Capitolo 1

3 1 0
                                    



                                                                   Due anni prima


Era da poco terminata l'estate più calda degli ultimi anni e Rebecca, con le mani che le sudavano dall'emozione, era in attesa di vedere la sua amica attraversare la porta scorrevole degli arrivi al Terminal 1 di Fiumicino. Il cuore le sobbalzava in gola ogni volta che scorgeva qualcuno in lontananza. Sara aveva ottenuto una borsa di studio per proseguire gli esami del terzo anno della specializzazione all'estero e adesso, dopo aver trascorso due anni in Francia, aveva deciso di tornare a Roma.

In attesa di vederla arrivare, Rebecca si sistemò i lunghi capelli color rame in una morbida treccia e cominciò a pensare all'ultima volta che si erano incontrate, sei mesi prima a Parigi. Era stata la prima volta nella città più romantica del mondo e riviveva spesso quei giorni spensierati, passati a mangiare macarons e bere tè da Ladurée lungo gli Champs Elysées, a passeggiare sulla riva della Senna e ad ascoltare Sara mentre raccontava quanto fosse bello vivere lì e quanto fossero intriganti gli uomini francesi che aveva conosciuto nell'ultimo periodo.
Mentre Rebecca sorrideva a quel ricordo, vide Sara attraversare la porta scorrevole, più raggiante che mai.

«Sara, sono qui» disse con un cenno della mano. «Oh mio Dio, sei sempre più bella».
«Oh, tesoro, anche tu. Come stai?»
«Alla grande... Ora che sei qui. E tu?»
Sara era splendida con quel vestito a pois bianco e nero lungo fino alle caviglie, da donna di altri tempi. Aveva un fisico statuario, grazie alla sua passione per la corsa.
Il suo sorriso era smagliante e il suo sguardo era profondo con quegli occhi neri che esprimevano gioia immensa. Sembrava davvero felice.
«Te lo dirò dopo un bel caffè e una sigaretta, ne ho proprio voglia. In realtà, ho dovuto diminuire per via dell'ansia ma in alcune ore del giorno non posso proprio farne a meno».
Si abbracciarono forte e si incamminarono verso l'auto parcheggiata all'uscita dell'aeroporto.
«Sai dove ti sto portando, vero?» le chiese Reb.
«Mmh, vediamo un po'... alla pasticceria Olimpia? La nostra preferita!»

Reb fece un grande sorriso e le strinse forte la mano con aria appagata, perché aveva la sua amica di nuovo lì con lei.
Quando arrivarono al bar-pasticceria a sud della città, erano ormai passate le quattro del pomeriggio e la gente cominciava a uscire dagli uffici, per questo furono costrette a scegliere l'unico tavolo libero.

    «Okay. Un caffè per te e un tè per me» affermò Reb. Come ai vecchi tempi. 
Dopo l'ordinazione e le risate sugli strani baffi del cameriere, Sara cominciò a guardarla con attenzione.
«Mi sono innamorata» disse all'improvviso, tutto d'un fiato.
«Wow! E chi è il fortunato? Racconta...»
«Verrà qui domani. Ne approfitteremo per fare una vacanza insieme. Mi prenderai per scema perché lo conosco da poco ma...» si interruppe un attimo, «...non posso fare a meno di sorridere da quando l'ho conosciuto».
Reb sorrise. «È davvero fantastico. Sono contentissima per te».
«È completamente diverso da tutti gli altri uomini che ho incontrato» continuò Sara. «Insomma, è spiritoso, dolce e passionale. Non fa altro che riempirmi di attenzioni e non solo per conquistarmi, come fa la maggior parte degli uomini, ma è attento e premuroso con chiunque entri nel suo cuore...» sembrava quasi commossa. «Con lui mi sento al sicuro» aggiunse infine con gli occhi lucidi.
Sara non era molto brava a capire gli uomini, a dire il vero era sempre stata pessima nello scegliere il compagno adatto, ma forse questa volta aveva davvero ragione.
«Posso fartelo conoscere, se vuoi. Sai, prima di partire...»
«Partire? Di nuovo?»
«Oh, sì. Avremo solo due giorni per un viaggio rilassante in Grecia e offre tutto lui. Mica poco» ammise con un sorriso malizioso, come se quello fosse un punto decisamente a suo favore.
«Non fraintendermi, ma un uomo che si prende cura delle nostre esigenze ha decisamente vinto» continuò Sara, facendole l'occhiolino.
Reb alzò gli occhi al cielo mentre pensava che in fondo la sua amica non era cambiata affatto. «Comunque potremmo organizzare una cena» replicò, sorridendo.
Sara le sorrise e poi cambiò argomento. «Allora... tra poco inizieremo nel nuovo reparto, non sei emozionata?» I suoi occhi brillavano e la sua bocca si aprì, mostrando i bellissimi denti bianchi.
«Non vedo l'ora, mi dispiace solo che sia l'ultimo, perché significa che siamo cresciute sul serio» rispose Reb con rammarico per i trent'anni che ormai erano alle porte.
«Ma andiamo, quale dispiacere? L'anno prossimo saremo specializzate. Ti sembra poco? Dopo tutti i sacrifici che abbiamo fatto...»
«Direi di no!» ammise Reb.
«E poi sono super eccitata per la terapia intensiva».
«Ma non eri tu quella che preferiva la sala operatoria?»
«Sì, ma vorrei provare altro, ora che sono qui. Chissà se è cambiato qualcosa in quell'ospedale, non ricordo assolutamente nulla di quel posto» ammise Sara.
«Tranquilla, è come andare in bicicletta. E poi non è cambiato niente. Fidati, anche se ti sei abituata al modo di lavorare francese, ci riprenderai la mano subito» rispose Reb, rassicurandola.

Tra una chiacchiera e l'altra passarono ore e, quando il sole cominciò a calare dietro il palazzo di fronte, si resero conto di quanto si fosse fatto tardi. Avevano ancora tante cose da dirsi, ma la nuova arrivata doveva rincasare e riposarsi. Mentre si alzavano dalla sedia per rivestirsi e uscire, una voce maschile le interruppe con tono amichevole.
«Ciao, Sara, come stai?»
Si girarono entrambe, rimanendo incredule di fronte ai suoi occhi azzurri e ammalianti. Reb cominciò a fissarlo, anche se quel ragazzo non stava parlando con lei.
«Oh mio Dio, Milo, ciao! Ma quanto tempo è passato? Io sto bene, e tu?» rispose Sara dopo un attimo.
«Benissimo, grazie. Ma allora sei tornata?»
La sua voce era profonda e sensuale, e Reb continuava a scrutarlo, incuriosita.
«Sì, finalmente sono tornata. Ma che sbadata! Lei è la mia amica Rebecca... forse vi sarete già visti in giro».
Milo si voltò a guardarla con un sorriso raggiante e, quando si scambiarono la classica stretta di mano, Reb ebbe la strana impressione che Sara non si fosse sbagliata. Aveva la sensazione di conoscerlo già.
«Ehm... Ciao! Per gli amici sono Reb, piacere di conoscerti» disse, continuando a fissarlo con occhi socchiusi.
«Ciao, io sono Milo. Il piacere è tutto mio» rispose lui, guardandola negli occhi e inclinando la testa.
E mentre i due amici continuavano a parlare, Reb non smise di fissarlo finché non capì che si erano già incontrati qualche anno prima a una festa dove era stata proprio Sara a presentarli. Le sembrava diverso e decisamente cambiato, tanto da non averlo riconosciuto subito. Il suo aspetto era sempre ben curato ma i capelli sollevati in una mini-coda, e la barba incolta gli conferivano un'aria più adulta.
Poi Sara interruppe i suoi pensieri. «Noi stiamo andando via, altrimenti ti avrei invitato a bere qualcosa insieme, ma possiamo sempre vederci un'altra volta, se ti va».
«Sì, certo, mi farebbe tanto piacere. Allora ci sentiamo presto» concluse Milo, guardando per un istante Rebecca.
«Perfetto! È stato bello rivederti» rispose Sara dopo un forte abbraccio.
«Alla prossima, ragazze» replicò lui, mentre con la mano accennava a un saluto.
Reb andò via dietro Sara, girandosi più volte per osservarlo finché non scomparve dietro l'angolo.

Non eri in programmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora