Capitolo 2

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Sono arrivata al punto della mia vita in cui ho finalmente imparato a stare sola. Non soffro più nel guardare le pareti sporche di questa casa, nell'annusare l'odore leggero del gelsomino fresco, nel camminare su queste assi di finto legno scuro. È tutto perfettamente in ordine: il ripiano della cucina è pulito, il lavello vuoto, nessun cucchiaio abbandonato, neppure un granello di polvere sulla macchinetta verde del caffè.

Elisa è vestita comoda: tuta grigia, maglione nero, capelli raccolti in una treccia, senza trucco, nessun segno di occhiaie. Sta fissando il telefono, scorrendo lo schermo così velocemente che potrebbe battere un campione mondiale di videogiochi. La osservo, aspettando che mi faccia una domanda. Non mi ha neppure salutata. Mi schiarisco la gola. Chi me lo ha fatto fare

"Certo che l'educazione è scontata," sputa queste parole con convinzione. Alzo un sopracciglio, lanciandole un'occhiata stupita, e non riesco a trattenere una risata. "Ma seriamente!" La mia risposta la fa annuire: "Assolutamente." Non ha capito che quel commento era rivolto a lei.

Per la prima volta, Elisa mi guarda intensamente con i suoi occhi azzurri, incrociando le braccia sul petto. "Dov'è Elisabetta?" cerco di deviare la conversazione. Non so da dove provenga la musica, ma in sottofondo si sente Don't Look Back in Anger degli Oasis. Elisa non risponde. "Non pensi che l'inizio di questa canzone assomigli a Imagine?" Lei resta ferma: "Le note musicali sono sette," risponde secca, gli occhi di nuovo sul telefono.

È ora di parlare. "Sono qui per parlarti di Isidoro." Mi sono sempre chiesta perché si siano innamorati. Forse perché ha occhi simili ai miei e porta il suo cuore nascosto tra le maniche del suo maglione azzurro. Non riesco ancora a trovare un motivo sensato.

Elisa è priva di colore, è un bicchiere vuoto tra quelli pieni d'acqua. Ha avuto solo due amiche in vita sua: io e Maribel. Maribel l'ha abbandonata alla fine delle scuole, io sono rimasta, e a volte me ne pento. Non mi saluti, non mi scrivi, non mi cerchi, mi ignori e limiti le conversazioni. Se facessi io lo stesso, mi odieresti? Mi diresti che sbaglio e che sono una stronza. Il suo volto pallido assume un'espressione di puro disgusto e possesso, come se Isidoro fosse una sua faccenda.

"È evidente che ci stia provando con me..." Cosa posso aggiungere? Lei sferra il primo attacco con la sua solita lingua tagliente: "Perché dovrebbe provarci con te?" Faccio un grande respiro, espirando lentamente. Sistemo i miei capelli corti dietro le orecchie, tiro su gli occhiali sul naso e allungo le maniche del maglione. Un forte istinto di togliermi la pelle di dosso mi assale. Non sono degna di vivere. Cancello il suo commento dalla mia mente e proseguo: "Sono venuta qui solo per dirti quello che sta succedendo. Sono una brava persona e te lo sto dicendo. Potevo fregarmene e non dirti nulla."

I suoi occhi azzurri divampano come due fiamme sopite. Posa il telefono sul tavolo bianco, quasi lanciandolo, e mi maledice: "Tu, una brava persona? Ma se hai sparlato di me davanti a tutti! Ci stai provando con mio marito. Non mi saluti. Non mi scrivi. Sei una stronza!"

Oggi, per la prima volta, ti guardo davvero e mi rendo conto di quante idee e quanto tempo hai sprecato pensando agli altri. Quando ti sei fidanzata con lui, hai ignorato tutti i miei consigli e non mi hai neppure invitato al matrimonio. Pensi davvero che non sappia della lite che avete avuto una settimana prima di sposarvi? Pensi davvero che Isidoro ti abbia scelta, o che ti abbia sposata solo per arrivare a me? Sono stata io a litigare con lui, affinché si prendesse le sue responsabilità. Nella tua mente distorta, ti sei ingelosita vedendolo avvicinarsi a me. Era il tuo migliore amico, così mi hai trattata di merda per due anni, cercando di soffocare quel dolce sentimento che cresceva nel cuore di Isidoro.

Isidoro è una persona estremamente intelligente e competitiva. Per settimane ha cercato di distruggermi mentalmente, urlandomi contro cose che nessuno mi aveva mai detto prima: "Te la tiri perché conosci tre paroline in più." "Non sei poi così brava come pensi." Immagina il povero ego di una ragazzina di sedici anni, già piena di complessi sul suo corpo, che deve giustificarsi con un cretino solo perché ha preso un voto più alto del suo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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