PARTE I: Primo incontro

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MICHELE

<<Allora, che tipo è il fratello di Lucrezia?>> sto guidando su stradine di campagna mezze sperdute e Martina, la mia ragazza da ben quasi tre anni, è troppo impegnata a scrollare video su TikTok piuttosto che darmi indicazioni, dando per scontato che, essendoci già venuto una volta (non aveva nemmeno guidato il sottoscritto, in quell'occasione!), io l'abbia già imparata a memoria.

<<Massì, è ok... forse un po' coglione>>

<<In che senso, ''un po' coglione''?>> mi giro verso di lei e, con il sole di agosto che sta pigramente tramontando dietro i campi, la luce che passa dal finestrino e attraverso i suoi capelli rendendoli, quasi, dorati come miele... è davvero stupenda. Si dà una sistemata agli occhiali da sole e alza le spalle: <<E' uno a cui piace scherzare e prendere per i fondelli>> e, io, mi agito già un pochetto sul sedile, ma senza dare modo a lei di accorgersene troppo. E' uno che prende in giro...

<<Ah, e poi - adesso, gira subito a destra e poi continua dritto, ci siamo quasi - è il classico tipo che non sta mai zitto e non lascia mai parlare gli altri>> inserisco la freccia e faccio come mi dice (miracolo che si sia ricordata di avvisarmi in tempo, prima della svolta!). Allora, vorrà dire che userò la mia tecnica dell'annuire costantemente, facendo credere alla persona che ho davanti di stare ad ascoltarla quando, in realtà, non me potrebbe fregare proprio un bel niente. MEGLIO, anzi, se parlerà soltanto solo lui per davvero...

Mentre ci stiamo avvicinando sempre di più alla casa di Lucrezia che, al posto della strada, ricordo benissimo (come potersi dimenticare di una casa così, del resto?? Sembra una di quelle attrazioni inquietanti, uscite male e, ormai, che hanno vissuto tempi migliori... ''horror''... che si vedono spesso alle feste di qualche paesino sperduto in mezzo ai boschi e con due anime e basta, letteralmente, come abitanti), deglutisco nervosamente e l'ansietta per la serata in arrivo, a questo punto e a quanto pare (e nonostante i miei sudati sforzi nel cercare di contenerla il più possibile), sembra tenerci particolarmente nel cominciare a fare sentire la sua presenza. Come se già non lo sapessi, che mi è sempre alle spalle, pronta a prendermi in contropiede nei momenti meno opportuni...

<<Eccoci qui!>> Martina recupera ai suoi pedi il sacchetto con le bottiglie di vino bianco e rosso che abbiamo deciso di portare per l'occasione, decorato con un bel fiocco rosso in stile ''regalo di Natale'' (idea sua), scende dalla macchina e si sgranchisce le gambe lunghissime, velocemente; io al contrario, dal canto mio, ci sto mettendo trent'anni a uscire dalla mia adorata Peugeot blu elettrico, il posto più tranquillo e rassicurante al mondo (e, ancora di più, in questo momento): mi osservo nello specchietto più e più volte e, come sempre, controllo se qualche capello ribelle, grazie ai finestrini abbassati per il troppo caldo (l'aria condizionata è sembrata spenta per tutto il tragitto, a momenti, visto il caldo assurdo di questi giorni), magari, è riuscito a sfuggire dal mio fantomatico ''man bun'': chignon maschile che, ogni volta, ci metto sempre trent'anni ad acconciare correttamente...

Controllo e ricontrollo persino il velo di barba che mi ricopre le guance/le sopracciglia (anche se, essendo passato solamente qualche oretta prima dal barbiere, so già essere appostissimo) e, quando ormai non ho più scuse né scampo, e Martina, nonostante l'alzata di occhi che mi lancia ma sotto sotto è divertita da tutto ciò, mi fa cenno di sbrigarmi piazzandosi davanti alla macchina con insistenza, prendo un paio di respiri profondi e, volente o nolente, apro la portiera e appoggio titubante un piede sulla ghiaia circostante.

<<E' inutile che adesso ti metti a fare la bulletta della situazione, cara mia: chi è che, quando deve conoscere qualche persona nuova, si droga con quelle cavolo di gocce omeopatiche alla valeriana??>> le faccio una linguaccia, divertito. Martina, in realtà, è ancora più timida di me di fronte agli sconosciuti... se non peggio! E, anche lei come me, soffre di ansia e di attacchi di panico... ci siamo trovati, insomma! (Come ci dicono sempre le nostre amicizie in comune). Lei ride, <<Le mie sacrosante goccette non si toccano!>> e, mentre Bart (il pastore tedesco di Ludovica di un anno e mezzo) inizia ad abbaiare come un dannato, da dentro casa, si avvia con passo sicuro al citofono.

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