«Non parli più, uh?» sibilò Harry contro il suo orecchio, per poi leccarglielo e strappargli un gemito. «Va bene così?» chiese spingendosi dentro di lui prima di cambiare leggermente angolazione e ripetere il movimento colpendolo proprio nel suo punto più sensibile, «O giusto un po' più in là?»
Louis avrebbe voluto rispondergli a tono come era abituato a fare, ma era come se il suo cervello non riuscisse più a reagire correttamente ai comandi, annebbiato dal troppo piacere. Il massimo che riuscì a fare fu gemere di nuovo, in modo profondo e devastante.
Non sapeva neanche come fossero arrivati a quel punto, ma Harry lo stava scopando contro la scrivania del loro ufficio e l'ansia che qualcuno dei loro colleghi venisse a sapere che era successo lo faceva sentire esposto nel peggiore dei modi, perché se c'era una certezza in quell'azienda era che Louis non tollerasse Harry. Lo sapevano tutti, Harry per primo. Sarebbe stato strano, quasi umiliante, spiegare in che modo fosse passato da quello a ritrovarsi con i pantaloni abbassati fino alle ginocchia, le mani puntate sul tavolo per sostenersi come poteva e il petto di Harry premuto contro la sua schiena mentre lo scopava al punto da fargli dimenticare come poter articolare una frase di senso compiuto.
La parola gli tornò quando improvvisamente i movimenti di Harry si fermarono.
«No» piagnucolò Louis, voltando solo il viso per potergli lanciare la peggiore delle sue occhiate minacciose e mettendo da parte ogni briciolo di dignità per il bisogno di avere di più. «Cosa cazzo fai?»
«Quello che dici tu, come sempre», dalla sua voce trasudava tutta la soddisfazione che stava provando in quel momento nel vederlo ridotto in quelle condizioni.
«Non ti ho detto di fermarti»
Un'altra spinta, tanto improvvisa quanto precisa, lo zittì togliendogli il fiato a tradimento.
«Non mi hai detto cosa fare», mentre una mano si avvicinava pericolosamente all'erezione di Louis senza mai toccarla, l'altra si avvolse intorno al suo collo e a Louis tremarono pericolosamente le ginocchia anche se Harry non aveva neanche accennato a stringere la presa.
«Ci tieni sempre così tanto a dirmi cosa devo fare, no?» continuò, torturandolo perché anche se Louis si sentiva così pieno non era abbastanza dato che Harry continuava a restare fottutamente fermo dentro di lui. «Quindi se lo vuoi devi dirmelo»
Louis mosse i fianchi, in modo da prendersi da solo quello che voleva, ma il suo gemito venne strozzato dalle dita di Harry intorno alla sua gola mentre usava l'altro braccio per stringergli i fianchi e bloccare i suoi movimenti.
«Cosa devo fare?» chiese ancora Harry, con una nota fin troppo divertita a tingergli la voce.
«Lo sai» quasi grugnì provando a darsi sollievo con la propria mano che, però, Harry allontanò con un gesto annoiato e un verso quasi derisorio.
Louis era così frustrato e al tempo stesso così eccitato dal non poter fare nulla, che gli sembrò di essere sul punto di venire quando finalmente si decise a cedere. «Scopami» lo pregò senza fiato.
E Harry lo fece, come se non avesse aspettato altro se non sentirgli dire quelle parole per scoparlo come se non ci fosse un domani. Dio, se lo stava scopando!
Chiuse gli occhi per concentrarsi su ogni singola sensazione. Le sue mani che sembravano essere ovunque, i gemiti soffocati contro la sua pelle, le spinte con cui lo stava mandando sempre più fuori di testa anche se per lui continuava a non essere abbastanza.
Un rumore improvviso, un suono forte che arrivava dalla strada, lo costrinse ad aprire gli occhi e...
«No» esclamò con voce impastata mentre si guardava intorno confuso, con il cuore che batteva ancora a mille, accorgendosi di essere nel suo letto e di avere una fastidiosissima erezione tra le gambe ma nessun fastidiosissimo Harry a scoparlo contro la scrivania dell'ufficio. Nel momento in cui si rese conto di aver formulato davvero quel pensiero portò le mani tra i capelli, per poi farle scivolare fino a coprire il viso.
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Just a little bit
Fanfiction1. Nasci 2. Cresci 3. Stalkeri 4. Ti scappa un like a una foto del 2017 5. Muori