religiose sulla carta, ma sadiche nel conflitto a fuoco". Rispondo con quell'acidità che ormai si è impossessata di me: sono esausto di ritrovarmi rinchiuso in un luogo che vuole solo strizzarmi il cervello e studiarlo come se fossi un topo da laboratorio.

"Capitano Thompson da quando è arrivato qui ha avuto attacchi di panico, deliri, convulsioni oltre ai danni fisici tra cui costole rotte, braccio sinistro ingessato e timpano destro che per miracolo non si è perforato. I suoi stessi superiori sono d'accordo con noi: vorremmo che lei entrasse nel nostro programma di salute mentale per veterani".

"Non ci penso nemmeno a farmi studiare da voi! Io salvo vite, devo tornare a combattere il prima possibile".

Le salvi davvero cecchino?! Mi domanda una voce interiore che ha tornato a darmi il tormento. La scaccio via deglutendo e chiudendo gli occhi per poi tornare a cercare anche di regolare quel cuore che ogni volta che appare inizia ad impazzire come la mia testa.

"Anche noi salviamo vite Signor Thompson" esclama una voce femminile soave ma decisa, proviene da un angolo della stanza di cui non mi ero neppure accorto.

Mi giro seguendo il suono di questa voce che con sicurezza sovrasta il vociare di tutti questi uomini anziani e stempiati che pensano di dirmi cosa sia meglio per me.

La ragazza tiene in mano una penna e un taccuino, si avvicina piano piano senza alcun sorriso sul volto. Mi pietrifica con i suoi occhi glaciali, ma in lei c'è un barlume di umanità, si percepisce, anche se in questo momento sta facendo la dura. È la prima a riferirsi a me come signor Thompson perchè a lei del mio grado non interessa nulla probabilmente.

Si avvicina, con i suoi lunghi capelli dorati, si siede su un minuscolo lato del mio materasso e senza mezzi termini continua il suo sproloquio:

"Le dico io cosa facciamo qui: salviamo la sua vita. Lei protegge noi sul campo, questo gliene do atto, ora però ha bisogno di noi, di me. Glielo leggo negli occhi, vedo quanto è perso, l'ho percepito dalle sue grida e dato che lei si crede uno dei migliori non posso permettere che il mondo perda il capitano Thompson, ma questo che ho di fronte non è un soldato, è un uomo che ha perso la retta via, quindi la aspetto nel mio programma signor Thompson, se ritroviamo l'uomo riportiamo indietro anche il capitano. Ora sta a lei scegliere: o è con noi o da domani può trovarsi un nuovo mestiere."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 11 ⏰

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