Prologo

17 2 4
                                    



Monitor che suonavano all'infinito, gente che urlava, piangeva e si disperava, volti sconosciuti che passavano avanti e indietro quasi di corsa, un'aria gelida che proveniva dai corridoi non appena le porte si spalancavano.


Che succede? pensava Milo, mentre con molta fatica cercava di tenere gli occhi aperti. Avrebbe voluto parlare ma non ci riusciva, lo sforzo di pronunciare qualche parola sembrava immane. Con voce fioca provò a emettere dei suoni, ma la mascherina che aveva sul viso impediva ai medici e agli infermieri che spingevano la barella di sentire. Voleva chiedere cosa stesse succedendo, cosa gli fosse capitato, capire qualcosa. Il suo ultimo ricordo era la canzone che stava ascoltando mentre era alla guida dell'auto Poesia senza veli di Ultimo, uno dei cantanti preferiti della sua futura moglie. «Cosa succede?» continuava a ripetere con voce mozzata. «Signor Palmieri, eccoci, siamo qui per lei. Va tutto bene, siamo in ospedale. Ha avuto un incidente. Non si sforzi, dobbiamo prima stabilizzarla e poi le diremo tutto quello che c'è da sapere, promesso» gli rispose una voce maschile. Ma non andava tutto bene, il suo unico pensiero in quell'istante era per Rebecca, voleva sapere come stesse. Sicuramente era preoccupata per lui.


Si alternavano momenti di improvvisa sonnolenza che sembravano durare un'eternità a istanti lucidi in cui percepiva con chiarezza i rumori assordanti che lo circondavano.

«Lo stiamo perdendo» sentiva ripetere. «Dottore...»

«Ora del decesso: ore dieci e cinquantadue». Continuava a non capire, aveva paura, non sapeva a chi si stessero riferendo, ma poi si convinse che era impossibile si trattasse di lui, dato che era vigile. 

«Salve, signor Palmieri. Come si sente?» udì a un tratto e, poco dopo, mise a fuoco il volto di un infermiere, semi-nascosto dalla mascherina. 

«Signor Palmieri, io sono Max, un infermiere del Pronto Soccorso. Siamo all'ospedale Umberto I di Roma, si ricorda qualcosa?» 

«Mia... Mia moglie Rebecca sta bene?» 

«Intende la sua fidanzata? Certo, signor Palmieri. La dottoressa Bassi è qui fuori ma non può entrare in questo momento. Adesso mi dica, come si sente lei invece?» 

«Ho un forte mal di testa e, a parte questa mascherina fastidiosa sul viso, mi sento bene. Ma cosa mi è successo?»

 «Posso solo dirle che ha avuto un incidente, aveva difficoltà a respirare e l'hanno subito portata qui, così come ha richiesto la dottoressa Bassi. Fortunatamente non c'è stato bisogno di intubarla e respira da solo. Questo è l'importante, adesso»


Era sollevato, non era niente di grave e Rebecca era lì fuori ad aspettarlo.

 «Ho bisogno di vederla, può chiamarla?» 

«Per farla entrare dobbiamo attendere, ma posso recapitarle un messaggio, se vuole».

 «La ringrazio» disse all'infermiere mentre accostava la porta della stanza. «Le dica solo di stare tranquilla».

Non eri in programmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora