PARTE II: Sul Patibolo

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MICHELE

<<Allora, dimmi un po', tu che fai nella vita?>> Tiziano afferra un pezzo di pane (il MIO pezzo di pane! Perché non ha preso quello dal suo lato del tavolo??), lo rompe in due, spargendo briciole ovunque e se lo porta alla bocca, rimettendo poi il resto dove l'ha trovato, in qualche modo... Non sono ingordo per natura, e ok che è pur sempre casa sua, questa, ma mi sta già irritando.

<<I-io sto cercando lavoro...>> mi viene sempre fastidio quando mi si rivolge questa domanda, non amo particolarmente parlare di me... della mia vita pietosa... anche perché, ogni volta che poi rispondo così, la domanda seguente sarà, senz'altro: <<Ah, non stai ancora studiando?? Ma quanti anni hai, sei più piccolo di me scommetto, vero??>> mi sento i suoi occhi addosso, mentre mastica il MIO pezzo di pane, lentamente e con nonchalance assoluta: <<Ho 20 anni e... e no, ho m-mollato la scuola, due anni fa...>> tanto vale dire la verità seduta stante; verità che ormai, in questa casa, del resto, sanno già tutti (Ludovica, nonostante le voglia un bene dell'anima, di certo non è conosciuta per la sua discrezione... non è la sua dote principale, insomma).

Martina interrompe il discorso con Marco, improvvisamente, e le sue orecchie si concentrano del tutto su noi due: sa bene quanto sia difficile, per me, aprirmi e lasciarmi andare, su questo argomento. E' preoccupata come suo solito e, sicuramente, stava già origliando il tutto dall'inizio, sapendo che questa storia sarebbe venuta fuori, prima o dopo, nel corso della serata.

Evito di incrociare troppo lo sguardo della mia ragazza e, come un condannato a morte, mi preparo al seguito dell'interrogatorio (Tiziano, in questo caso, è chiaramente il boia con l'ascia in mano, pronto a tagliarmi la testa): <<Mmh>>, l'esecutore della mia condanna sembra fare proprio un verso di sufficienza rivolto alla mia persona e, a me, sta salendo sempre di più il sangue alla testa. Mmh?! Ma come si permette questo qua, senza contare che è stato lui a iniziare a fare domande! Pensa te!

<<E... come mai?>>

ZAC.

La mia testa cade, e sta rotolando lungo il pavimento a scacchiera di questo salotto che, più che altro, sembra il rifugio segreto di una qualche ''setta del male''... (il candelabro sopra le nostre teste, per esempio, e ci metterei la mano sul fuoco, è uscito direttamente dal Medioevo. Senza contare, tra l'altro, le candele rosso-fuoco che gli stanno tenendo compagnia... Brr, mi ha sempre inquietato). Stasera, in particolar modo, tutto questo sembra essersi tramutato in una vera, e propria, ''stanza delle torture'', nei sotterranei di un qualche castello, vedendo l'andazzo... In ogni caso, mi porto una mano al collo, quasi per sincerarmi che sia ancora tutto al suo posto ma, per quanto mi stia sforzando, boccheggio a vuoto come un pesce fuor d'acqua e la mia gola non riesce, nemmeno volendo, ad emettere anche soltanto una qualche, sottospecie, di stupida sillaba.

<<INSALATAAA!! Mamma, ma non hai fatto l'insalata?!>> è la voce di Ludovica che, molto probabilmente, è davvero arrabbiata per la sua insalata, a quanto pare, mancata... ma che anche, sicuramente, ne ha approfittato per correre in mio soccorso. Che c'è, si sentirà ancora in colpa per quella volta che se ne è uscita fuori, rivelando a tutti senza il mio permesso, che ho soltanto la terza media e basta? <<E poi, comunque, questa carne non sa di nulla!!>>.

<<Oh, insomma! Possibile che a te non va mai bene niente?? E poi, chissà che schifezze vi mangiate, là, ad Amsterdam... (tono schifato) E' proprio questo il bello!>> Daria picchia un leggero pugno sul tavolo e, io e Marco, ci scambiamo sguardi divertiti; queste piccole diatribe madre-figlia, ogni volta che Lucrezia rientra a casa, sono all'ordine del giorno, praticamente. Daria si lamenta sempre che non la sopporta più, che in casa fa soltanto disastri e basta (...e la lista è davvero infinita! Come, per esempio: rompere il tritaghiaccio, infilare cose che non devono assolutamente essere infilate nel microonde prima che possa esplodere la casa intera, pettinarsi con la spazzola di Bart, perché a) non sapeva fosse quella del cane e, b) ha perso la sua come, del resto, qualsiasi altra cosa che è finita in mano a questa ragazza svampitissima, e che ha fatto sempre una brutta fine); anche se poi, quando Ludovica deve ripartire è, ogni volta, un fiume di lacrime. Aah, le mamme... <<E, in ogni caso, alzi il sedere e te la vai a fare da sola, l'insalata!>>.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 07 ⏰

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